A volte ti imbatti in artisti veramente bravi, e che meriterebbero più visibilità, nel momento più inaspettato, magari mentre stai seguendo anche un festival musicale in TV (che anch’esso meriterebbe più evidenza) come quello che assegna il premio Luigi Tenco.
Casualmente, e proprio in questo modo, ho potuto apprezzare la bravura e l’originalità non solo della voce ma anche dello spessore stilistico di Zibba&Almalibre.
Voce da crooner e ritmi da musica folk con qualche spruzzatina di etnica e world music per uno spettacolo acustico davvero particolare messo in piedi dal quintetto assortito di musicisti italiani che trova la sua massima cifra stilistica nel violino di Fabio Biale.
In realtà il gruppo è composto da eccellenti elementi, dal frontman Zibba al batterista Andrea “Bale” Balestrieri passando per il bassista Stefano Cecchi, il sassofonista Stefano Riggi, il chitarrista Stefano Ronchi a cui si aggiunge l’ottimo violinista.
Sebbene l’esordio sia datato 2002 per il successo si deve aspettare il 2007 con Senza smettere di far rumore, un album che rappresenta tutta la cifra stilistica della band e che contiene alcuni pezzi bellissimi come Neve D’Estate, Margherita e Anche Se Oggi Piove
Purtroppo Zibba&Almalibre si vedono pochissimo in tv e si ascoltano ancora meno in radio essendo un progetto che esula dal circuito AmiciXfactor, e consentitemi di essere molto polemico in questo caso, fanno parte di una leva di ottimi artisti italiani costretti ad esibirsi sporadicamente e con pochissima visibilità a livello nazionale e internazionale come Alessandro Mannarino e Dente.
Personalmente ho avuto il piacere di ascoltarli in occasione di un concerto dedicato all’anniversario della morte di Rino Gaetano la scorsa estate e devo proprio dirvi che dal vivo fanno proprio un bell’effetto. Spero che la giuria del prossimo Sanremo legga Post Scriptum.
A proposito, Zibba&Almalibre hanno aperto solo per i concerti di Goran Bregovic e Vinicio Capossela, tra gli altri.
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