di Cristina Vasile
Sono una giovane, ingenua e sognante fanciulla con l’animo predisposto alla poesia…
Vabbè, prologo a parte, nell’ultimo anno mi sono ritrovata con un numero sempre maggiore di versi tra le mani. Mi sono detta: «Ehi, perché non spedire queste poesiole a qualcuno? Magari oltre che sul mio blog, potrei vedere questi versi su carta stampata!»
Ho cercato qua e là su Google, grande amico di noi che non sappiamo cosa stiamo cercando, e mi salta all’occhio un annuncio di una casa editrice mediamente conosciuta, Albatros:
“Hai scritto un libro? Inviacelo!
La nostra casa editrice seleziona opere letterarie per la pubblicazione”.
Devo dire che ci ho riflettuto su quasi un mese intero, chiedendomi “Sarei pronta per una pubblicazione? Come potrei introdurre il mio libro? Come dare una logica all’ordine delle poesie?”, sì, insomma, una serie di seghe mentali da pivellina.
Alla fine, o la va o la spacca (anche se non ho mai capito il senso di questo modo di dire) ho mandato una trentina di poesie all’indirizzo e-mail da loro indicato.
Mi ero quasi dimenticata di averlo fatto quando, dopo un paio di mesi, mi arriva a casa una busta pesantuccia, con un bollino rosso, simbolo dell’Albatros. Che emozione aprire quella busta, dare una sbirciatina veloce, vedere un libriccino e una lunga lettera!
Mi calmo, mi siedo e comincio a leggere la lettera, che esordiva così:
“Gentile… bla bla,
Le scriviamo dopo aver letto con interesse la sua opera, che ha inviato in esame alla nostra casa editrice e che ci ha ben impressionato. Di qui la convinzione che il suo lavoro sia pronto ad entrare nel nostro progetto di pubblicazione e lancio di nuovi autori”.
In allegato c’era anche l’accordo di edizione:
“Gentile… bla bla
[...] le inviamo l’accordo di edizione previsto per la sua opera, con la presente lettera che ne costituisce parte integrante.
Le confermiamo, pertanto, che siamo pronti a pubblicare la sua opera all’interno della collana *** qualora possa far acquistare, o acquistare direttamente, presso la nostra casa editrice n. 170 copie, al prezzo di copertina di Euro 11,50. Il libro uscirà entro quattro mesi dal saldo dell’importo dovuto”.
La casa editrice ti dà anche la possibilità di scegliere tra varie modalità di pagamento: puoi pagare l’importo di Euro 1.955,00 in un’unica rata, in tre rate o, addirittura, in dieci rate!
Ovviamente l’editore garantisce all’autore tutta una serie di servizi quali: realizzazione dell’editing; redazione della prefazione; pubblicità attraverso vari canali, ovvero internet, radio e televisione, un paio di interviste all’autore ecc.
È davvero una buona occasione per un autore emergente. Ma, sinceramente, mi sembra tutta una presa per il culo! – permettetemi di dirlo. Certo, tutta quella pubblicità, le interviste e le nominations in un paio di trasmissioni, non puoi procurartele da sola, così come, però, non puoi da sola piazzare 170 copie di un libro di poesie! Te le compri – sborsando quasi 2.000 Euro – e te le tieni in casa. Ne puoi regalare qualcuna, altre puoi venderle a conoscenti attraverso il web, e le rimanenti le userai per bilanciare tavolini, riempire scatoloni o, se ne rifoderi le copertine, puoi metterle in libreria e far finta di essere un intellettualoide, se proprio non riesci a venderle a qualche libreria di paese.
Inoltre uno dei punti dell’accordo di edizione dice che:
“In corrispettivo della cessione dei diritti [...] sarà attribuita all’autore una partecipazione al prezzo di copertina, al netto di IVA, degli esemplari effettivamente venduti nella misura del 10 per cento. Nessun corrispettivo è dovuto per le copie distribuite in omaggio [...] nonché per quelle che, in virtù della sottoscrizione della lettera allegato, l’autore si obblighi ad acquistare in proprio ovvero a far acquistare a terzi”.
Facendo due calcoli io dovrei cedere i miei diritti d’autore pagando 1.955 Euro e sapendo di guadagnare Euro 1,15 per ogni copia venduta. Per cui, per rientrare in possesso della cifra di base, dovrei far vendere alla casa editrice ben 1700 copie del libro. Tra l’altro considero anche che a casa mi sono rimaste altre 170 copie…
Eh, ma io non sono Dan Brawn (purtroppo!), né tanto meno Stieg Larsson o Stephenie Meyer. Come faccio a vendere 1700 copie?
E poi mi assale un dubbio: quanto si pappa l’Albatros? Sicuramente i 1.955 Euro. A questi vanno aggiunti 10,35 Euro per ogni copia venduta. Dunque, mettiamo il caso che, per assurdo, io riesca a vendere 1700 copie, rientrando nell’investimento iniziale, la casa editrice avrebbe guadagnato qualcosa come… ehm…19.550 Euro. Sticazzi!
Sono giunta alla conclusione che, se proprio voglio far conoscere al pubblico le mie poesie su carta stampata, l’unica soluzione sia stamparle con la mia stampante laser, andare in piazza e fare volantinaggio. E sbattersene dei diritti d’autore!