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"1 mappa per 2", intervista a Giorgio Monetti e Leopoldo Tartarini

Creato il 27 maggio 2013 da Sadica @sadicamente
Era il 30 settembre del 1957 quando due giovani bolognesi partirono per un’impresa mai tentata prima da una casa motociclistica: il giro del mondo in motocicletta, che sarebbe dovuto durare alcuni mesi e invece durò più di un anno.
A compiere l’impresa furono Leopoldo Tartarini (ex pilota Ducati) e Giorgio Monetti (allora poco più che studente).
Da questa impresa nasce il documentario "1 Mappa per 2" che grazie a una azione di crowsourcing si cerca di rendere fruibile al grande pubblico. Pronti a sostenere questo progetto?

Ne parlo con i protagonisti.
mappa intervista Giorgio Monetti Leopoldo Tartarini

"1 Mappa per 2" è un documentario che nasce a dire il vero nel 1957, ma che solo oggi si cerca di renderlo pubblico e fruibile. Cosa vi ha spinto a prendere le moto e ad intraprendere questo viaggio? Roberto Montanari (regista e autore): L'occasione di raccontare questa storia straordinaria è venuta dal mio incontro con uno dei due protagonisti, Giorgio Monetti, sul set del film "L'Uomo che Verrà", nel 2008, dove lo stesso Monetti aveva il ruolo di consulente e istruttore di dialetto bolognese antico per gli attori (io ero lì per mia figlia, la bambina protagonista del film).
Quasi ogni giorno, nelle pause della lavorazione del film, c'era l'occasione di ripercorrere un tratto, un episodio, un 'esperienza di quel viaggio con la verve narrativa assolutamente brillante di cui è capace Monetti, che tra l'altro ricordava sempre anche i filmati in 16 mm che avevano girato, come prova provata che quella impresa l'avevano fatta davvero!
E il suo sogno di vederla raccontata un giorno sul gande schermo, quella loro impresa.
La cosa ovviamente suscitò in me un grande interesse. Ne parlai con il socio e amico Danilo (amico e co-autore di questa come di altre nostre realizzazioni documentaristiche) e quando insieme vedemmo i filmati – quasi due ore di girato inedito di più di 50 anni fa - sui territori, le usanze, le genti di 34 Paesi e 5 continenti, decidemmo di montare in sella e di partire anche noi: bisognava assoultamente raccontare questa avventura! E farla raccontare ai due protagonisti!
L'incontro con Tartarini fu anche quello sorprendente. La sua simpatia e capacità di raccontare, la sua diversità e complementarietà rispetto all'amico e compagno di viaggio si presentava come una chiave narrativa decisamente interessante.
Le loro motivazioni a intraprendere il viaggio nel '57 sono raccontate nel film.
Per Tartarini, pilota di moto di grande successo nelle gare di durata negli anni '50 (vince con la Benelli due edizioni consecutive sia della Milano-Taranto, sia del Motogiro nel '53 e '54) è una questione di passione per la moto e di onore. Passato alla Ducati nel '55, ha un grave incidente alla prima stagione e, obbligato dai medici ad abbandonare il mondo delle gare, non si da pace finchè non trova il modo di onorare il contratto che lo legava alla Ducati e di continuare a dare sfogo alla sua passione. Il tutto si tradusse in un'impresa mai tentata prima da una casa motociclistica!
Per Monetti invece la motivazione stava, allora come oggi, nella fascinazione del viaggio, in moto, in macchina, in bicicletta, non aveva molta importanza per lui, l'importante era viaggiare, conoscere, come metafora dello scorrere del tempo e della vita.
Due approcci diversi, allora come oggi, dei due protagonisti nel viaggo e nella vita che hanno reso con il loro racconto il film stimolante e avvincente, anche perchè entrambi molto simpatici e diretti, oltre che straordinario per i filmati inediti e per le musiche originali, straordinariamente evocative e calate in quel periodo, realizzate da 7_floor e curate da Riccardo Nanni.
Danilo Caracciolo (regista e autore): Consapevoli dell’unicità della storia e sospinti dalla nostra crescente urgenza narrativa, proposi il progetto a Giusi Santoro che accolse con entusiasmo l’idea di cimentarsi nella costruzione di un percorso produttivo che mettesse in risalto le straordinarie biografie e l’impresa dei nostri protagonisti. E noi le siamo grati per averci creduto e per lo straordinario impegno con cui sta portando avanti anche la delicata fase di crowdfunding, elemento fondamentale per la chiusura del nostro progetto!
