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Vladimir MajakovskijPrologo de “La nuvola in calzoni” (Versione di Paolo Statuti con nota in appendice)

Da Ennioabate

majakovskij 2Ancora su Majakovskij  e La nuvola in calzoni. Ci parla da un’epoca lontanissima e  riceviamo la sua voce in un’epoca che la deforma (e la teme…). Ma vale la pena insistere. [E.A.]

La vostra mente,
sognante sul cervello rammollito,
come grasso lacché sopra un unto divano,
io provocherò contro un pezzo di cuore insanguinato;
a sazietà befferò mordace e villano.

Nell’anima non ho un solo bianco capello,
e la decrepita dolcezza è assente!
Stordito il mondo con la forza del mio canto,
vado – bello,
ventiduenne.

O teneri!
Voi l’amore sui violini ponete.
L’amore sui timpani pone un buzzurro.
E come me, rovesciarvi non potete,
per diventare labbra sole e soltanto.

Vieni ad imparare –
da un salotto di batista,
impiegata-modello d’una angelica lega.

Che le labbra sfogli tranquilla,
come una cuoca il libro di cucina.

Se volete –
sarò furioso di carne
- e, come il cielo, mutando i toni –
se volete –
sarò perfettamente tenero,
non uomo, ma – nuvola in calzoni!

Non credo a una Nizza floreale!
Da me di nuovo sono celebrati
gli uomini giaciuti, come un ospedale,
e le donne, come proverbi logorati.

Appendice

Nota di Paolo Statuti

Ho già espresso nell’articolo “Paolo Statuti e la traduzione della poesia” (qui) la mia modesta opinione su questo eterno e discutissimo tema. A costo di sembrare lapalissiano, voglio qui ribadire e sottolineare per chi volesse cimentarsi in questo difficile e a volte ingrato compito, di ricordare alcune condizioni sine qua non: ottima conoscenza della lingua del testo originale e di quella della traduzione, passione, spirito di sacrificio, sensibilità poetica, predisposizione, gusto della ricerca. In mancanza, anche di una sola di queste condizioni, sconsiglierei chiunque dal fare tentativi che spesso si “traducono” in aborti, e che offendono la memoria dei poeti. Purtroppo mi è capitato spesso di incontrare improvvisati, scadenti e presuntuosi traduttori, soprattutto in Italia, che giustificano pienamente il luogo comune “traduttore-traditore”. In Polonia ad esempio ciò non accade, perché la traduzione della poesia è quasi sempre affidata a veri poeti.
Per quanto riguarda la poesia russa in generale e Vladimir Majakovskij in particolare, magistralmente tradotto dal caro Maestro Angelo Maria Ripellino, ritengo che quest’ultimo si possa considerare un grande traduttore ma non necessariamente tout-court “definitivo”, come qualcuno ritiene. Personalmente non sono in concorrenza con Ripellino, ma desidero offrire nei limiti delle mie capacità e possibilità delle versioni altrettanto valide e interessanti per i lettori.

* Paolo Statuti è nato a Roma il 1 giugno 1936. Nel 1963 si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università di Roma e nel 1975, presso la stessa Università, ha conseguito la laurea in lingua e letteratura russa ed altre lingue slave (allievo di Angelo Maria Ripellino). Nel 1982 ha debuttato in Polonia come poeta e nel 1985 come prosatore. E’ autore di numerose traduzioni letterarie pubblicate (prosa e poesia) dal russo, ceco e soprattutto dal polacco nella lingua italiana. Ha collaborato con molte riviste letterarie polacche e italiane. Ha pubblicato in Italia due libri di favole: “Il principe-albero” e “Gocce di fantasia” (Edizioni Effelle di Marino Fabbri) e un volume in Polonia : ”Drzewo, które było księciem” (Ed. Nasza Księgarnia, Warszawa, 1989).


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