Magazine Economia

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Creato il 07 aprile 2014 da Beatotrader
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  • Professori Fuori dalla Realtà (lira, Bagnai...)
  • 03:48 08/03/14  1 e 2
  • Il modo più semplice di spiegare perchè tornare alla Lira e puntare agli effetti della svalutazione del cambio per risollevare l'economia non è la vera soluzione è mostrare che il ragionamento di chi la sostiene su come funzionano i cambi è illusorio.
    Bagnai ad esempio spiega che i cambi riflettono sempre in modo quasi esatto la differenza di inflazione, cioè se si ritorna alla lira avremo un -20% verso l'euro (senza di noi) o verso il Marco, (dopo qualche oscillazione), perchè negli ultimi 20 anni questa è stata la differenza cumulata di inflazione tra Italia e Germania e questa è la SCIENZA
    "...Stiamo parlando di un docente di Harvard, con questa produzione scientifica, che ha diretto il National Bureau of Economic Research... Astenersi blogger stralunati, questa è scienza, vi piaccia o no. Se non la capite, rimane tale.


    ("... la logica sottostante alla svalutazione argentina di fine 2001, o a quella italiana di fine 1992, è esattamente identica: cambiano solo i numeri. In entrambi i casi il cambio nominale si svalutò di quanto era necessario per recuperare il differenziale di inflazione cumulato rispetto al paese "core", secondo il modello economico detto della parità relativa del potere d'acquisto, il quale stabilisce appunto che il cambio nominale tende a "recuperare" quello che il differenziale di inflazione ha fatto perdere al paese "satellite" rispetto al paese "nucleo". Vi faccio un esempio.
    Nel 1992 l'Italia aveva mantenuto il cambio sostanzialmente fisso rispetto al marco tedesco per i cinque anni precedenti (il cosiddetto Sme credibile).Nello stesso periodo aveva avuto in media 4 punti di inflazione in più della Germania. Siccome 5x4=20, il cambio nominale dovette svalutarsi del 20% per rendere i prodotti italiani nuovamente competitivi(cioè: la valuta si deprezzò più o meno esattamente di quanto si erano complessivamente "apprezzati" i prodotti italiani rispetto a quelli tedeschi, ovvero di circa il 20%, cioè del 4% all'anno per 5 anni. Ai fini matematici e astrofili dilettanti segnalo che sto facendo un calcolo approssimativo e ne sono consapevole: il 4% all'anno per 5 anni non dà il 20% ma il 21.6%)..
    (leggi il resto qui...







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    Il prof. cita il solito esempio dell'Argentina, quello dell'Italia del 1992 e papers di professori di Harvard e simili con questa teoria (che rappresenta la scienza...) e garantisce che anche oggi, nel 2014, se si tornasse alla lira funzionerà così e avremo un bel -20%, ma non di più verso marco/euro, che è proprio quello che prescrive il dottore, per risollevare l'export e ridurre l'import (la dose giusta di svalutazione, senza esagerare...)
    Chiunque abbia osservato i cambi invece su questa teoria ci ride un poco sopra, perchè di fatto il mercato finanziario ora funziona al contrario e anche per dieci anni di fila: si comprano le valute che hanno interessi più alti e ovviamente sono anche quelle dei paesi che hanno inflazione più alta (salvo i casi di sfacelo come l'Argentina...).
    Due esempi macroscopici.
    L'euro ad esempio dal 1999-2000 è salito del 40% e rotti contro lo Yen e questo secondo la teoria doveva riflettere un inflazione più bassa in Europa che in Giappne. Anche i bambini dell'asilo sanno che in Giappone l'inflazione era NEGATIVA, in media un -0.3% circa per cui il differenziale di inflazione cumulato era di circa 20 punti a favore del Giappone e l'Euro avrebbe dovuto svalutarsi secondo Bagnai e la "scienza" economica del -20% Invece si è rivalutato del 40%. (vedi grafico in fondo)
    Secondo esempio. L'euro contro la Sterlina dal 1999-2000 è salito del 40% e rotti fino al 2008 e questo secondo la teoria doveva riflettere un inflazione più bassa in Europa che in Inghilterra, ma....se guardi la tabella Eurostat sotto il differenziale di inflazione cumulato era di 3-4 punti a favore degli inglesi, ergo l'Euro avrebbe dovuto svalutarsi secondo Bagnai e la "scienza" economica.... invece si è rivalutato del 40%. Il colmo è che negli ultimi 4 anni gli inglesi grazie al QE hanno avuto inflazione vicino al 4% mentre nell'eurozona è scesa sotto l'1% e.... la sterlina è SALITA!!!! (vedi grafico in fondo)
    Non sto a infierire con altri esempi, ma l'articolo di Bagnai è pieno di riferimenti ai "modelli degli economisti", che gli operatori di mercato seguirebbero nella pratica... della serie vivo fuori dalla realtà economica, ma lo compenso con l'arroganza...
    [ovviamente il discorso è più complicato, nel lungo-lungo-lungo periodo i cambi riflettono in buona parte il differenziale cumulato di inflazione, ma sempre di meno, perchè negli ultimi 20 anni il mercato dei cambi è aumentato di 300 volte di dimensione, muove trillioni al giorno e per il 97% è fatto di transazioni speculative e per il 3% circa di transazioni commerciali. Di conseguenza da circa 20 anni i cambi riflettono più che altro i "carry trade" dei grandi fondi e quindi i differenziali positivi di interesse che riflettono a loro volta l'inflazione per cui il meccanismo funziona esattamente al contrario di quello che dice la "SCIENZA" dei professori.. ]
    Il succo qual'è ? Oggi il mercato finanziario è Gozilla, è talmente colossale che domina l'economia reale e non la riflette, distorce anche i cambi per cinque o dieci anni di seguito... puoi avere andamenti dei cambi "bizzarri"... In parole povere oggi se sei un paese che ha un pareggio con l'estero e non troppo indebitato con l'estero (come l'Italia) e inflazione più alta della media, che richiede tassi di interesse più alti, puoi anche avere oscillazioni in alto del cambio se rassicuri il mercato con una crescita di PIL (tipo Gran Bretagna o Nuova Zelanda).... Puoi ritrovarti che rispetto al dollaro (a cui sono agganciate di fatto 2/3 delle valute del mondo) invece ti rivaluti, perchè loro si possono permettere tassi zero forever e tu essendo l'Italietta sei nervoso e offri tassi più alti al mercato e questo se solo cresci un poco ti fa un bel "carry trade" ...
    Viceversa, a seconda di come sei percepito in termini del tuo debito pubblico comprato all'estero, se vieni "visto male" (o ti vogliono fare del male) puoi avere oscillazioni in basso del -40% o più. Cioè non puoi affatto contare che se torni alla lira, passate le prime oscillazioni, poi svaluti del -20% rispetto al marco e ti stabilizzi. Potresti perdere il -45% se al mercato gira male e per diversi anni.
    Ultima cosa: Il Giappone è già più di un anno che ha svalutato contro euro del -36% circa e contro dollaro del -30% e cosa è successo alla sua bilancia commerciale ? E' PEGGIORATA... (anche qui la "scienza" è in difficoltà...)
  • Professori e Tassi di Cambio
  • 21:19 12/03/14  1 e 2
  • Io cito sempre le cose a cui mi riferisco, e se leggi l'articolo che ho messo di Bagnai non dice che è un caso particolare, dice che è sempre così, che l'inflazione cumulata si riflette nel tasso di cambio e che questa è una legge scientifica dell'economia.