Infatti confidiamo nel sostegno e nella sensibilità di tutti coloro che vorranno aiutarci a diffondere questa meravigliosa storia che, al di la della struttura narrativa, che mette in evidenza singolari stralci biografici e significativi elementi etnografici ed antropologici, oltre ad una dimensione pionieristica del viaggio nel vero senso della parola, è portatore di valori come l’amicizia, la solidarietà, il confronto tra culture diverse.
Ma anche la dimensione del sogno, dell’ utopia di realizzare l’impossibile, tipica di quel periodo storico ma forse adesso, più che mai, necessaria per ridestare l’umanità avvilita dalla percezione che nulla potrà cambiare e che le prospettive sono ancora più deprimenti.
Anche noi, come da qualsiasi altro documentario realizzato in passato, abbiamo imparato molto dall'esperienza di questi due simpatici 80enni che ci hanno onorato della loro presenza e disponibilità riponendo fiducia nel nostro operato, mettendo a nudo se stessi. E questa è la soddisfazione più grande.
Infine, ritengo che ogni tratto di questo documentario, dal punto di vista realizzativo, sia contraddistinto da una forte presenza autoriale – dalla produzione alla fotografia, dalle musiche al montaggio, dalle grafiche alla distribuzione - che nasce dalla condivisione, da parte di tutti coloro che vi hanno preso parte, di un concetto molto semplice, ma efficace: l’unione fa la forza… E la forza del collettivo, come elemento primario di valorizzazione di un prodotto, è l’unica che può contrastare la forte crisi che sta mortificando il nostro settore.
mappa intervista Giorgio Monetti Leopoldo Tartarini
Un viaggio senza dubbio affascinante, in giro per il mondo. Avete visitato i 5 continenti, percorso migliaia di chilometri, documentando tutto con una macchina fotografica e una cinepresa 16 mm. Qual è il luogo che più vi ha colpito e quale immagine più vi rappresenta in questa impresa? Giorgio Monetti (protagonista del viaggio del 1957 e del documentario): i luoghi che mi hanno colpito di più sono i deserti e le Ande, un deserto anche quello.
Nel deserto, in particolare quello dell'Iraq, ciò che mi ha colpito di più di quella vastità è il senso di claustrofobia che mi ha suscitato: un contrasto straordinario.
Il giallo e l'azzuro, basta, e una riga in mezzo che a volte non riuscivi neanche a distingure.
Sembrava di essere in uno spazio a due dimensioni, senza profondità, o in una scatola, eppure eravamo in un spazio immenso.
Sulle Ande invece ho lasciato il cuore, un altro tipo di deserto, verticale, meraviglioso, dove tutto è grigio e nero, tetro, evocativo e poetico. Poi squarci di nuvole e cielo blu cobalto e il pacifico in lontananza. Ponte del Inca, Paso del Cristo e di Agua Negra sull'Aconcagua, non li dimenticherò mai, anzi ci voglio ancora tornare.
Un'immagine? Io da solo tutto intabarrato che scendo a piedi una duna di sabbia.
Leopoldo Tartarini (protagonista del viaggio del 1957 e del documentario):tutti i luoghi mi hanno lasciato qualcosa. Tutto il viaggo per me è stato altamente formativo nella personalità e nello spirito e fondamentale per tutto ciò che ho fatto dopo nella vita.
Se devo dire un luogo in partticolare, o più di uno, Singapore o Darwin, in Australia, o il villaggio di indigeni dove siamo stati ospitati in Mato Grosso. Oppure le scazzottate con Giorgio o le varie risse in cui siamo incappati.
Un'immagine? Io sulla moto con la bandiera dell'Amerigo Vespucci dietro che sventola sulle valige.
I marinai ce l’avevano regalata la sera prima dopo averci aiutato in una scazzottata da far west in un loclae di uno dei porti dove ci eravamo fermati.
mappa intervista Giorgio Monetti Leopoldo Tartarini
Non solo immagini, ma anche musica. In questo viaggio si va alla (ri)scoperta della musica che ha caratterizzato gli anni del vostro viaggio. Quali sono i vostri artisti preferiti? Riccardo Nanni (7_Floor – musicista e sound designer): Il genere Exotica si definisce e afferma proprio in quel periodo grazie a Martin Denny e a compositori come Les Baxter e Arthur Lyman.
Viene anche utilizzato nella produzione cinematografica americana per rappresentare l'esperienza di un viaggio in una terra lontana, in luoghi "esotici" dall' Oceania al sud-est asiatico.
Ci è sembrato interessante rievocare quel mondo musicale che si è sempre distinto per il senso di leggerezza e ironia.
