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"Vizio di forma" di T. Pynchon

Creato il 22 giugno 2011 da Bens
Thomas Pynchon è uno cazzuto. Lo affermo con convinzione, sebbene il concetto epistemologico di questo termine mi risulti di ostile comprensione. Esattamente come figata. Non che mi sorprenda questa volgare riduzione meta-genitale di tutto ciò che sembri degno d'attenzione: però che palle! Appunto. Insomma, volevo dire che Pynchon è abbastanza sorprendente. Risoluto. Intrigato. Praticamente cazzuto. E' cazzuto perché non gliene importa nulla degli altarini innalzatigli da fans sfegatati, un po' indie e alternativi: ho come l'impressione che lui scriverebbe le stesse cose convivendo pacificamente con lo sdegno unanime.
Franzen, ad esempio, per quanto bravo sia, è un venduto, anche un po' frustrato, perché in fondo lo sanno tutti che il riconoscimento universale non sempre ha una diretta proporzionalità con un rispettabile livello di genio. Nessuno diventa famoso per ciò che è. Pynchon scrive per se stesso e si vede. Ma ben venga il sano egocentrismo dello scrittore per vocazione che non vuole accontentare nessuno se non la sua penna. Invochiamo la pena capitale per 'sti quattro scrittorucoli remissivi e sottomessi al gusto comune, notoriamente di merda, che sfornano un libro all'anno, mentre basiti noi assistiamo al traviamento artistico delle umane genti. Quindi più Pynchon per tutti! E votiamoci all'abolizione di queste classificazioni da cervelloni della carta che ghettizzano Pynchon nel post-modernismo. Ché se fosse un mero fatto temporale, lo potrei anche accettare con delle riserve, ma se diventa la targa di uno pseudo-movimento letterario con a capo la solita trinità (DeLillo, Pynchon e DFW) allora no! Dico no perché questi giudizi da tuttologi del Drive-in sono irrispettosi nei riguardi di chi, come la Trinità, si è conquistata la libertà di appartenere a niente. E poi smettetela di leggere i libri a casa vostra. Comprate Vizio di forma, affittate un appartamento a Venice Beach, sguinzagliate il biondo surfista californiano che è in voi e immergetevi in queste pagine. Non sarà economico, ma ci sono libri che non meritano la puzza di una scoreggia che, colpevole, si alza e si diffonde nella vostra camera da letto.
Ci sono personaggi che meritano di essere letti nei luoghi in cui si muovono e Doc Sportello merita di essere scorto salire le scale che lo conducono nel suo uffico, sulla cui porta campeggia la scritta LSD, vestito con una camicia deforme e un paio di jeans a zampa d'elefante che farebbero invidia anche a Sonny Bono. Vizio di forma merita che i suoi lettori gli diano vita, perché vale più di tutto ciò che finora è stato detto al riguardo: non soffre dei facili revisionismi culturali né della tenera malinconia chandleriana da vecchio noir.
E' un libro ribelle. Ed è una ragione di per sé sufficiente per leggerlo. B.

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