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Volate Air Canada (se proprio dovete volare)

Da Silviapare

Volate Air Canada (se proprio dovete volare)

La piena del Tevere (lo vedete il tronco?)

Ho concluso la mia estate a Roma sotto un cielo perfetto. Ho frequentato persone belle, sono stata ospite nella bella casa dei miei amici, ho pranzato alla Casa Internazionale delle Donne che mi piace tanto, e quando i trasporti mi hanno tradita, facendo saltare l'incontro con Andrea a Villa Borghese, ho passato qualche ora solitaria e fresca all'Orto Botanico. Ho chiacchierato con tutti, perché Roma mi mette allegria e i romani mi fanno venir voglia di chiacchierare. Ho chiacchierato un po' anche con il tassista che mi portava a Fiumicino, ma non tanto, perché aveva messo Cara di Lucio Dalla ("Signo', questa è la canzone più bella di Dalla") e mentre guardavo la vita di Roma scorrere davanti al finestrino mi si è stretto il cuore, e non è una metafora, il cuore si stringe davvero e fa anche un po' male.(Le caviglie, Silvia, ricordati che con il caldo ti si gonfiano le caviglie, adesso ti sembra di lasciare un paradiso ma poi il caldo si farà intollerabile e tu sarai felice di essertene andata. Già. Felicissima.)

Volate Air Canada (se proprio dovete volare)

L'orto botanico (estate)

E comunque, se proprio volete lasciare Roma d'estate per approdare a San Francisco in inverno (come dice quella citazione abusatissima ma sempre valida, che tutti attribuiscono a Mark Twain ma che lui mai pronunciò: L'inverno piu' freddo della mia vita fu un'estate a San Francisco), volate con una compagnia europea, oppure con Air Canada, come ho fatto io questa volta. Le compagnie americane, oltre a essere notoriamente pessime, fanno scalo in territorio americano. Soprattutto a New York. Non si contano le storie dell'orrore degli italiani residenti in California sugli scali newyorkesi. C'è gente che si farebbe tagliare una mano, piuttosto che rifare a scalo a Newark o a JFK. Provate anche solo a menzionare uno di quegli aeroporti a un italo-californiano, e vedrete la sua faccia contorcersi dall'orrore, lo sentirete pronunciare parolacce orrende accompagnate da gesti apotropaici di varia volgarità. Code apocalittiche, personale simpatico come i diavoli delle bolge infernali, valigie da ritirare e reimbarcare, coincidenze perse, bagagli smarriti, interrogatori minuziosi, a volte condotti dentro inquietanti stanzini. Benvenuti negli Usa.
Gli aerei dell'Air Canada sono comodi, soprattutto per me che viaggiavo vicino all'uscita di emergenza senza nessuno di fianco e potevo scegliere se allungare le gambe sul sedile accanto oppure stenderle in alto appoggiate alla parete. Le hostess dell'Air Canada sono le più gentili che io abbia mai visto. Il cibo dell'Air Canada non so com'è perché mi ero portata due enormi panini preparati dai simpatici commessi del banco gastronomia del supermercato in piazza Cola di Rienzo, uno con mozzarella affumicata e pomodorini secchi e l'altro con zucchine grigliate. Cibo dell'aereo, tiè.

Volate Air Canada (se proprio dovete volare)

Sogno

Lo scalo a Montreal è il sogno della viaggiatrice stanca. Le valigie te le imbarcano direttamente sul volo successivo. Il controllo di sicurezza è un unico sportello con due persone davanti a me, e la poliziotta che dice, con un sorrisetto ironico: "Toglietevi le scarpe, che state andando negli Stati Uniti". La dogana si fa in una stanzetta - territorio Usa - dove c'è un unico poliziotto che ti guarda svogliato e se ne frega bellamente del motivo della tua visita. Tempo totale fra sicurezza e dogana: 4 minuti. Durante l'attesa per l'imbarco, San Francisco incombe minacciosa nella persona di una californiana dalla spalle larghe con un frisbee appeso allo zaino che fa yoga sulla moquette dell'aeroporto. Il primo giorno ci sono 16°. Di giorno. Di sera, mentre passeggiamo verso il ristorante afgano, ce ne saranno 12, con vento gelido e nebbia. I vestitini romani sono già lavati e riposti in valigia. Stasera maglione di lana e giubbotto. Le mie caviglie saranno contente, immagino.

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