Ma come ogni viaggio che si rispetti c'è anche il momento musicale più rilassante ed evocativo e poi c'è il rock, il genere 'on the road' per eccellenza.
Gli artisti preferiti del periodo ?Riccardo Nanni (7_Floor – musicista e sound designer): Direi Modugno, Buscaglione, Jannacci, Elvis Presley, Chuck Berry; per non parlare del jazz con Miles Davis, Louis Armstrong; e poi gli stessi Martin Denny e Les Baxter … E poi in quel periodo sono troppi da citare e con tanta bella musica !
Per realizzare questo progetto però occorre un grande aiuto. Come mai la scelta di rivolgersi direttamente al pubblico grazie al CROWDFUNDING, ovvero la campagna di finanziamento dal basso? Giusi Santoro (produttrice POPCult): Abbiamo deciso di rivolgerci ancora una volta al crowdfunding, perché siamo certi che, in questo momento di difficoltà economica in cui la televisione e i media in generale sono diventati autoreferenziali, solo rivolgendosi direttamente al pubblico saremo in grado di sviluppare ancora progetti di qualità.
Abbiamo già girato tutto il materiale, ma abbiamo bisogno di aiuto per finire di coprire le spese di montaggio dell'intero documentario per il cinema, per fare la post-produzione, come il mixing delle musiche e dell'audio e la color-correction delle immagini video.
Vogliamo anche tradurre i dialoghi del documentario in 3 lingue (inglese, spagnolo, francese) e masterizzare il dvd con i sottotitoli per distribuirlo in Italia e all'estero.
Non è la prima volta che utilizziamo il crowdfunding.
Circa un anno fa abbiamo raccolto 15.750 euro con la stessa piattaforma per "Subbuteopia", un documentario sul Subbuteo (il famoso calcio da tavolo che ha accomunato tante generazioni dagli anni degli anni 70-80).
E' stata una campagna dura e quando era finita ci eravamo promessi di non avviarne mai più... E invece rieccoci qui, convinti che solo il pubblico è in grado di riconoscere la qualità di certi progetti.
mappa intervista Giorgio Monetti Leopoldo Tartarini
- In che modo dunque il pubblico può concretamente aiutarvi? Giusi Santoro (produttrice POPCult): Basta recarsi sulla piattaforma di raccolta fondi www.verkami.com/1mappax2- scegliere la quota con cui si vuole sostenere il film ed effettuare il versamento direttamente online.
Da quel momento si entra a far parte dei sostenitori di 1 MAPPA per 2 e il proprio nome verrà inserito nei titoli di coda del documentario.
Se uno non ha la possibilità di fare un versamento online ma vuole sostenerci chiediamo di mettersi in contatto con noi direttamente [email protected]per fornirgli eventuali istruzioni alternative.
E’ abbastanza semplice, basta crederci. C’è però una piccola regola che le piattaforme ci impongono e che un po’ ci spaventa, se non raggiungiamo i 10.000 euro nel tempo stabilito non riceveremo nulla neppure da coloro che avevano già sottoscritto.
I contributi di coloro che avrebbero voluto sostenerci semplicemente non verranno mai ritirati dal loro conto online.
Infatti nel momento esatto in cui uno sottoscrive in realtà fa solo una promessa di pagamento che diventerà effettiva solo se il progetto raggiungerà il target che si è prefissato. E a noi servono in tutto 10.000 euro per poter garantire un’ottima qualità di tutto il lavoro finale di post-produzione.
A quale fascia di pubblico è destinato questo progetto? Giusi Santoro (produttrice POPCult): A chiunque sia appassionato di viaggi, di motociclette, o semplicemente un sognatore come noi.
Tutti coloro, grandi e piccini, che amano le storie a lieto fine.
Il viaggio continua sempre ad affascinare giovani e meno giovani, alla scoperta del mondo. Il viaggio arricchisce gli animi e le persone. Quale meta consigliereste a chi intende scoprire per la prima volta il mondo? Andrea Dalpian (direttore della fotografia): Oggi la scoperta del mondo è sicuramente più difficile di una volta.
Le possibilità di comunicazione, la globalizzazione hanno reso più faticoso trovare diversità e peculiarità nel mondo.
Il consiglio è quello di scegliere una zona, un paese d'interesse e individuarne i cosiddetti "percorsi turistici". Dopodiché evitarli accuratamente!
Progetti futuri? Tutti insieme: ora siamo troppo impegnati per raccogliere i fondi e finire questo progetto che sta assorbendo così tante energie che ci sembra impossibile pensare a qualunque altra cosa.
Quindi sosteneteci, sosteneteci, sosteneteci su
www.verkami.com/1mappax2

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