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What difference does it make, la differenza di chi fa musica

Creato il 17 febbraio 2014 da Cannibal Kid
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WHAT DIFFERENCE DOES IT MAKE, LA DIFFERENZA DI CHI FA MUSICAWhat Difference Does It Make – A Film About Making Music (USA, Germania 2014) Regia: Ralf Schmerberg Genere: documentario musicale
What Difference Does It Make è il titolo di un documentario che farà la gioia di tutti gli appassionati di musica. Soprattutto chi la musica la fa, ci prova a farla, e pure chi se la vorrebbe fare. In occasione dell’anniversario dei 15 anni della Red Bull Academy, il regista tedesco specializzato in documentari Ralf Schmerberg ha messo a disposizione il suo talento visivo per un bel docu che ci proietta dentro il suono. Tra concerti, lavoro in studio e performance dove capita, anche giù in metropolitana, la cosa più affascinante di questo What Difference Does It Make? (il titolo è un omaggio a un pezzo degli Smiths) è proprio l’aria che si respira. Aria di musica a pieni polmoni. Questo è il cuore della pellicola.
WHAT DIFFERENCE DOES IT MAKE, LA DIFFERENZA DI CHI FA MUSICALa parte chiamiamola più razionale, il cervello della pellicola è invece fatta di parole. Tante parole che ci arrivano dai vari cantanti, musicisti e artisti intervistati per l’occasione. Spazio allora ai racconti e alle esperienze di Debbie Harry dei Blondie, a Erykah Badu, Giorgio Moroder, Nile Rodgers, Brian Eno, a un bellissimo Lee ‘Scratch’ Perry, a Richie Hawtin, Q-Tip, Rakim, Skream, a James Murphy ex LCD Soundsystem e producer dell’ultimo album degli Arcade Fire. Una serie di nomi grossi tutti impegnati a fornirci i loro personali resoconti. Lasciando fuori i divismi e le esagerazioni tipici dello showbiz, quello che ne viene fuori è un racconto corale che testimonia una grande passione per la musica. Il pregio di questo lavoro è proprio quello di proporre un sacco di realtà differenti, presentando una grande varietà di modi di rapportarsi alla musica, alla creazione e pure alla vita, attraverso artisti di epoche e generi differenti. Un pregio che può essere visto anche come il limite principale del documentario, che risulta in questo modo leggermente dispersivo. Il suo scopo comunque lo raggiunge. Non fotografare un solo determinato stile musicale, ma un sacco di approcci. Dove poter guardare questa chicca, una visione consigliata in particolare ai musicomani, ma comunque molto ben realizzata da un punto di vista tecnico-cinematografico e quindi apprezzabile un po’ da tutti? Sul sito redbullmusicacademy dove sarà visibile in streaming gratuito a partire da domani. Buona visione, allora, e soprattutto buon ascolto. (voto 6+/10)

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