L’Italia non è un paese per giovani, dicono molti, e non è nemmeno il paese giusto per mettere su famiglia, il lavoro manca e chi ce l’ha è spesso precario. Il welfare italiano è basato sull’appoggio e l’aiuto che si può trarre dalla famiglia di origine, non certo dallo Stato e se pensiamo che in Italia lo Stato sia nemico dei giovani e delle famiglie probabilmente abbiamo ragione. Le acli di Brescia hanno infatti stilato un documento, intitolato provocatoriamente «Dieci buoni motivi per non sposarsi in Italia», che invita a riflettere su alcune questioni fiscali ed economiche che penalizzerebbero la coppie sposate rispetto a chi non lo è. Dall’esenzione ticket all’indicatore Isee, la strada sembrerebbe più conveniente per le coppie non sposate. Ma vediamo nel dettaglio le 10 motivazioni risultate dall’analisi dell’Acli:
1) Indicatore Isee: Nel caso di coppie non sposate solo il reddito di uno dei due coniugi contribuirebbe al calcolo dell’indicatore risultando di conseguenza più basso rispetto alle coppie sposate.
2) Detrazioni Irpef per figli a carico: Per le coppie non sposate l’Agenzia delle Entrate non può incrociare i dati per verificare la detrazione.
3) Assegni al nucleo familiare: In caso di due genitori non sposati e conviventi, risulta più conveniente costituire un nucleo familiare composto dal genitore con reddito da lavoro dipendente più basso e dai suoi figli così da poter beneficiare di un assegno di importo superiore. Il reddito dell’altro genitore non rientra nel reddito familiare e l’assegno diventa conseguentemente più alto.
4) Esenzione ticket: Anche in questo caso risulta conveniente considerare il reddito di un solo genitore per poter usufruire delle esenzioni rispetto ai ticket sanitari inerenti ai figli.
5) Asili nid: Gli enti locali assegnano un punteggio maggiore per i figli di genitori soli allo stesso tempo si può usufruire del nido a prezzi agevolati, perché il costo della retta si calcola sull'Isee.
6) Case popolari: Nella maggior parte dei casi i bandi favoriscono uomini e donne sole con figli a carico.
7) Sostegno all’affitto: È una prestazione che spetta nel caso in cui si paga un affitto richiesto superiore al 30% del reddito del nucleo familiare. Anche in questo caso, risulta più conveniente denunciare uno stipendio anziché due.
8) Assegno sociale: È una prestazione di sostegno che spetta ai coniugi con oltre 65 anni e si calcola sul reddito coniugale se il richiedente è sposato, se non lo è, vale solo il reddito personale.
9) Integrazione al trattamento minimo e maggiorazioni sociali: Stesso discorso anche qui, l’integrazione al reddito si valuta solo sulla base del reddito personale e non di quello coniugale se il soggetto richiedente non è sposato.
10) Pensione di reversibilità: Infine, a due vedovi entrambi titolari di pensione di reversibilità conviene non optare per le nozze, in questo modo si assicurerebbero una doppia prestazione che altrimenti verrebbe meno.
Alessia Gervasi