01/12/2014 - EEA: L'elevato costo dell'inquinamento Industriale in Europa

Creato il 01 dicembre 2014 da Orizzontenergia

Dal Rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente si evince che nel periodo 2008-2012, considerando la stima più bassa, il 50% dei 329 miliardi di euro per i costi, conseguenti all'impatto sulla salute delle emissioni inquinanti degli impianti industriali europei, sono stati causati dall’1% degli impianti presi in esame, quasi tutti sono centrali termoeletriche alimentate a carbonecarbone
Il carbone è una roccia sedimentaria composta prevalentemente da carbonio, idrogeno e ossigeno. La sua origine, risalente a circa 300 milioni di anni fa, deriva dal deposito e dalla stratificazione di vegetali preistorici originariamente accumulatisi nelle paludi. Questo materiale organico nel corso delle ere geologiche ha subito delle trasformazioni chimico-fisiche sotto alte temperature e pressioni. Attraverso il lungo processo di carbonizzazione questo fossile può evolvere dallo stato di torba a quello di antracite, assumendo differenti caratteristiche che ne determinano il campo d'impiego.
I carboni di formazione relativamente più recente (ovvero di basso rango) sono caratterizzati da un'elevata umidità e da un minore contenuto di carbonio, quindi sono 'energeticamente' più poveri, mentre quelli di rango più elevato hanno al contrario umidità minore e maggiore contenuto di carbonio.
e lignitelignite
Tipologia di carbone caratterizzato da un grado di maturazione poco spinto. Essa, infatti, presenta un contenuto di carbonio pari al 67 % circa, contro l'85 % dei carboni impiegati per scopi energetici.
. Inoltre illustra la classifica degli impianti più inquinanti e dei costi sostenuti dai vari Paesi.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha pubblicato recentemente il Rapporto annuale “Costs of air pollution from European industrial facilities 2008-2012”, che si concentra sui costi dei danni causati alla salute ed all'ambiente (morti premature, costi per ricoveri ospedalieri, giornate di lavoro perse, problemi di salute, danni agli edifici e riduzione dei rendimenti della produzione agroalimentare) dovuti alle emissioni inquiannti degli impianti industriali. Il rapporto prendere in cosiderazione una serie di stime dei costi sulla base di diversi metodi disponibili e attualmente utilizzati dai decisori politici per calcolare i costi dei danni correlati.

Il Rapporto non valuta, comunque, se le emissioni prodotte dagli impianti siano in linea con i requisiti di legge e non tiene inoltre conto dei vantaggi economici e sociali indotti dal settore industriale, come produzione, occupazione ed entrate fiscali.

Secondo l'EEA, i costi derivanti dall’inquinamento atmosferico e dai gas ad effetto serraeffetto serra
Fenomeno fisico per cui alcuni gas contenuti nell'atmosfera (anidride carbonica, vapore acqueo, metano, ecc..) intrappolano il calore proveniente dal sole facendo in modo che la temperatura media sulla Terra permetta la vita delle varie specie. Il meccanismo è simile a quello che avviene in una serra, da cui il nome. Tuttavia l'aumento e, dunque, la situazione di squilibrio della concentrazione di tali gas è causa di un eccessivo riscaldamento della superficie del pianeta con conseguenze anche pesanti sugli ecosistemi, su scala globale.
prodotti dagli impianti industriali europei sarebbero stati, nel periodo preso in esame (2008-2012), di almeno 329 miliardi di euro, ma secondo alcune stime meno prudente pare abbiano raggiunto la cifra di 1.053 miliardi di euro.

Mentre tutti sottolineano i vantaggi della produzione industriale ed energetica - ha dichiarato il Direttore esecutivo dell’EEA, Hans Bruyninckx - questa analisi dimostra che le tecnologie utilizzate da questi impianti impongono costi nascosti per la nostra salute e l'ambiente. L’industria è solo una parte del quadro, è importante riconoscere che altri settori, soprattutto trasporti e agricoltura, contribuiscono altrettanto alla scarsa qualità dell’aria”.


