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09/04/2014 - Cambiamenti climatici: siamo ancora in tempo? Presentato il V Rapporto IPCC

Creato il 09 aprile 2014 da Orizzontenergia
Cambiamenti climatici: siamo ancora in tempo? Presentato il V Rapporto IPCC

È stata presentata a Yokohama, in Giappone, la seconda parte del V Rapporto sul cambiamento climatico dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) delle Nazioni Unite. Il documento precedente risaliva al 2007 ed, in questi sette anni, l’opinione pubblica ha maturato una crescente consapevolezza riguardo all’urgenza di affrontare il problema del cambiamento climatico.

In particolare, di questo Rapporto era stata presentata una prima parte lo scorso settembre, in cui sostanzialmente si era fatto il punto sulla scienza del clima, mentre nella seconda parte presentata a fine marzo ci si è concentrati su rischi e adattamenti ed a fine aprile verrà presentato un terzo fascicolo sulla mitigazione, ovvero su ciò che si può fare per ridurre le emissioni di gas serra o riassorbire l’eccesso di anidride carbonica.

Nel Rapporto sono affrontati i rischi derivanti dagli aumenti di temperatura atmosferica, e si prova a costruire degli scenari regionali. In particolare tre sono gli aspetti dei rischi del riscaldamento globale approfonditi: impatti, adattamento e vulnerabilità.

Il responso dell'IPCC, come intuibile dall'infografica, è drammatico: urge l’adozione di politiche mirate per la riduzione del rischio.

Cambiamento Climatico, rapporto IPCC

Gli adattamenti e la mitigazione, presi in considerazione nel Rapporto, sono parti complementari dello stesso puzzle: sono ancora possibili delle soluzioni concrete per arginare i pericoli maggiori per l’ecosistema.

Sarebbe auspicabile investire sulla resilienza, modificare la vocazione produttiva di una certa zona, ridurre gli sprechi energetici, costruire edifici smart che riescano a contenere gli effetti delle ondate di calore e ridurre i dilavamenti da alluvione. Indispensabili sarebbero anche delle politiche adeguate di mitigazione, come ad esempio la promozione di una mobilità intelligente per ridurre le emissioni o processi produttivi e industriali più sostenibili. Il risultato di queste azioni sarebbe una riduzione più consistente del rischio e maggiori le possibilità di non subire seri danni.

“L’adattamento deve essere visto come una politica per uno sviluppo territoriale sicuro, sostenibile” conferma uno degli autori italiani del rapporto, Sergio Castellari, esperto italiano dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ed esponente del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

>>> SOMMARIO II° PARTE V RAPPORTO SUL CLIMA IPCC

Orizzontenergia.it

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