Magazine Cinema

Wolf Creek

Creato il 16 gennaio 2012 da Giuseppe Armellini
Wolf Creek
PRESENTI SPOILER
Incredibile, non si fa a tempo di parlare di horror australiano (con Primal) che Rai Movie mi mette in programmazione 2 giorni dopo questo ottimo, quasi grandissimo, Wolf Creek. Ed è altrettanto incredibile come per 5 lunghi anni non l'avessi mai visto malgrado l'abbia sempre avuto in dvd e sentito sulla bocca di tanti.
Bello, davvero bello.
Film sobrio ed essenziale come il paesaggio in cui è ambientato, lo sterminato e cinematograficamente magnifico bush australiano.
Niente di nuovo nel plot, anzi, trama piuttosto banalotta. Tre amici partono per il solito viaggio all'insegna dell'avventura, la macchina gli si ferma, vengono aiutati da un finto buon samaritano che si rivela essere invece un killer bla bla bla bla.
Quello che fa grande Wolf Creek è la qualità dell'insieme, davvero notevolissima.
Ad una prima parte standard incentrata sui vari cazzeggi dei giovini, fa seguito l'arrivo allo straordinario cratere di Wolf Creek (in realtà Wolfe dal nome dello scopritore, i lupi non c'entrano niente). Si inizia a respirare un pò di fatalismo nell'aria, l'atmosfera si fa sempre più densa. E ad una brevissima cornice che flirta un pò col paranormale (lo stop agli orologi e all'automobile), fa seguito l'arrivo del mitico Mick.
Comincia con lui un altro film, una mezz'ora pazzesca per ritmo e qualità (anche qualche errorino ma ci sta), tra le migliori mezz'ore nel genere survival degli ultimi anni.
Mick è un personaggio davvero straordinario perchè fisicamente e caratterialmente normale. Nessun uomo deforme, nessun pazzo (a almeno non all'apparenza), niente case degli orrori et similia. Mick è strano, quello sì, le sue battutine e doppi sensi accanto al fuoco mettono i brividi. Il modo poi in cui si mette a fissare il ragazzo è davvero inquietante. Però i ragazzi si fidano. La mattina del giorno dopo capiranno, loro malgrado, con chi avevano a che fare...
In Wolf Creek c'è un uso delle location favoloso, la discarica in cui si ambienta buona parte del massacro ad esempio è eccezionale, un luogo quasi alla videogame, pieno di posti ed anfratti, finestre, macchine ferme e casupole. Suggestive anche le immense praterie degli esterni e il burrone. In questo aspetto aiuta molto una splendida fotografia.
La regia, a mio parere, dà il meglio di sè nella fantastica scena in soggettiva dalla finestra, girata (e interpretata) davvero magistralmente. Anche il livello della violenza è davvero notevole, terribile a questo proposito "la testa sullo stecco", una scena che oltrepassa il genere del torture per andare in una dimensione più "intima" ed emotivamente devastante, una di quelle scene cioè in cui la pena per il protagonista e l'empatia con lo stesso raggiunge climax altissimi.
Ma è altrove il capolavoro di Wolf Creek. Non so se abbia già visto questa "tecnica" in precedenza ma ho trovato assolutamente geniale il fatto di farci credere ogni volta che il/la protagonista principale fosse uno per poi smentirci poco dopo. E' evidente sin da subito come la protagonista assoluta, la cosiddetta final girl, sia Liz. Ebbene, sarà la prima a morire. E quando gli "subentra" Kristy, lo spettatore è tutto con lei, sicuro che sia il suo lo scontro definitivo con il pazzo assassino. Ecco invece che c'è la seconda sorpresa, anche Kristy esce di scena e dal dimenticatoio torna fuori  Ben, che da comprimario diventa personaggio principale, tra l'altro in un finale che non mi aspettavo affatto.
Una chicca di sceneggiatura in un horror davvero notevole.
Tra l'altro, bravissimi gli attori, anni luce sopra la media del genere.
Chapeau!
(voto 7,5)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :