Microbe et Gasoil
di Michel Gondry
con Arge Dargent, Teophile Baquet, Audrey Tautou
Francia, 2015
genere, commedia
durata, 103'
Quando si
guarda all’arte di uno come Michelle Gondry, regista poliedrico che tende a non
fornire mai punti di riferimento che lascino individuare una linea guida
accomunante tutte le sue opere, è necessario spogliarsi di qualsiasi
aspettativa: presupposto valido, questo, anche per l’ultima pellicola del
regista francese, “Microbe et Gasoil”. I nomignoli che i coetanei danno ai due
protagonisti – per l’appunto bassino e solo apparentemente più giovane il
primo, patito di riparazioni meccaniche e quindi perennemente maleodorante di
benzina il secondo – oltre che descriverne le peculiarità visibili ai più li
relegano di fatto nella posizione di essere due alieni delicatamente separati
dalla realtà circostante.
Daniel e
Theo – questi i veri nomi dei protagonisti – vengono rappresentati come due
quattordicenni che combattono il mondo a chiacchiere, con discorsi volutamente
iper-costruiti e poco accostabili alla mente di un ragazzo di quell’età,
aumentando così il senso di straniamento derivante dalla caratterizzazione sui
generis dei due adolescenti. Accostando alle immagini, girate in maniera
semplice ma quanto mai efficace, la splendida colonna sonora composta da
Jean-Claude Vanner e costruendo il film su tre livelli – innanzitutto
soffermandosi sulla commistione di generi: si passa senza involuzioni o
forzature dalla commedia, al dramma, al road movie e a toni grotteschi;
lavorando su un immaginario comune che fa riaffiorare le fissazioni prepuberali
per alcuni riscontrabili nella meccanica e per altri nel sogno della casa
sull’albero, in questo caso sintetizzate nell’auto a forma di casetta; ancora,
aggiungendo il complesso approccio adolescenziale alla sessualità, che va in
questo caso di pari passo con la maturazione dei protagonisti – Gondry porta
sugli schermi una parabola poetica che si trasforma in un impeccabile romanzo
di formazione.
Antonio Romagnoli