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007 Skyfall, la recensione integrale

Creato il 15 novembre 2012 da Postscriptum

007 Skyfall, la recensione integrale
Come spesso accade, Post Scriptum propone per voi recensioni complete di Film, Album musicali, Videogiochi che ci hanno magari interessato in modo davvero particolare. Stavolta, dopo averlo presentato il 31 ottobre, parliamo in maniera approfondita di “007 Skyfall”.
Per il 23° Capitolo di James Bond, l’agente segreto britannico creato da Ian Fleming, è stato scelto ancora una volta come 007 Daniel Craig diretto questa volta da Sam Mendes. Come annunciato dai produttori, “Skyfall” sarebbe stato una novità in molti punti, a cominciare dallo stile narrativo del film. La sceneggiatura affidata a Neal Purvis, Robert Wade e John Logan ha davvero poco a che vedere con quella dei precedenti capitoli. Perché se l’introduzione a Istanbul e i titoli, con le animazioni classiche e la canzone di Adele “Skyfall” sono come sempre da tradizione, ecco che dal ritorno a Londra di James Bond, dopo il suo ferimento, si vede che c’è qualcosa di diverso: dopo le brevi missioni riuscite a Shanghai e Macao, da dove cattura il nemico interpretato da Javier Bardem, Silva alias Thiago Rodriguez, proprio Londra diventa ‘insolita’ protagonista per un film di 007: mai, se non per brevi tatti, a inizio missione, la capitale inglese era divenuta luogo di azione per così lungo tempo, per andare stavolta a finire addirittura nella brughiera scozzese a Skyfall, residenza d’infanzia di James Bond, e sarà la location dello scontro finale tra l’evaso Silva e 007. Ciò che sbalordisce, almeno me che da sempre sono fan della serie, è la struttura che viene data alla storia, perché i temi del cybercrime e del terrorismo, più che mai attuali, trasformano “Skyfall” in una lotta non più tra 007 e il nemico, ma tra 007 e un pericolo globale, anche se il tutto vorrebbe essere ridotto allo scontro personale tra Bond e M contro Silva, e portare il finale nella residenza antica di 007 serve poi a sfidare il nemico in un posto familiare, personale appunto, di Bond. Sembra quasi, nelle scene dell’attentato all’MI6 prima e poi alla sede dell’udienza a cui è chiamata M, oppure nell’esplosione nella metropolitana, di vedere riferimenti a “Il Cavaliere Oscuro”, secondo capitolo della saga di Christopher Nolan, in cui Joker si fa catturare per poi scatenare l’inferno a Gotham City e sovvertire il potere costituito nel suo delirio senza limite e gettare nel panico la popolazione. E se lì è Batman a fermare il nemico, qui deve pensarci 007, che diventa dunque colui che come in altre missioni ha fermato terroristi, criminali o delinquenti della peggior specie, ma stavolta il nemico è arrivato a Londra, e non minaccia di tirare missili nucleari o di far scatenare la guerra tra URSS e USA-GB, ma arriva con estrema semplicità in Gran Bretagna. Se prima era la SPECTRE il nemico invisibile, adesso un pazzo, ex agente dell’MI6, dal passato oscuro e dalla personalità ambigua, si impadronisce di dati segreti e fa saltare il sistema informatico dell’Intelligence britannica. Cambiano i tempi, se il pericolo era la Guerra Fredda prima, ora il terrorismo incontrollato è ciò che si deve temere. Ma naturalmente la nuova introduzione di personaggi storici come Miss Moneypenny, una splendida Naomie Harris, e di Q, il bravo Ben Whishaw, restituiscono tradizione al film, anche se Moneypenny non è più la donna innamorata di Bond impersonata da Lois Maxwell, ma un giovane agente segreto che si lascia sfuggire(sarà sempre così?) al fascino di Bond e che adesso viene scelta dal nuovo capo, interpretato da un’ottimo Ralph Fiennes, come segretaria qualificata. Dopo sette film infatti M cambia volto(tragicamente) e da Judi Dench incontreremo Fiennes nel ruolo di Gareth Mallory che prima ha un atteggiamento di superiorità verso 007 e tutto l’MI6 forse, ma presto diverrà uno di loro. E James Bond?
