Le bugie, si sa, hanno le gambe corte. Non durano. Perché si può mentire, si può farlo bene ed anche a lungo, ma poi alla fine la verità viene a galla forte dell’unico riscontro dinnanzi al quale nessuna obiezione regge più: quello dei fatti. Ebbene, sulla patente a punti – introdotta nel 2003, sotto il secondo Governo Berlusconi – negli anni si sono raccontante parecchie bugie. Correva l’anno 2007 quando “L’espresso”, per esempio, la presentò come un fallimento. Anzi, un colossale fallimento.
La patente a punti – era in sintesi la tesi del settimanale – è una farsa perché molti Comuni non informano come dovrebbero il Ministero dei Trasporti del conteggio dei punti sottratti ai trasgressori, che quindi così non subiscono alcuna penalizzazione. Benché sottile si trattava in realtà di una critica debole, che non teneva conto della diversificazione territoriale del personale dei Vigili (quasi assente in alcuni Comuni), che ignorava i punti tolti da Polstrada e Carabinieri e che, in ogni caso, mirava immotivatamente ad addossare al Governo responsabilità delle Amministrazioni locali.
Come mai, allora, tanto interesse a dileggiare la patente a punti e a farla passare come flop? Le motivazioni sono due: perché è stata introdotta dal Governo Berlusconi – che come tale, secondo i “bene informati”, non dovrebbe aver varato che nefaste leggi ad personam -, e poi perché quel provvedimento si è rivelato un clamoroso successo. Prova ne erano, per la verità già all’inizio, i numeri; numeri che evidenziavano, forse in misura anche superiore rispetto alle aspettative, un calo impressionante degli incidenti, calo pari addirittura a 5 morti in meno al giorno [1], e quasi 90 in meno durante i soli fine settimana [2].
E dieci anni dopo? La patente a punti entrava in vigore 1° luglio del 2003, l’altro ieri ha compiuto dieci anni di vita e sappiamo che ha prodotto questi esiti: si è passati dai 265.402 incidenti stradali con 6.980 morti e 378.492 feriti del 2002 ai 205.638 incidenti (-22,5%) con 3.860 decessi (-44,7%) ed i 292.019 feriti (-22,8%) dell’ultima rilevazione. Morale: si sono persi 85 milioni di punti con un nettissimo calo della mortalità, oggi quasi dimezzata. Purtroppo siamo ancora, quanto a sicurezza stradale, sotto la media europea, ma la strada intrapresa con la patente a punti è indubbiamente quella giusta. Con buona pace di quanti, “L’espresso” in testa, la definirono un bluff.
[1] Cfr. Lorenzo S. Patente a punti, 5 morti in meno al giorno.«Corriere della Sera», 15/7/2003, p. 9; [2] Cfr. Baccaro A. Con la patente a punti 86 morti in meno nei weekend di luglio.«Corriere della Sera», 29/7/2003, p. 12