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Due anni dopo... per non dimenticare... L'Aquila torna a volare!
Ricordo quel 6 Aprile di due anni fa come se fosse ora. Ero reduce da una settimana a letto con l'influenza quando, nel pieno del sonno,(alle famose 3:32) fui svegliato da quel tragico terremoto. Un frastuono incredibile.
Un tumulto infernale che duro' 19 secondi, ma che sembro' davvero infinito.
Dentro di me una sensazione stranissima, e la volonta' di abbandonare immediatamente il quinto piano di quel palazzo. Scesi in strada di corsa e trovai una folla impaurita e ancora frastornata.
Le voci rimbalzavano come palline da ping pong impazzite, e le prime notizie si rincorrevano confusamente.
Andai a farmi un giro in macchina per allentare le tensione del momento, e trovai le strade della citta' trafficatissime, manco fosse l'ora di punta. Pensai subito ai miei amici che studiavano all'Aquila (io abito a 70 km di distanza) e provai a contattarli telefonicamente, ma le linee erano in tilt.
Quella notte dormii (si fa per dire) in auto, nel parcheggio del palazzetto dello sport che era pieno di macchine come quando il Teramo basket giocava in casa.
Il mattino seguente riuscii finalmente a sentire i miei amici, ma venni a sapere anche che il bilancio delle vittime stava inesorabilmente aumentando. In citta' intanto, si respirava un'aria pesante; serpeggiava una specie di psicosi collettiva, e ogni scossa di assestamento rimbombava come l'onda lunga di quel terribile giorno. Ricordo che fui costretto ad emigrare per qualche giorno a Roma a casa di amici, per scacciare i fantasmi e le angosce che albergavano in me in quel periodo.
Tutto il resto, lo sapete, e' storia recente. Pero' mi e' capitato di tornare all'Aquila qualche settimana fa, e devo dire che ho assistito ad uno scenario davvero deprimente. Il centro storico praticamente chiuso e presidiato dai militari, che manco la Gestapo ai tempi del nazismo, vita universitaria ormai smarrita e attivita' commerciali che stentano a rinascere. E poi c'e' il problema delle case. Ma non voglio addentrarmi in discorsi politici; finirei per scadere nel populismo piu' bieco e banale.
Vorrei anzi congedarmi con una citazione e con un auspicio "Forte non e' chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi" (Goethe).
L'Aquila torna a volare!
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