Eccomi a voi, zuccherini! Buon Mercoledì! ^^
Ed eccomi qui a "espiare le mie colpe" pubblicando FINALMENTE il post relativo a una città lombarda che mi è piaciuta davvero tanto: PAVIA.Oltretutto ho fatto anche un fioretto andandoci con la mia cara mamma, che non ha avuto da ridire su nulla per un bel pezzo (poi ha ricominciato, non posso mica pretendere che non faccia il suo lavoro di rompiscatole! )
Quella famosa giornata è iniziata con un viaggeto in treno, per altro comodissimo, e durato poco più di un'ora.Uscite dalla stazione di Pavia siamo approdate di fronte alla bellissima statua della dea Minerva armata nell'omonimo piazzale, dedicata alla Città Universitaria di Pavia dallo scultore Francesco Messina nel 1939.Impossibile non sentirsi un pò in soggezione sotto l'enorme statua con la lancia rivolta verso il basso, sapendo di trovarsi tra l'altro al cospetto della divinità della saggezza.Si può inoltre vedere alla base della statua la seguente "dedica":A paviaDalla gloria millenaria del suo ateneoTragga auspicio.A maggiori fortune
Dopo averla ammirata a lungo ci siamo avviate verso il Castello Visconteo, dove si è svolta fino al 16 Dicembre, la mostra dedicata a Renoir
Devo dire che non è tra i miei artisti preferiti, ma la mostra è stata illuminante circa alcune sue opere che non conoscevo.In più mia mamma ci teneva molto ad andare e così l'ho resa felice.
La visita è stata abbastanza breve, un'oretta circa, ed è anche questo che mi è piaciuto: molte volte si vogliono raccogliere TUTTI i quadri di un pittore, facendo risultare così la visita estremamente lunga, e alla fine non si vede l'ora di uscire.Questa, invece, è stata abbastanza breve e concisa, eppure c'erano molte delle migliori opere dell'artista e i diversi stili che ha sperimentato.
Eccovi i due che mi sono piaciuti di più:
- "La Cueillette des fleurs", 1875, olio su tela
Molto in stile impressionista, mi piace come la pennellata sia molto netta, e come i colori si mischino tra loro. Guardando bene le due persone, i loro stessi volti contengono il medesimo verde del prato, testimonianza che il pennello non è stato nemmeno pulito prima di cambiare colore, con lo scopo però di renderli partecipi della natura che li circonda senza disturbare chi li guarda.
- L'altro credo che si intitoli "L'infante" ma non ne sono sicura. Purtroppo non sono proprio riuscita a trovarne un immagine in internet (non mi piace fare le foto ai quadri): è un disegno in china veramente piccolo in cui è disegnato un bambino in fasce, ma credo che rasenti la perfezione. Non solo perchè le proporzioni sono perfette nonostante sia visto da una prospettiva difficile (simile a quella del Cristo del Mantegna), ma anche perchè nonostante i pochi tratti che lo caratterizzano sembra vivo e concreto. Un'opera davvero bellissima.
Devo dire però che mi sarebbe piaciuto vedere "Moulin de la Galette", 1876, olio su tela:
Mi dicono che è a Parigi, quindi potrebbe essere una buona scusa per andarci!
Dopo questa ora artistica abbiamo deciso di andare in centro e attraversare tutto Corso Strada Nuova fino ad arrivare al Ponte Coperto.Arrivati davanti all'Università sono subito rimasta colpita dal perfetto connubio vecchio/nuovodell'edificio, ed essendo una delle più antiche e importanti tra quelle italiane ed europee mi sono fermata a guardare il flusso di studenti che entravano e uscivano con una certa invidia.
Peccato che in centro si trovi la sede delle lauree umanistiche, mentre quella delle facoltà scientifiche si trova un pò più in periferia ed è meno facilmente raggiungibile, altrimenti avrei scelto di studiare qui.
Ma indovinate cosa c'è esattamentedi fronte?Un luogo di perdizionee di ingrassamento per i poveri studenti affamati: la famosa Pasticceria Vigoni!
E nonostante fosse mezzogiorno, io e mia mamma siamo entrate e ci siamo pappate un'ottima fetta di Torta Paradiso, quella originale, di cui non si conosce l'ingrediente segreto!Ma visto che mi è piaciuta così tanto ho intenzione di dedicarle un post a parte con qualche informazione in più.
