Magazine Lifestyle
Ho sempre snobbato quei blog con post molto brevi, tipo flusso di coscienza su tutto quello che ti capita intorno. Cioè, ho sempre adorato leggerli, ma mi sono sempre imposto di non scriverne. Chissà Perchè: troppo poca sofferenza nell'elaborazione?
Comunque mi sono deciso a redimermi e quindi spero potrete leggere svariati post nati per essere brevi (che brevi non saranno) e assolutamente deliranti (il che di per sé non è una novità).
Eccovi dunque le10 cose che non vi importa per niente di sentire.
1) margiela per HM.
Margiela è una casa che a tratti mi piace molto, altre volte la trovo troppo anticonformista, altre decisamente commerciale per la nomea che ha.
Ora devo capire se MMM x HM sarà un'immane porcata (del genere quei vestiti al ginocchio + stivale stile Margiela, che qualcuno spaccia per concettuali e a me sembrano molto da tamarra de roma sud) oppure no. E in quel caso mi ci lancio da HM. Chi se ne frega se ho matematica quel giorno, chissene frega se di matematica non ci capisco niente e chissenefrega che devo fare la maturità.
Lo so, ho sempre criticato le collaborazioni con HM, ma la coerenza non è la mia coppa di tè, come si dice a Londra, e nella moda non mi sembra sia la dote più apprezzata. Immagino vi aspettiate una scusa campata per aria (sbarrata) un motivo logico per questo mio ripensamento. Bene: lo avrete. Margiela è concettuale, stravagante. Da loro quello che conta è il concetto. E forse si può sacrificare la qualità, per una volta (detto questo, se io avessi uno di quei capi riprodotti x HM, mi frullerebbero e non poco... i baffi).
cappotto con revers al contrario
2) Ma quanto è figo quel cappottino bidimensionale di Comme des Garcons (womenswear FW 2012)? Il capo iconico della stagione. Tra l'altro non credo costi nemmeno troppo (ovviamente una volta applicata la legge della relatività). È decisamente un altro buon motivo per farsi donna (dovrei creare la tag "buoni motivi per cambiar sesso"). È la più bella reprimenda mai fatta alla sessualità femminile, appiattendo (tra l'altro nell'era del 3D) e ingolfando il corpo delle donne.
Mi ero appuntato, a questo punto, di parlare delle modelle curvy, ma non mi ricordo cosa avrei dovuto dire. Vabbè, un buon "viva le curve" e "la diversità è bellezza" soddisfa sempre.
3) Ho fatto il mio solito giro in centro. Sempre nei miei appunti mi sono annotato un generico "prezzi folli". Non capisco a cosa mi riferissi, ma devo dire che è una riflessione che mi sembra sacrosanta. Anche cose non di marca mi sembrano spesso sproporzionate, come prezzo, rispetto alla qualità. Sono io che impoverisco o i prezzi diventano sempre più alti? Comunque sono stato da LV. Deo gratias è così dispersivo che non si ricordano mai di me, e posso curiosare senza far la figura del perecottaro. Devo rivalutare il loro menswear, è davvero di un'alta qualità. Se facessero i saldi farei un pensierino a molte cose (aka comprerei tutto). Visto un cappottone di sfilata in vetrina da Valentino, in uno stile tra il russo e il messicano, ampliamente spolverato di paillettes. Ridicolo, ma il resto della collezione (sì, quella da donna. ancora) meritava davvero. Me la comprereste una mantellina in pelle? ;-)
4) Avete visto Freja Beha x Zara? Che bella lei. E, tra l'altro, mi piace la moda donna per quest'inverno. Elegante, austera e un po' couture.
5) Della serie "la carota e il bastone" mi ero scritto anche questo sintetico appunto: "Zara schifo,". Non mi ricordo, ancora una volta, cosa mi abbia spinto a scriverlo: la qualità? Il fatto che copino un po' troppo spudoratamente le proposte di sfilata? Forse la qualità, al secondo ormai ho fatto il callo.
