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03/12/2015 - Clima: obiettivo green economy, l’Italia è ripartita da qui [Intervista al Ministro Gianluca Galletti]

Creato il 03 dicembre 2015 da Orizzontenergia

Il Ministro in una intervista a L’Unità: "Cop21 crei strumento per de-carbonizzare il pianeta"

Clima: obiettivo green economy, l’Italia è ripartita da quiA Parigi è in corso la partita del secolo e dagli spalti si vedono molti giocatori in campo. Si susseguono bilaterali tra Paesi grandi e piccoli, molti incontri riservati tra delegazioni di tecnici che stanno affrontando tutti i nodi per provare a spianare la strada del possibile accordo.
Barack Obama, nel suo ultimo incontro stampa ha almeno chiarito un punto centrale quando ha spiegato che l'eventuale accordo sul clima «deve essere vincolante, almeno per quanto riguarda la trasparenza e le revisioni periodiche degli obiettivi di diminuzione delle emissioni di gas serra».

È una delle questioni sulla quale la diplomazia climatica mondiale finora non è riuscita «a chiudere». Un meccanismo di validazione serio e incontestabile per ogni singolo impegno di riduzione di gas serra in ogni singolo Paese è determinante per superare promesse e furbizie. E la delegazione italiana sta lavorando per questa prospettiva, come spiega il ministro Gianluca Galletti.

Ministro, partiamo dall'Italia. Secondo le Nazioni Unite e l'inventario delle emissioni di Ispra, il nostro Paese ha centrato gli obiettivi di Kyoto diminuendole emissioni del 16,1% rispetto a1 1990 nel periodo 2008-2012. E’un dato incoraggiante?

«Certo. L'Italia porta a Parigi il suo buon lavoro fatto in questi anni per la riduzione delle emissioni. L'Onu oggi non ci dice solo che abbiamo tagliato il traguardo del primo periodo di impegno del protocollo di Kyotoprotocollo di Kyoto
È un accordo internazionale sull'ambiente siglato nel 1997 da oltre 160 paesi per la riduzione delle emissioni climalteranti. Entrato in vigore a febbraio 2005, prevede entro il 2012 la riduzione complessiva delle emissioni di gas serra del 5,2% rispetto ai livelli del 1990 (considerato come anno di riferimento). Per i Pesi in via di sviluppo non sono stati previsti obiettivi di riduzione. Il protocollo di Kyoto ha introdotto dei meccanismi (i cosiddetti "meccanismi flessibili") per l'adempimento degli obiettivi di ciascun Paese, favorendo la cooperazione internazionale. Essi sono il Clean developmenti Mechanism, il Joint Implementation e l'Emission TradingTrading
Attività di acquisto e/o di vendita di prodotti (materie prime o commodities) sui mercati internazionali.
.
, ma anche che siamo ‘well on track’, cioè ben avviati al raggiungimento dell'obiettivo finale. Questo dimostra che l'Italia prende sul serio gli impegni, e noi da Parigi rilanciamo la sfida nel quadro dell'accordo europeo raggiunto a ottobre scorso. L:economia green in Italia è una realtà, e rappresenta il comparto trainante della ripresa
».

Qual è l'obiettivo anche industriale del Governo in tema di economia verde?

«È quello di trasformare tutta l'economia in "green economy", traghettando il sistema dell’economia lineare del Novecento verso l’economia circolareeconomia circolare
Modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. Si tratta di un sistema opposto a quello definito “lineare”, che parte dalla materia e arriva al rifiuto.
del terzo millennio, quella che non spreca materie prime e non produce rifiuti. Questa scelta non dipende dall’esito di Parigi, è una direttiva strategica già acquisita per il futuro dell’Italia.

L’impegno alla Cop21 è portare tutta la comunità internazionale a condividere questa nostra scelta di fondo e a dotarsi di un accordo internazionale che sia uno strumento operativo e legale per de-carbonizzare l’economia del pianeta».

Nel frattempo l'Agenzia Europea per l'Ambiente dice però che l'Italia è stata maglia nera per le morti da inquinamento nelle città nel 2012.

«Credo che, come giustamente ha rilevato il ministro Lorenzin, questi dati debbano essere vagliati dal nostro Istituto Superiore di Sanità, anche per verificare se i parametri adottati siano gli stessi intuiti i Paesi oggetto della ricerca. Ciò detto, l'Agenzia ha confermato una situazione grave e nota da tempo, che non va in alcun modo sottovalutata e che il Governo sta affrontando nella consapevolezza che si tratta di un problema strutturale da superare con soluzioni strutturali. Nella pianura padana, ma anche nelle principali città italiane, da anni si rilevano sistematici superamenti dei limiti di polveri sottili e altri inquinanti derivanti dalle attività civili: i trasporti e i consumi domestici».

Questo problema può essere risolto?

«Sì, ma solo con una profonda modifica delle dinamiche urbane e delle nostre abitudini e stili di vita individuali. Dobbiamo ridurre drasticamente l'uso dei mezzi privati per il tragitto casa lavoro, spingere a fondo sui mezzi elettrici e ibridi, puntare sul car-sharing e promuovere l'uso della bicicletta come mezzo di locomozione primario e non solo nel tempo libero, anche con incentivi, come accaduto in passato, a mezzi a pedalata assistita. Dobbiamo abbandonare prima possibile i sistemi di riscaldamento di vecchia generazione che consumano e inquinano tanto. Dobbiamo pensare a ogni edificio, nuovo ma soprattutto vecchio da restaurare, come autosufficiente dal punto di vista energetico. Si tratta di moltiplicare l'uso di tecnologie esistenti. Abbiamo varato diverse azioni, e ne cito solo due. Con gli eco-bonus per le ristrutturazioni edilizie, confermato in legge di stabilità, da anni è i corso un programma di ambientalizzazione "dal basso" del patrimonio edilizio urbano con ottimi risultati ambientali e di volano occupazionale per il comparto delle costruzioni. Sulla mobilità, abbiamo finanziato negli ultimi anni 573 interventi per 625 milioni di euro in favore di 169 enti locali. Sono progetti che vanno dalla realizzazione di piste ciclabili ai servizi di auto condivise alle colonnine di ricarica per le auto elettriche, programmi di sostenibilità per il trasporto pubblico».

Come stanno procedendo i negoziati della Cop21? La posizione dell'India pro-carbonecarbone
Il carbone è una roccia sedimentaria composta prevalentemente da carbonio, idrogeno e ossigeno. La sua origine, risalente a circa 300 milioni di anni fa, deriva dal deposito e dalla stratificazione di vegetali preistorici originariamente accumulatisi nelle paludi. Questo materiale organico nel corso delle ere geologiche ha subito delle trasformazioni chimico-fisiche sotto alte temperature e pressioni. Attraverso il lungo processo di carbonizzazione questo fossile può evolvere dallo stato di torba a quello di antracite, assumendo differenti caratteristiche che ne determinano il campo d'impiego.
I carboni di formazione relativamente più recente (ovvero di basso rango) sono caratterizzati da un'elevata umidità e da un minore contenuto di carbonio, quindi sono 'energeticamente' più poveri, mentre quelli di rango più elevato hanno al contrario umidità minore e maggiore contenuto di carbonio.
sembra lasciar intendere che la strada per un accordo è in salita.


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