Nel 1996, tre anni dopo l'enorme successo e la pioggia di riconoscimenti raccolti con il suo capolavoro, Lezioni di piano, la regista neozelandese Jane Campion decise di tornare dietro la macchina da presa portando sullo schermo uno dei suoi romanzi preferiti: Ritratto di signora, uno dei classici dello scrittore americano Henry James. Una co-produzione internazionale ambientata fra l'Italia e la Gran Bretagna nella seconda metà dell'Ottocento, in cui vengono esplorati i temi della libertà femminile, del conflitto fra i legami familiari e il desiderio di indipendenza e delle illusioni generate dal desiderio amoroso (qui la nostra recensione).
È Nicole Kidman, all'epoca star in ascesa, a prestare il volto a Isabel Archer, l'eroina del romanzo di James: una giovane e ricca ereditiera dal carattere indomito, che tuttavia, fra dubbi e turbamenti, finirà per cadere nella trappola tesale da uno dei suoi corteggiatori, l'ambiguo Gilbert Osmond, interpretato con sottile cinismo da John Malkovich. La parabola di Isabel, legata sentimentalmente al cugino Ralph Touchett (Martin Donovan), uomo dalla salute malferma, ma sempre più oppressa dall'autoritario Osmond, è messa in scena dalla Campion con un'estrema eleganza formale, capace però di esprimere appieno il senso di modernità del racconto e l'universo emotivo della protagonista, con alcune soluzioni cariche di originalità e di suggestione (incluso il memorabile finale).
All'epoca della sua uscita, Ritratto di signora non riuscì purtroppo a replicare il successo di Lezioni di piano e a dispetto dei suoi meriti fu parzialmente sottovalutato, benché una bravissima Barbara Hershey abbia guadagnato la nomination all'Oscar come miglior attrice supporter per il ruolo di Madame Serena Merle, ex-amante e subdola alleata di Osmond. In compenso, nel tempo il film della Campion si è affermato come una delle migliori trasposizioni sullo schermo dalla grande letteratura del passato, in virtù del magistrale lavoro della regista, dell'apporto di un cast di altissimo livello e dell'ottima prova della Kidman, che nella parte di Isabel mostra già tutto il suo talento drammatico.
E CG Entertainment ha riproposto ora in Dvd l'eccellente pellicola di Jane Campion, restituendone tutto l'incanto visivo - l'ardita fotografia di Stuart Dryburgh, i meravigliosi costumi di Janet Patterson - e mettendo a disposizione il film anche in lingua originale con i sottotitoli. Un particolare motivo d'interesse di questa edizione è costituito inoltre dal documentario presente fra i contenuti extra: un "viaggio" sul set del film di quasi un'ora di durata, composto interamente da momenti catturati durante le riprese e accompagnato dalle voci della Campion e dei protagonisti del film.
Dalla fatica di un progetto così lungo e impegnativo (oltre due mesi di riprese in varie località d'Europa) ai motivi che la legano alla figura di Isabel, la Campion ci propone dunque una sorta di diario in cui ripercorre pensieri, preoccupazioni e aneddoti dal set: la sua passione per il libro di Henry James, l'impegno di essere una giovane madre con ritmi di lavoro serratissimi e in particolare il suo rapporto con gli attori, dalle insicurezze di Shelley Winters (uno dei nomi illustri all'interno del cast) alle indicazioni date alla Kidman. Un'interessante testimonianza della genesi di uno dei melodrammi più belli e più densi degli ultimi vent'anni di cinema.