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10 febbraio 2015: la strage delle Foibe iniziò 68 anni fa

Creato il 10 febbraio 2015 da Alessiamocci

“I ricordi vanno messi sotto teca, appesi a una parete e guardati. Senza tentare di rinnovarli. Mai.” - Indro Montanelli

 

Solo da pochi anni, la storiografia italiana, sta gettando il proprio sguarda sul tragico evento delle Foibe. Nel 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo per le vittime delle foibe.

In occasione del giorno del ricordo, che ricorre il 10 febbraio, ricordiamo l’olocausto degli Italiani dell’Istria e della Dalmazia ma non solo. La strage delle Foibe così come tutto ciò che si svolse prima, a discapito delle popolazioni slave fanno parte della categoria di avvenimenti più confusi e forse ancora oscuri della storia contemporanea. Proprio perché le versioni e le conclusioni sono tante, in molti lo valutano come un vero e proprio olocausto verso la popolazione italiana dell’Istria e della Dalmazia, altri invece, come solo una conseguenza o una vendetta, risultato di venti anni di fascismo.

In molti oggi invitano a rammentare anche di quello che avvenne precedentemente le Foibe, le persecuzioni fasciste, anti-slave nella regione di confine.

Prima del ’43 in Jugoslavia, i fascisti avevano fatto instituire una serie di campi di internamento per migliaia di Jugoslavi, partigiani comunisti di Tito. Per distruggere le loro basi economiche i fascisti avevano fatto pubblicare la circolare 3C, che autorizzava a giustiziare gli ostaggi, deportare famiglie intere e a distruggere case, fattorie e bestiame. Molte delle vittime della politica italiana di spopolamento furono deportate nei campi di prigionia in Italia, altre invece vennero rinchiuse in campi di concentramento in Jugoslavia. Durante i mesi invernali del 1942 a causa del freddo, della fame e delle malattie morirono migliaia di donne, uomini e bambini sloveni. Anche per questo si leggono e ci sono testimonianze.

Mussolini nel 1920 dicevadi fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.

D’altra parte, esattamente 68 anni fa proprio in questi giorni di febbraio iniziava l’esodo forzato di migliaia e migliaia di uomini, donne, bambini, anziani, costretti a lasciare la loro terra, da sempre italiana per scappare dalla ferocia di un’amara vendetta. Ai confini fra Italia e Jugoslavia, nelle Foibe, fosse di origine naturale carsiche, sono stati gettati quasi diecimila italiani. Tutto ciò tra il 1943 e il 1947.

Gli infoibati erano prevalentemente italiani. Ma in generale tutti coloro che si opponevano al regime comunista di Tito: vi erano quindi anche sloveni e croati. Tra gli italiani vi erano ex fascisti, ma soprattutto gente comune colpevole solo di essere italiana o contro il regime comunista.

È una tragedia a più “atti”. Dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943 esplode la prima ondata di violenza. In Istria e in Dalmazia i partigiani slavi di Tito decidono di vendicarsi contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone.

Successivamente nella primavera del 1945 la violenza aumenta, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini indistintamente. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia. Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce.

Nel febbraio del 1947 l’Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l’istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale.

Fino a tempi recenti il dramma delle Foibe e tutto ciò che accadde innanzi non venne mai approfondito, è difatti iniziata molto più tardi l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della storia italiana e non solo.

La storia ci insegna molto, sia nel bene che nel male, proprio per questo fatti così tragici ed agghiaccianti realmente accaduti nelle ere della sciaguratezza non dovrebbero mai ripetersi. Ogni crimine di guerra, indipendentemente da chi lo commette, è un crimine di guerra. Non esistono né buoni né cattivi, perché la prima cosa che muore, in ogni guerra, è l’Innocenza.

Quindi non si vuole in nessun modo giustificare o attenuare l’incubo delle Foibe che seguì le persecuzioni fasciste anti-slave ma far capire ciò che accadde ai tempi, perché oggi sappiamo che anche fascisti e nazisti prima del’43 in quelle zone Jugoslave, non hanno fatto di meglio. Ma questi sono i frutti della guerra e dell’odio, quando si scatenano le vendette purtroppo però ci va di mezzo quasi sempre anche chi non c’entra niente.

 

Written by Amani Salama

 

 


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