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vittoria

Da Guchippai
vittorianon ho mai amato l'ostentazione. credo che chi ha bisogno di ostentare qualcosa  - che si tratti del denaro, della bellezza, del possesso di qualcosa o di qualcuno, ecc. - sia di fondo una persona insicura che necessita dell'approvazione di un pubblico per sentirsi bene. se stai a tuo agio con te stesso, le cose che hai ti rendono felice a prescindere dal fatto di condividerle o meno; per esempio, sinceramente a me fare sapere o no al mondo che ho avuto successo in una certa situazione non altera la sostanza della cosa. credo inoltre che a volte le nostre vittorie siano tali solo per noi stessi, perchè sono vittorie più morali che effettive, perciò gli altri non possono veramente comprendere il valore di certi avvenimenti o di certe scelte, visto che non ci sono stati nel mezzo, non hanno vissuto sulla propria pelle quelle circostanze. in questi giorni io sto silenziosamente festeggiando una grande vittoria; giustizia è stata fatta a modo mio, in quanto apparentemente il torto che ho subito continua a risplendere come un sole, però a me va benissimo così perchè ho ottenuto esattamente quello che volevo e non m'importa se ciò è avvenuto in modo ufficioso e nascosto, anzichè con squillo di trombe e rullo di tamburi. quelli per un certo tempo li ho desiderati, certo, perchè ho pensato di meritare un riconoscimento pubblico che lavasse via tutte le sofferenze e le umiliazioni che ho patito, ma poi il tempo passa e tutto si colloca nella giusta prospettiva. insieme alla vittoria, si concretizza anche un sano desiderio di vendetta; forse per la prima volta della mia vita si realizza un motto che mio padre amava ripetere e che probabilmente nel suo caso non si è avverato: dalla riva del fiume, io guardo passare il cadavere del mio nemico e sorrido, anche perchè so che una delle caratteristiche dei cadaveri, oltre a quella di non poter più nuocere, è che non possono nemmeno più parlare. a farlo da ora in poi sarò io, e dalla mia bocca uscirà forte e chiara la verità, non la sua versione alterata. concludendo: sono felice? più che altro sono serena. sono anche contenta per l'ennesima dimostrazione che il destino ci dà sempre ciò di cui abbiamo bisogno; anche se sul momento ricevere un sacco di legnate non ci appare esattamente come la cosa migliore, sul lungo periodo scopriremo certamente che lo era. alla faccia di chi quelle legnate ce le ha date convinto di volerci fare del male.

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