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I temi di discussione più comuni in un sabato sera di aprile, con questo caldo estivo che qui ci ha colti impreparati, sono le prossime vacanze. "Tu dove hai prenotato"? Le mete preferite sono neanche a dirlo località esotiche: "luogo da sogno, massimo risparmio".
Il bisogno di viaggiare.
Eppure sembra così difficile comprendere chi in questi giorni arriva sulle nostre coste, o spesso muore nel tentativo di raggiungerle. Senza dimenticare che è mosso da motivazioni ben più serie.
Mi è tornata alla mente una poesia di Adonis.
Non sono Gilgamesh e nemmeno Ulisse,
non dall'Oriente
dove il tempo è una mineira di polvere,
nè dall'Occidente,
dove il tempo è ferro arrugginito.
Ma dove vado, e cosa farò
se dicessi: la poesia è il mio paese e l'amore il mio cammino?
Così risiedo viaggiando
scolpendo la mia geografia con lo
scalpello dello smarrimento,
ed ecco la luce -
non corre più nei passi dei bambini,
allora perché il sole ripete il suo volto?
Non scenderai tu pioggia
per lavare, questa volta, l'utero della terra?
La notte:
lampi -
i tessuti del tempo bruciano, la verità si vela.
La terra:
- Sognami e dì
ovunque io vada, vedrò una poesia abbracciarmi,
sognami, veramente, e dì allora
in ogni poesia vedrò una dimora per me.
(da Siggil, Adonis, Interlinea Edizioni)
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