Magazine Cinema

Wake wood

Creato il 16 maggio 2011 da Misterjamesford
Wake woodLa trama (con parole mie): Patrick e Louise hanno appena perso la figlia a seguito dell'aggressione di un cane, e decidono di trasferirsi in campagna, in un tranquillo paesino perduto nel verde d'Irlanda chiamato Wakewood, cercando di iniziare una nuova vita.
Per caso, Louise viene a conoscenza del segreto della ridente località: Arthur, il misterioso capo della comunità, è in grado, attraverso uno strano rituale, di riportare in vita per tre giorni i cari dei suoi concittadini morti da meno di un anno in modo che possa essere loro detto addio in cambio della fedeltà alla stessa Wakewood.
La coppia in crisi decide così di tentare questa via seguendo gli ordini di Arthur in modo da poter rivedere la piccola Alice ancora una volta: peccato che un segreto sia pronto a mettere a rischio molto più del loro matrimonio.
La prima cosa che Wake wood mi ha fatto pensare è che non sia un horror.
E' vero: ci sono uccisioni, bambini inquietanti, rituali magici più o meno riusciti, una certa dose di gore, eppure tutto pare quanto di più clamorosamente lontano vi sia dal genere preferito delle mie notti d'estate fin da quando ero bambino.
Perchè Wake wood è una pellicola concentrata esclusivamente sull'accettazione del dolore di una perdita.
In questo senso, più che stuzzicare le corde della paura, ha riportato alla mia mente la visione di Rabbit hole, che vedeva la coppia protagonista vittima di uno dei più grandi drammi che possano colpire un essere umano: la perdita di un figlio.
La riflessione su cosa saremmo pronti a fare per credere anche ad un'illusione di pochi giorni è senz'altro interessante, pur se non sviluppata dallo script in tutte le sue potenzialità, e la stessa idea che un trauma così terribile possa essere in qualche modo superato avendo la possibilità di dire addio come vorremmo ad una persona scomparsa all'improvviso tocca corde che coinvolgono ragione, cuore ed etica, portando - almeno sulla carta - il lavoro di David Keating ad un livello superiore rispetto ai consueti horror da popcorn e bibita davanti alla tv, con qualche brivido se si è fortunati.
Occorre però sottolineare quanto i limiti di sceneggiatura abbiano influito nella resa finale dell'opera, scivolata in una chiusura onestamente molto discutibile e persa dietro ad alcuni buchi legati alla figura della ritornata Alice, cui qualche minuto in più avrebbe giovato rispetto all'approfondimento e allo sviluppo del personaggio, dalla sua parte ancora legata al passato a quella che potrebbe sconvolgere il futuro.
Di certo, osservando la risoluzione della vicenda più che il suo svolgimento, viene da pensare che la stessa materia, nelle mani di un regista di maggiore esperienza e talento - qualcuno ha detto Neil Marshall? - avrebbe avuto tutte le carte in regola per diventare un piccolo cult, non solo di genere.
In questo modo, invece, tutto scorre senza infamia e senza lode - che per un horror è già tanto, è vero, ma abbiamo detto che Wake wood non è solo un horror - e a idee davvero funzionali - l'incidente che provoca la morte di Alice, la profonda fisicità che pervade tutta la pellicola e lo splendido paesaggio irlandese - alterna momenti davvero poco incisivi - il già citato finale, i rapporti tra i personaggi, diversi buchi logici soprattutto nelle parti di maggior azione - tirando a campare fino ai titoli di coda anche quando potrebbe lasciare a bocca aperta.
Una piccola annotazione va inoltre fatta rispetto alla visione: a meno che non siate veterinari o particolarmente tosti, tenete ben presente che la componente più violenta della pellicola è legata a doppio filo al mondo animale, e potrebbe effettivamente scuotere un pò gli stomaci di chi non tollera violenza verso i nostri coinquilini di pianeta a quattro zampe - e non solo -.
Per quanto strano possa sembrare, osservando la cosa a mente fredda, può disturbare molto di più il cesareo di una mucca praticamente ripreso in diretta rispetto a cento teste maciullate in un qualsiasi tripudio guerresco in stile Centurion - tanto per tornare su Marshall -: sarà che "homo homini lupus", o che la sospensione della meraviglia giunge proprio quando capiamo che quello che stiamo osservando potrebbe non essere un trucco.
MrFord
"I said it's like thunder
it's like lightning
the way you love me is frightn'in
I think I better knock, knock, knock on wood."
Otis Redding - "Knock on wood" - 
  
      
      
      
      
      
	   
	  

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines