FOTOVOLTAICO | assoRinnovabili torna a chiedere che il GSE elimini immediatamente ogni limite all’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J) incentivabile a seguito di interventi sugli impianti.
Diversamente, l’Associazione non esiterà ad agire in tutte le competenti sedi a tutela degli interessi dei propri Soci. Una segnalazione con richiesta di intervento è già sul tavolo del Mise.
Retroattività e cambio repentino delle regole sembrano essere ormai una prassi per il fotovoltaico italiano: spalma incentivi, prezzi minimi garantiti, IMU, Robin Hood Tax, nuovi oneri di gestione da corrispondere al GSE sono solo le ultime vessazioni normative subite dagli operatori fotovoltaici.
E da oggi nuove nubi rischiano di oscurare il settore, dopo la pubblicazione delle Regole per il mantenimento degli incentivi in conto energiaconto energia
Il Conto Energia è una forma di incentivazione statale a sostegno della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici.
Entrato in vigore con il Decreto Ministeriale del 19 Febbraio 2007, consiste nell'attribuzione di una tariffa incentivante, proporzionale all'energia prodotta, in base alla tipologia di impianto (non integrato architettonicamente, parzialmente integrato, integrato). Le tariffe vengono corrisposte per un periodo di 20 anni a partire dalla data di entrata in esercizio dell'impianto e rimangono costanti per l'intero periodo. da parte del GSE, assoRinnovabili si prepara a dare battaglia: non solo l’Associazione ribadisce con forza l’assoluta contrarietà all’adozione di qualsiasi atto che, in assenza di una precisa norma, pretenda di fissare, con efficacia retroattiva, un limite massimo alla quantità di energia incentivabile prodotta dal singolo impianto, ma attacca la logica irragionevole che è alla base di tale provvedimento che, di fatto, punisce gli operatori che effettuano interventi di efficientamento o anche solo di manutenzione del loro impianto.
“Facciamo l’esempio di un imprenditore - dichiara Agostino Re Rebaudengo, Presidente di assoRinnovabili - con un impianto fotovoltaicoimpianto fotovoltaico
Impianto per la produzione di elettricità che sfrutta l'energia del sole grazie ai pannelli fotovoltaici, generalmente di silicio. All'interno del pannello si genera un circuito elettrico in corrente continua, dovuta all'effetto fotovoltaico, secondo cui quando i fotoni (che costituiscono la radiazione solare) raggiungono una cella FV vanno ad eccitare alcuni elettroni del materiale di cui è costituita la cella. Tali elettroni, trovandosi ad un livello energetico superiore, "sfuggono" dalla loro posizione originaria e creano una corrente. poco performante che decide di effettuare un intervento di efficientamento o anche di semplice manutenzione (come la sostituzione di alcuni componenti deteriorati) al fine di migliorarne la producibilità. La soglia massima incentivabile verrebbe calcolata in base al massimo valore di energia che l’impianto ha prodotto negli ultimi tre anni (incrementato del 2%). In altri termini, l’operatore avrebbe diritto a ricevere incentivi solo per un quantitativo di energia misurato sulla base del periodo in cui l’impianto non produceva nelle sue piene potenzialità, cristallizzando una situazione già negativa, che lo danneggerebbe ulteriormente. In questo modo l’imprenditore non è incoraggiato a eliminare eventuali inefficienze per migliorare le performance degli impianti (ricordiamo che performance migliori significano più energia pulita) ed inevitabilmente si andrebbe incontro al deterioramento dell’intero parco produttivo”.
“La funzione e l’obiettivo delle politiche incentivanti europee e nazionali - continua Re Rebaudengo - è la creazione di un mercato dell’energia pulita e, a tal proposito, gli impianti esistenti per i quali gli investimenti sono già stati sostenuti, costituiscono un valore per l’intero sistema e devono essere utilizzati al massimo della loro potenzialità per il bene del Paese. Mantenere impianti che funzionano e producono significa, non dimentichiamolo, permettere ad un settore industriale di svilupparsi, creando ricchezza, posti di lavoro stabili e, non da ultimo, attirare importanti investimenti sul territorio. Le Regole pubblicate dal GSE che frustrano e puniscono l’operatore sembrano andare proprio nella direzione opposta!”.