Magazine Gadget

WolfWars – Il coraggio di un card game

Da Videogiochi @ZGiochi
di Michele Lerda

Quando si parla di giochi di carte collezionabili è impossibile non pensare a Magic: The Gathering, prodotto che ha creato un mercato, lo ha portato al suo massimo splendore e da sempre lo domina in maniera praticamente incontrastata. Negli anni abbiamo visto numerosi titoli tentare di guadagnarsi un posto in questo settore poco affollato, ma non particolarmente aperto ai nuovi arrivati. Naturalmente tutte le difficoltà iniziali possono essere superate se il prodotto in questione è valido e abbiamo visto recentemente un altro titolo, unicamente online, guadagnarsi una schiera di giocatori talmente vasta che presto potrebbe raggiungere quanto a numeri i fan del gioco di Wizard of The Coast. WolfWars è un gioco che vuole tentare l’impresa, non potendo contare su un immenso budget iniziale il prodotto di Peter Hrdy sostituisce i soldi con il coraggio, forte di uno stile grafico decisamente interessante. Vediamo insieme se questo “living card game”, da poco in versione Early su Steam ha il potenziale per sfondare presso il grande pubblico.

wolftitle

Credi nelle carte

WolfWars è attualmente disponibile in versione Accesso Anticipato, cosa che ci ha permesso di provare le sue meccaniche pur tenendo conto che molte cose dovranno cambiare prima della release ufficiale. Il comodo tutorial ci spiega a grandi linee il nostro ruolo e cosa è necessario fare per vincere. I giocatori hanno dei punti vita e posso giocare carte con determinati costi di attivazione e cooldown prima che possano essere usate nuovamente. Il gameplay proposto è una via di mezzo tra quello di Magic e quello di Heartstone, con meccaniche semplici e un regolamento veloce da apprendere, la differenza più importante rispetto agli altri giochi sono le partite che si svolgono sempre con quattro giocatori. Nonostante quanto si possa pensare, il numero maggiore di partecipanti alla sfida non genera comunque tempi morti, grazie alla presenza di tre fasi in cui i giocatori lavorano sempre contemporaneamente. All’inizio tutti pescano dal mazzo giocano una carta scegliendo chi attaccare, successivamente si contano i danni e si chiude il turno applicando gli effetti del cooldown.

Consci che WolfWars è un titolo a basso budget e ancora lontano dall’essere pubblicato ci risulta davvero difficile sorvolare sui problemi strutturali enormi con cui il gioco ci si presenta. Terminato il breve tutorial, il gioco ci propone di cercare una partita online oppure sfidare i bot gestiti da una IA. In un gioco in Early Access è normale trovare i server vuoti, capita con tutti i giochi anche quelli ben più famosi, il problema è che in questo caso è impossibile giocare anche in single player.

In un titolo con quattro partecipanti è naturale che si formino alleanze dei più deboli per eliminare prima i più forti, sfortunatamente se la cpu che controlla tre avversari decide che per voi è il momento di morire allora c’è ben poco che possiate fare per difendervi dagli attacchi. Una tale situazione di per sé sarebbe accettabile se l’evento si verificasse raramente, in WolfWars gli evidenti problemi nella IA hanno fatto sì che questo capitasse praticamente in tutte le partite dove il livello di difficoltà fosse settato sopra il minimo. Se si prova la modalità Survive le cose vanno pure peggio, in teoria dovrebbe essere una modalità in cui ogni volta che un giocatore viene abbattuto ne arriva uno nuovo, dobbiamo usare il condizionale perché è impossibile averne la certezza, il gioco non dà spiegazioni a riguardo e non esiste un sito su cui leggere notizie o regole in merito. Inoltre a causa di un bug non siamo riusciti a giocarci realmente, eravamo in partita, ma dopo venti minuti i punti vita continuavano ad essere inalterati e abbiamo abbandonato per eccesso di noia.

Gli artwork delle carte sono indubbiamente molto belli, al momento i lati positivi si fermano qui. I mazzi e le carte a disposizione sono ancora pochi e non permettono di sviluppare la varietà che in questo genere è assolutamente necessaria. Il gioco è ancora lontano dall’essere completato, ma il dubbio che sorge e se lo sviluppatore non abbia sbagliato la commercializzazione. WolfWars viene venduto a circa 5 euro e ha una assoluta necessita del feed dei giocatori che lo aiutino a migliorarlo e a renderlo più dinamico. Pur comprendendo tutti problemi di uno sviluppatore indipendente, ci è difficile pensare che un giocatore decida di pagarlo e giocarci quando sul mercato ci sono prodotti ad uno stadio decisamente più avanzato e free-to-play. Noi non possiamo che augurare a WolfWars un grandissimo successo ma è evidente come il gioco necessiti ancora di un lungo lavoro di ottimizzazione prima di poter pensare di scontrarsi con i giganti del settore.

WolfWars – Il coraggio di un card game


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :