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“Weegee di Weegee”

Creato il 03 luglio 2011 da Temperamente

“Weegee di Weegee” – WeegeeHo scoperto Weegee grazie a James Ellroy, che pare si sia ispirato alle sue fotografie per i suoi romanzi. Naturalmente, la curiosità mi ha spinto a cercare le suddette prove del reato e scoprire qualcosa di più sul colpevole. E quindi ho trovato la sua autobiografia – o se preferite i termini polizieschi, la sua confessione – nel libro Weegee di Weegee.Un’autobiografia edito Contrasto, uscito nel 2011 – libro non facile da trovare, ma si sa che seguire la pista giusta non è mai facile.

Tutte queste allusioni al noir e agli omicidi finiranno in questa breve premessa, perché nonostante Weegee abbia fotografato praticamente tutti gli omicidi e i crimini della sua città negli anni Trenta e Quaranta, non lo ricordiamo soltanto per questo.

Weegee – il cui vero nome è Arthur Fellig – si trasferisce dall’Austria a New York all’età di dieci anni con la famiglia poverissima. L’incontro con la fotografia avviene a quattordici anni, quando un fotografo gli scatta una foto con il ferrotipo; impressionato dal risultato, Weegee ordina subito l’equipaggiamento da un catalogo di vendita per corrispondenze di Chicago e inizia a fare il fotografo di strada. Weegee girava con un asinello fotografando i bambini e rivendendo le foto alle famiglie. Poco più che adolescente lascia la famiglia e comincia a lavorare come aiuto in uno studio, dormendo nelle stazioni e nelle missioni, passando poi a scattare fototessere, svolgendo il suo lavoro ovunque, sempre, mattino e sera, ritraendo quella città che conosceva sempre meglio, strappando dei momenti con la sua macchina fotografica. Quando inizia a fare il freelance per i quotidiani, Weegee viveva su un ripostiglio sopra la centrale di polizia (quando non dormiva in macchina). Intercettava sulla sua radio le emergenze della polizia, correva sul luogo del delitto arrivando spesso prima degli stessi poliziotti. Riusciva sempre a scattare foto dei volti dei suoi “modelli”, che fossero poveri diavoli a cui era scappata la mano o noti mafiosi. Il suo tempismo era talmente risaputo che lo si prendeva in giro dicendogli che dove c’era lui ci scappava il morto, valendogli alla fine degli anni Trenta il soprannome di “Omicidi Spa”.

“Weegee di Weegee” – Weegee

Si potrebbe obiettare che nello scrivere la sua storia l’autore abbia colorito molti dei particolari, aumentando la luce laddove ci voleva; ma leggendo il libro ci si rende conto che il risultato è totalmente reale e che l’anima messa a fuoco del suo autore non è sovraesposta.

Weegee lavorò praticamente per tutta la vita senza contratto fisso con nessuno. Passando per la Acme Newspictures (la catena che forniva fotogravie ai maggiori quotidiani) la sua lunga carriera prosegui per decenni, fino ad arrivare a Life, Vogue, a dirigere una rivista sua, ed approdare al cinema. Weegee si fece le ossa vivendo di notte, frequentando i locali dei malviventi e inseguendo (più spesso montando su) le volanti della polizia, immortalando ogni vizio, depravazione, malefatta, cadavere, prostituta di New York. Le sue fotografie sono passionali, commoventi, sempre corredate da pungenti didascalie – che scriveva lui stesso. Con la cronaca nera arrivò alla fama e nel 1947 accettò una proposta dalla “città degli zombie” (Hollywood). Fotografò divi, politici, la sua arte si evolse sempre più, fino all’invenzione di tecniche fotografiche innovative, come gli specchi deformanti dal sapore cubista. Oggi è considerato il padre del fotogiornalismo e oltre Ellroy, anche altri l’hanno omaggiato: dal personaggio di Jude Law in Era mio padre, al film The Public Eye, in cui Joe Pesci interpreta proprio Weegee.

“Weegee di Weegee” – Weegee

Scanzonato, autoironico, tagliente, crudo: leggere Weegee che si racconta è leggere la vita che va avanti freneticamente. Senza peli sulla lingua, la sua è un’autobiografia che attira l’attenzione quanto le sue fantastiche foto in bianco e nero. Riempirsi gli occhi di immagini e chiaroscuri, stupirsi del passato e intenerirsi, oppure riderne. Un genio senza alcun tipo di pregiudizio e vincolo, libero e critico, Weegee è come immaginiamo che sia stata quella New York: sporca, popolosa, poverissima, ricchissima, pericolosa, tranquilla, meravigliosamente bella da guardare perché incredibilmente viva.

Azzurra Scattarella

Weegee, Weegee di Weegee, Edizioni Contrasto, € 19.90, 2011


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