10 buoni motivi per odiare Twitter

Da Xab @Xabaras89
Twitter sulla carta è un'ottima fonte di notizie, scambi d'opinione e diffusione virale di...pressapoco qualsiasi cosa.
Ma può anche essere un discreto cagacazzi. Non ci credete ? vediamo insieme perché :

10. Il limite di 140 caratteri

Perché si, senz'altro sprona al microblogging che ha fatto la fortuna del social network cinguettante, porta a news rapidissime e favorisce la chiarezza della sintesi,  ma allo stesso tempo rappresenta un grosso limite per l'espressione individuale

9. I Trend Italiani (e non)

Che non sono colpa di Twitter, ma è proprio su twitter che "i peggio" ottengono il loro massimo eco, surclassando addirittura il carissimo Facebook (il che è tutto dire), i trend dell'uselin de la comare possono infatti vantare di un vasto e vario assortimento di pattume

8. La balena del fail

(no, non c'entra Truce Baldazzi)

dannatissimo cetaceo faccia da culo

Perché, statisticamente, non ho mai avuto tanti crash e rallentamenti improvvisi come mi è successo con Twitter : specie considerando che l'ho utilizzato senz'altro meno di Google+ e Facebook (e nonostante questo entrambi hanno dimostrato una stabilità estremamente superiore)

7. I VIP

Non me ne voglia Gerry Scotti che mi è pure simpatico, ma #solocosebelle
per un po' è stato peggio del "OuO"

Che si sono diffusi a macchia d'olio (per moda) trascinandosi un seguito di followers (altrettanto modaioli) di cui spesso finiscono per lamentarsi, o in caso contrario con cui manco interagiscono (Ratzinger, is that you ?! ), diversa storia per chi fa giornalismo, ma in Italia non sono in molti i professionisti che hanno capito come sfruttare al meglio il social, e spesso si fanno bagnare il naso dai freelancer (discorso che vale non solo su tweeter, a dirla tutta)

6. Follow the Leader

Per la sua stessa natura e per com'è gestita la visibilità dei singoli, Twitter incoraggia l'utenza a comportarsi come una sorta di ovile. Un ovile portato a gettarsi in massa su di una determinata serie di hastag dipendenti dai trend di cui sopra

5. SPAM

A chili, davvero. E non parlo solo di gente che spamma i propri siti/blog (tra cui ci sono anche io, ciao mamma!), ma proprio di fakeaccount che ti retwittano e scrivono con la speranza di parlarti di lubrificanti sessuali cambogiani (e anche qui, gli altri due social network per la mia esperienza sono MOLTO meglio gestiti. Almeno spammano lubrificanti di qualità)

4. Mancanza di un valido setaccio 

Che, spam a parte, possa tenermi lontano dalla serie di pischelle infoiate che non possono fare a meno di menarla con Justin Bieber e One Direction (non che io dica loro di non farlo, come ho già discusso in altra sede, semplicemente vorrei che Twitter permettesse di evitare che appaiano nella mia home), e se anche qui si parla di un problema comune per tutti i social, ho notato che Twitter è quello che lo subisce di più

3. Linguaggio povero e fuori controllo

derivato dal limite dei 140 caratteri, dalle pischelle e dal micrblogging sfrenato, è quello che ha lanciato la #moda di usare il cancelletto #ovunque e a #sproposito...oltre che a legittimare il dare sfogo ad oscenità lessicali più o meno diffuse che, senza alcun limite di post x tempo, rendono la comunità cinguettante di fatto anarchica nella peggiore accezione del termine (sigh)

2. L'ossessiva richiesta

di Retweet, Fast Follow, Reply eccetera eccetera.
Che è in parte legata ai VIP di cui sopra, ma anche derivata dalla struttura della piattaforma di per se, che in certi casi porta a trascendere in forme di stalking più o meno deviate (gente che scrive di continuo alla celebrità di turno nella speranza di venire cagata, minacce di morte per un retweet, followback prostitutivo...) e/o richieste continue e assordanti per le home di tutti

1. Assenza di contenuto originale

Perché se quest'ultimo c'è è fuori da twitter.
La maggior parte dei tweets privi di link infatti risultano mere micropinioni personali, spesso dal valore discutibile (anche quando provengono da personalità di una certa caratura) e che hanno un loro gusto praticamente solo nelle freddure alla Spinoza (che però, vista la produzione massiva, spesso rischiano di scadere nel nonciclopediano per amor di speditezza), per il resto si parla di un confusionario aggregatore RSS autonomo dalla volontà dell'utente finale, con l'unico (considerevole) vantaggio riposto nella propria rapidità, che però come visto si rivela anche un'arma a doppiotaglio

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