Daniel Craig si dimostra ancora una volta agile e diretto nel ruolo. Forse addirittura più comodo, un’espressione sofferente ma più rilassata in molto punti del racconto. Addirittura lo si vuol far passare per rammollito, dato che non riesce neppure a superare i test di idoneità fisica dopo che tutti lo credevano ucciso, salvo recuperare in tempo la brillantezza che lo caratterizza e umanizzare James Bond è un’idea, ma ce n’è proprio bisogno?
E se consideriamo un commento musicale di Thomas Newman apprezzabile, col tema di Monty Norman ripreso in un’occasione, la fotografia eccellente di Roger Deakins, ecco che la regia di Sam Mendes porta qualcosa di nuovo. Sfrutta molto la profondità, lo spazio, inquadra gli attori all’interno di un contesto, ma usa molto la tecnica di avvicinamento, come nell’entrata in scena di Silva, con l’inquadratura fissa alle spalle di 007 e l’antagonista che si porta verso la camera di ripresa, come a venire lui verso il racconto, e non viceversa, a dare la sensazione di un qualcosa di inevitabile contro cui Bond deve scontrarsi. Scene di azione efficaci, attenzione ai dettagli come nel mostrare pienamente l’Aston Martin d’epoca, giusta considerazione al ritmo dei dialoghi, direzione d’autore, in definitiva.
007 Skyfall, la recensione integrale
Ciò che in conclusione lascia qualche dubbio, cari lettori, è se il tentativo di portare 007 in una dimensione differente sia riuscito oppure no. Da apprezzare il tentativo, sicuramente, poiché se si vuole dare un indirizzo diverso alla serie, si deve cominciare. Ma si sente davvero la necessità? I produttori evidentemente lo hanno fortemente voluto, perché trasformare l’agente segreto perfetto in un uomo sicuro di sè ma facile da colpire, a cui viene però affidata la vita del capo dell’MI6 e il compito di continuare a dare credibilità al Servizio Segreto britannico, formato da uomini disposti a tutto e abituati alle regole nell’epoca della tecnologia, e portarlo a sfidare un nemico come Silva con armi improvvisate e senza le invenzioni di Q, è un rischio che magari valeva la pena correre. Ma attenzione a non far diventare 007 come un qualsiasi agente segreto visto in chiave moderna, perché se la serie compie 50 anni, un motivo ci deve essere. Rinnovare i contenuti sì, dare una scrittura maggiore al film bene, accentuare i rapporti personali tra i protagonisti rende il racconto più avvincente, ma non perdere mai il riferimento classico di James Bond. E’ stato già annunciato il prossimo capitolo, “Skyfall” è promosso ma siamo certi che nel Film successivo classico e moderno sapranno incontrarsi ancora meglio.
007 Skyfall, la recensione integrale

007 Skyfall(Skyfall), di Sam Mendes, GB, USA 2012, azione, spionaggio
con Daniel Craig, Judi Dench, Ralph Fiennes, Javier Bardem, Naomie Harris, Albert Finney, Ben Whishaw, Rory Kinnear, Berenice Marlohe, Ola Rapace, Helen McCrory, Nicholas Woodeson, Bill Buckhurst,  Elize du Toit, Gordon Milne
Sceneggiatura: Neal Purvis, Robert Wade, John Logan ideato sul personaggio creato da Ian Fleming
Fotografia: Roger Deakins
Montaggio: Stuart Baird
Musica: Thomas Newman
Prodotto da Eon Productions, Danjaq, Metro Goldwyn-Mayer, Columbia, Sony Pictures, colore, 142′

Giuseppe Causarano


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