da leggere insieme l’intervista al sociologo Marco Omizzolo
La prima volta che Martino Di Silvestro ha fotografato i sikh dell'agro pontino era il 2004 quando, per puro caso, partecipa al corteo religioso che si svolge tutti gli anni nel mese di giugno a Sabaudia. La festa celebra il sacrificio del quinto divino sikh, considerato dai devoti un’incarnazione consapevole della grazia di Dio, Shri Guru Arjan Dev Ji. Da allora una o più volte all'anno ritorna in questi luoghi aggirandosi nei paraggi di un residence per la villeggiatura estiva mai abitato dai vacanzieri nei pressi di Bella Farnia.
L’indole mite dei sikh, l’assenza di diffidenza e la totale disposizione a lasciarsi ritrarre gli hanno offerto la possibilità di un atto fotografico lento e prolungato in controtendenza al suo consueto fotografare rapido quasi furtivo. I sikh, in queste fotografie, non costituiscono lo sfondo di un paesaggio ma sono il paesaggio che ogni giorno trasformano con il proprio lavoro e abitano dispersi nei mille anfratti abbandonati all'interno della pianura. I sikh sono terra. Una terra che racconta l’ennesima dura storia delle ‘terre di speranza’.3 dicembre 2012
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