ALCUNE NOTE:
La maglia nera spetta alla Germania che detiene 8 delle industrie più inquinanti, seguita dalla Polonia a quota 6 e dalla Romania a 4. L’Italia è tra i Paesi più inquinanti insieme alla Germania, alla Polonia, alla Francia e alla Gran Bretagna. In questi Paesi si concentra infatti gran parte del tessuto industriale europeo.

L’Italia può vantare un triste primato: la presenza sul suo territorio di una delle 30 industrie più inquinanti di tutta l’Unione Europea. Si tratta dell’Ilva di Taranto, oggetto negli ultimi anni di lotte giudiziarie e proteste di lavoratori e cittadini.

A fare più danni sono gli impianti energetici. Per ciò che concerne l'Italia i più inquinanti sono la centrale termoelettricacentrale termoelettrica
È un impianto di produzione di energia elettrica che utilizza il calore sviluppato dalla combustione per produrre vapore ad alta temperatura in grado di mettere in movimento speciali turbine. La turbina mette in rotazione un albero a sua volta collegato a un generatore elettrico capace di trasformare l'energia rotazionale in energia elettrica.
I combustibili possono essere solidi (carbone, legno, torba, ...), liquidi (petroliopetrolio
Combustibile di colore da bruno chiaro a nero, costituito essenzialmente da una miscela di idrocarburi. Si è formato per azioni chimiche, fisiche e microbiologiche da resti di microorganismi (alghe, plancton, batteri) che vivevano in ambiente marino addirittura prima della comparsa dei dinosauri sulla terra. I principali composti costituenti del petrolio appartengono alle classi delle paraffine, dei nafteni e degli aromatici, che sono composti organici formati da carbonio e idrogeno e le cui molecole sono disposte secondo legami di varia natura.
, gasolio...) o gassosi (metanometano
Idrocarburo che rappresenta il costituente principale del gas naturale.
, biogas, ...).
Principalmente le centrali termiche utilizzano i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) che hanno elevato potere calorifico e si trovano ancora in grande quantità, anche se sono destinati all'esaurimento.
All'attuale tasso di consumo, le stime di durata delle scorte vanno da 40-60 anni per il petrolio, a 200 anni per il carbon fossile.
Il problema principale legato all'utilizzo dei combustibili fossili è quello dei sottoprodotti della combustione che sono estremamente nocivi per l'ambiente: il metano (gas naturale) è quello che ha i più bassi valori di emissioni inquinanti, tanto che è previsto il suo graduale impiego in sostituzione del carbone e del petrolio.
Per piccole potenze e per impianti di cogenerazione (teleriscaldamentoteleriscaldamento
Sistema che consente di distribuire calore presso le utenze, a partire da una centrale di produzione (per esempio centrale di cogonerazione, termovalorizzatore, ecc...). Il calore viene trasportato sotto forma di acqua calda o vapore all'interno di condotti interrati e può servire per riscaldare gli ambienti oppure per produrre acqua calda sanitaria. Nelle abitazioni servite dal teleriscaldamento la caldaia viene sostituita da uno scambiatore di calore, consentendo una diminuzione delle emissioni e un risparmio di combustibile.
) si utilizzano combustibili naturali non fossili (biomassabiomassa
In generale si identifica con biomassa tutto ciò che ha matrice organica ad eccezione delle plastiche e dei materiali fossili. Come indicato nel decreto legislativo del 29 Dicembre 2003 n. 387, per biomassa si intende " la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, nonchè la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani ". Ciò che accomuna le diverse tipologie di biomassa è la presenza di carbonio che mette a disposizione un elevato potere calorifico eventualmente sfruttabile per fini energetici.
, biogas ...) poco inquinanti ma con basso potere calorifico.
Federico II di Brindisi; la raffineria di Gela; la raffineria di Augusta; la Saras raffinerie; le centrali di Vado Ligure e Fiume Santo.



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