    ...Ma alla fine, placata l'isteria dei mercati, i fondamentali regnano, come la letteratura scientifica più recente ci insegna. E questo si verifica anche perché sappiamo che i mercati credono a certi modelli e li usano per le loro previsioni. Quindi l'economia va dove i modelli dicono che andrà perché chi ha il potere di mercato per condizionarla ce la porta, dato che crede a quei modelli. E questo i professionisti lo sanno e lo dicono. Ripeto:la teoria secondo la quale il cambio nominale tende a "recuperare" il differenziale di inflazione cumulato si chiama teoria della parità relativa dei poteri d'acquistoed è sostanzialmente verificata dai dati. In ogni caso, è ad essa che fanno riferimento i forecaster ed è su quella formano le loro aspettative, come ci ricordano gli esperti del Fondo Monetario Internazionale-
    Ti rendi conto ? il prof di economia scrive che il FMI ha modelli di previsione dei cambi che ci azzeccano e scientifici ! il FMI sbaglia persino le stime di PIL dell'Italia di 3 punti percentuali...
    In ogni caso l'Italia non è un paese periferico, il rapporto tra Italia e Germania non è paragonabile a quello tra USA e Argentina, noi siamo diretti competitori della Germania, l'Argentina non è nemmeno competitore dell'Italia. Prendi se vuoi altri esempi: la Cina ha un inflazione più alta e la sua valuta è 4 anni che si apprezza verso altri paesi asiatici, la Nuova Zelanda... non è periferica ?...
    Il concetto è che i cambi fluttuano in base alla speculazione e agli investimenti di portafoglio guidati dai carry trade.I modelli della parità del potere d'acquistocitati dal prof, presuppongono che i flussi di valuta siano determinati dagli scambi commerciali.
    Non è mica vero (se non molto nel lungo periodo), quello che contano sono i movimenti di portafoglio che sono guidati dai differenziali dei tassi, non dall'inflazione interna (se non nel lungo periodo).
    Il motivo per cui Bagnai e soci sbagliano nel dire che per uscire dalla crisi è tutta una questione di tasso di cambio e ritorno alla lira è comunque semplice: l'export dell'Italia non è male persino sotto l'euro, il problema è il crollo della domanda interna. Se ritorni all'Euro l'export che oggi è sui 450mld sale di 50 miliardi, però hai anche un effetto depressivo di maggiori costi di import e alla fine l'impatto di quanto è ?
    Guarda il Giappone che ha appena svalutato del -35% e il suo saldo commerciale finora è peggiorato, il che vuole dire chel'impatto della svalutazione tramite il commercio estero sull'economia è stato negativo.... Come mai non lo citano Bagnai e soci ?
    (tra parentesi io mi sono laureato con una tesi sui modelli econometrici di previsione dei cambi, una perdita di tempo pazzesca a pensarci.L'80% di quello che scrivono i prof. di economia, specie gli americani come Marty Feldman citato con reverenza qui, E' SPAZZATURA, altro che "letteratura scientifica" come dice questo. (E gli operatori di mercato, specie sui cambi, la ignorano)


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