Vi basti sapere che ci siamo leccate i baffi ed eravamo in estasi nonostante il pensiero che la fetta fosse finita tutta sui fianchi.
Dopo lo pseudo-aperitivo goloso e rinvigorente, ci siamo avviate verso il Duomo, passando per Piazza della Vittoria, chiamata anticamente Piazza Grande, fatta tutta in ciottoli del Ticino. (e sentiti tutti sotto le suole delle scarpe) Pensate che nei sotterranei della Piazza si estende un grande mercato coperto, costruito nel 1958 e successivamente ampliato e ammodernato.Io però mi sono diretta in un negozio che vende abbigliamento professionale per comprarmi un bellisssssssimo camice da laboratorio a ben 19,90€! Il nome del negozio è "Tessilmoda". Ho indossato con orgoglio il mio camice fighissimo per tutto il periodo di laboratorio e ora è lì appeso che attende di essere sfruttato ancora.Tra l'altro mi hanno detto che questo posto è aperto da tantissimo tempo, quindi se in futuro mi dovessero chiedere dove l'ho comprato potrò menarmela un pò (chi non va in giro a domandare "dove hai comprato il camice?" )
Dopo questa seconda fruttuosa puntata siamo andate dirette al Duomo, che però..era chiuso! A Milano ormai siamo abituati ad avere tutto sempre aperto e disponibile, invece qui quasi ogni cosa chiudeva dalle 13 alle 3: così ci siamo accontentate di guardarlo da fuori e di fargli qualche foto.Peccato però, perchè avevamo letto sul giornale che era stato tutto sistemato e riaperto poco tempo fa: un'altra ottima scusa per tornarci. Il Duomo di Paviadedicato a Santo Stefano è un imponente edificio rinascimentale, con una pianta centrale e longitudinale. Possiede la seconda cupola più grande d'Italia(dopo Santa Maria del Fiore a Firenze), terza se si considera San Pietro in Vaticano.La pianta ha una struttura un pò particolare: essendo stata costruita sulle due preesistenti cattedrali (di Santo Stefano e di Santa Maria del Popolo) e sul battistero, è costituita da una croce greca imperfetta, in quanto il braccio d'ingresso risulta più lungo degli altri.
Davanti al Duomo si può inoltre vedere la seconda opera di Francesco Messina per Pavia: la statua del Regisole è stata infatti rifatta dallo scultore nel 1937, dopo che alla fine del Settecento fu distrutta dai giacobini pavesi.Alta 6 metri mette in soggezione nello stesso modo della statua della Minerva armata, ed è altrettanto bella.Cosa che ci è balzata all'occhio, e che non poteva essere altrimenti, è stato il colore dei testicoli del cavallo: di un bel giallo canarino!Leggendo però su Internet ho scoperto che è proprio una tradizione goliardica dell'antica Università di Pavia quella di mandare le matricole a dipingere i testicoli dello stallone del Regisole.Magari la prossima volta saranno di un colore diverso, chissà! Dopodichè, riattraversando Corso Strada Nuova siamo andate a San Michele Maggiore (anche questa purtroppo chiusa), una famosa chiesa in stile romanico lombardo contenente testimonianze del periodo in cui Pavia era la capitale del regno italico.Pensate che vi si svolse persino l'incoronazione di Federico I Barbarossa nel 1115 d.C.
Girando per le vie del borgo in balia della pioggia ci siamo riparate al Ponte Coperto, a osservare il Ticino che quasi toccava le case disposte lungo il corso.In realtà il ponte che si vede oggi è una copia, in quanto quello originale è stato bordardato e poi distrutto nella seconda guerra mondiale.
A questo punto, ormai purtroppo fradiciamente bagnate nonostante l'ombrello, ci siamo riavviate verso la stazione, abbiamo preso il nostro trenino e siamo tornate a casa.Pavia mi è piaciuta davvero tanto, molto medievale e più tranquilla di Milano: spero di tornarci, magari col sole.
Questa, miei cari, è la mia testimonia riguardo una città che merita di essere vista, in cui tornerò ancora per scoprire nuove cose (o per comprarmi un altro camice! XD).Spero che vi sia piaciuto quello che ho scritto, attendo opinioni al riguardo!
Besitos!!