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Creato il 10 novembre 2013 da Malvino

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"Parrebbe che gli uomini sciolti, franchi nel conversare, e massime gli sprezzanti, avessero più amor proprio degli altri e più stima di sé, e i timidi meno. Tutto il contrario. I timidi, per eccesso di amor proprio e per il troppo conto che fanno di sé, temendo sempre di sfigurare e perdere la stima altrui o desiderando soverchiamente di acquistarla e di figurare, hanno sempre innanzi agli occhi il rischio del proprio onore, del proprio concetto, del proprio amore, e, occupati e legati da questo pensiero, sono senza coraggio e non si ardiscono mai. I franchi e gli sprezzanti fanno al contrario per la contraria cagione, cioè per aver poca cura o concetto di sé, o desiderio della stima degli altri (che viene a essere il medesimo), sia che essi sieno tali per natura o per abito acquisito. Così che essi offendono spesse volte e facilmente, o rischiano di offendere l'amor proprio degli altri, e n'hanno poca cura, per poco amor di se stessi. E i timidi lo risparmiano sempre con mille scrupoli e riguardi, e non impetrano mai da se stessi non che di lederlo nemomamente, ma di porsene a rischio benché leggero e lontano, e ciò per soverchio amor proprio, il quale parrebbe che dovesse principalmente offendere e muoverli ad offendere quello degli altri. E così, per soverchia stima di se stessi, si guardano di mostrar dispregio degli altri, e infatti non gli spregiano, anzi gli stimano eccessivamente non per altro che per lo smisurato desiderio e conto che fanno della loro stima, anche conoscendoli di niun valore, o almeno per la gran tema che hanno di perderla, eziandio vedendo che la sarebbe piccola perdita per rispetto al merito di coloro"

Giacomo Leopardi, Zibaldone (4037-4038)


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