Questa è di sicuro la prima volta che il mondo dell’edilizia si mobilita in una grande manifestazione nazionale, per protesta contro la sordità del Governo italiano.
Mercoledi 1 dicembre a Roma, in P.zza Montecitorio, lavoratori e datori di lavoro dell’edilizia si uniranno in una grande mobilitazione per proporre al Governo un modello di sviluppo nuovo, basato sulla qualità e la legalità dell’impresa e del lavoro.
Il settore, fa sapere la FILLEA CGIL in una nota, è piegato da una crisi senza precedenti: oltre 250mila posti di lavoro persi, oltre il 300% in più di utilizzo ammortizzatori sociali, oltre il 20% medio di riduzione delle produzioni nei settori dei materiali da costruzione, circa 70 mld in meno di valore complessivo delle produzioni.
Se a questo si aggiunge l’inaccettabile danno causato dai ritardati pagamenti della P.A., con punte di ritardo anche di 24 mesi, emerge un quadro di assoluta gravità.“Di fronte a tutto questo – aggiunge il leader della FILLEA – abbiamo più volte chiesto al governo di intervenire, ma non c’è stato neanche un confronto. Quando il governo ha fatto bene, è arrivato tardi, ma per lo più è arrivato ‘mai’”.
Dunque la FILLEA CGIL si dichiara non in grado di protrarre ulteriormente un’attesa che ha già fatto molte vittime in termini di perdita di posti di lavoro e di competitività del Paese.
Le imprese e i lavoratori dell’edilizia ritengono prioritario:
- sbloccare i pagamenti per le imprese che hanno SAL approvati e oggi vincolati dal Patto di stabilità, anche per consentire alle stesse il pagamento delle forniture e dei servizi utilizzati. Più in generale allentare i vincoli dello stesso patto per gli enti virtuosi al fine di finanziare prioritariamente interventi legati alla tutela e messa in sicurezza del territorio, del patrimonio edilizio e dei beni culturali ed artistici;
- Rendere effettivamente disponibili, in termini di attribuzioni di cassa, le risorse destinate dal CIPE alle priorità infrastrutturali, a partire da quelle attribuite al programma di piccole e medie opere e all’edilizia scolastica;
- Puntare su processi di semplificazione amministrativa rafforzando i controlli di sicurezza e regolarità.
- Eliminare le penalizzanti distorsioni fiscali esistenti nel settore immobiliare (ad esempio l’IVA sull’invenduto dopo 4 anni) nell’ambito di una riforma del fisco orientata allo sviluppo e più equa per lavoratori, imprese e cittadini.
- Rilanciare gli strumenti di investimento nelle infrastrutture e nell’immobiliare.
- Attivare strumenti di lotta all’illegalità e promuovere la qualificazione con procedure esigibili e chiare in stretta collaborazione con le imprese e i lavoratori, senza penalizzare la quotidiana operatività delle imprese corrette.
- Estendere all’edilizia gli ammortizzatori sociali definiti per il settore industria.
Gli Stati Generali delle costruzioni chiedono al Governo e a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione un forte impegno di rilancio delle costruzioni, a partire dalle priorità sopra indicate.
Fonte: www.cgil.it