6) ADR. Ammesso che quella donna non si sappia terribilmente bene prendere in giro, beh è ridicola. In compenso "Iu nid a fescion scioua" è ormai il tormentone del mio inverno, e anzi, il suo inglese sembra migliorare. Stranamente la collezione non sembra aver riscosso successo..mah.
7) Lancio un appello: esiste un'app per disinstagrammare le foto. Vi prego compratela: non ho idea di come funzioni, ma non ce la faccio più con questa mania di fare foto pseudo-lomo!
8) Non ho idea di come arrivare al punto 10. Avevo un paio di spunti di cui parlare, ma non mi va di dilungarmi troppo. Già che ci siamo: perchè non lanciamo un (altro) appello in cui imploriamo, supplichiamo, spergiuriamo per avere un menswear di Gabriele Colangelo! Ogni volta che vedo le sue sfilate in video penso "stavolta Gabriele mi ha deluso". Poi le foto, ed è tutto uno stupore: degradè, agugliature, feltri, ricami, astrakan e pellicce rasate, bouclè...
Già mi immagino un maglioncino in cashmere con tasca in mohair arancio profilata d'organza, oppure uno in neoprene con maniche in cashmere e busto innestato d'astrakan e fili di lurex, ispirati a chissà quale artista est-europeo. Insomma, roba così.
tessuti superfichissimi da Colangelo
9) La giacca verde pistacchio della Merkel. Un capo che ormai segna un'epoca (insieme al loden d'ordinanza di MM-che non è Martin Margiela), un po' come il tailleur Chanel di Ms. Kennedy. Io capisco che quando una ha 70 tailleurs possa provare difficoltà a mettere due diverse, e che Frau Merkel debba anche salvare il mondo, nel suo tempo libero... ma insomma!
10) Parliamo di Slimane. Hedi, che tanto sembra un ragazzo timido, è in realtà quello che si definisce "grandissimo stronzo". Sulla pagina facebook di SLP (no, non è un'imposta nè la sigla di un'espressione gergale francese, ma Saint Laurent Paris), spariscono tutte le foto del Saint Laurent quando ancora c'era Pilati. Una vera damnatio memorie. Inoltre la nuova sfilata non convince: Slimane non è riuscito a rimanere ancorato al sistema moda, nonostante i suoi servizi fotografici, e propone cose che sarebbero state innovative (o almeno alla moda) 10 anni fa, appesantite da uno styling ridondante. Quando entrambi erano agli inizi, si parlava di una "sfida" tra Simons e Slimane su chi fosse il migliore. Forse allora Hedi faceva faville con Dior Homme, ma ora (nonostante i risultati non ancora eccelsi da Dior), il match se lo è aggiudicato Simons.
Ps.: Ma avete visto quelle pantofoline pelose di Cèline?
Devo confessarvi una cosa: ogni tanto immaginavo, tra me e me, a come vestire nel modo più comodo in assoluto. Mi spiego: come in quei sogni assurdi, delirati e inspiegabili, tipo misteri di Fatima, immaginavo come sarebbe la moda se oggi arrivasse, toh, una "seconda Coco Chanel". Lei proclamerebbe uomini in tshirt di cashmere, abbondanti ma non costruite, pantaloni a sbuffo in seta o comode, lunghe gonne... tutto all'insegna della comodità. E sotto, ai piedi, ogni tanto spuntavano anche loro, nel mio sogno: le pantofoline pelose. Devono essere terribilmente comode, ma mai pensavo che qualcuno avesse il coraggio di portarle in sfilata. Men che meno Phoebe Philo, che non è certo nota per eccessi e stravaganze. E poi ho un dubbio: ogni mio paio di pantofole dura davvero poco: poi comincio a sudarci dento, e nel giro di due mesi va sostituito. Ma che si fa, cambiamo anche queste a ogni ciclo lunare?
Seconda, e ben più importante, domanda: in che colore e forma sceglierle? Azzurre? Blu? Rosse?
Aggraziate e femmili. Grande buon gusto.
Aggiornamento: da oggi è attiva l'etichetta "Buoni motivi per cambiare sesso", per tutto quello che, pure alla lontana, riguarda le signorine. Contente, lettrici?
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