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10 film per i quali è richiesto un lavoro di neuroni

Creato il 18 novembre 2013 da Arpio

mercedesleftrightbrain5Also know as 10 film difficili da capire, o che hanno più interpretazioni. Ho sempre visto mal volentieri la figura dello “spiegone” nella cinematografia, a meno che non sia parte integrante di un film altrimenti con troppi buchi di trama (ma appronterò una classifica a breve anche per questi film), perché rivolto troppo spesso a un pubblico passivo, che non ha voglia di azionare il cervello durante la visione del film. Quello che a metà film ti si gira e ti chiede: “ma perché è successa questa cosa?”…eh, cavolo, aspetta e magari si intuisce in seguito. O quello del “questo film non mi è piaciuto perché non ha un senso”…o magari perché non ti va di ragionarci su. Mi si potrebbe imputare il fatto che “Oh, io lavoro tutto il giorno, quando vedo un film lo faccio per rilassarmi e spegnere il cervello”…beh, ci sono film fatti apposta per questo scopo, altri no, altri ti obbligano a levare le ragnatele della scatola cranica e a mettere in funzione il cervello per essere compresi, interpretati, gustati. C’è il momento della passività, ma il cinema impone anche un momento di riflessione e interpretazione, come fa a volte anche la letteratura. Caso tipico e recente è quello di Inception, film dalla dicotomica interpretazione (ogni volta che riesco a usare in un post la parola “dicotomia” ho una sorta di orgasmo), che genera un ragionamento fra realtà, sogno e livelli del sogno di sicuro non semplice. Ci sono film dove la spiegazione è molteplice e lasciata allo spettatore, altri dove va scovata tra le scene e altri ancora che ci fanno imbrogliare la mente…ecco i miei 10 film cervellotici preferiti.

10. Fuoco cammina con me

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Partiamo con un maestro in questo tipo di film, David Lynch (ovviamente lo rincontreremo), che nel 1990 scrive e realizza una delle serie tv più belle della storia: Twin Peaks. Un serial che gira attorno alle indagini sulla morte e il ritrovamento del cadavere di Laura Palmer, popolare studentessa di Twin Peaks. Al caso è assegnato l’agente speciale Dale Cooper, il cui successo è dovuto anche ai suoi sogni divinatori che spesso lo aiutano a risolvere i casi. La serie, in pieno stile Lynch, è grottesca e difficile da capire, tanto che al termine di questa nessuno ci aveva capito una mazza. Nel 1992 allora il regista realizza Fuoco cammina con me, prequel della serie che mostra gli ultimi sette giorni di vita di Laura Palmer. Il film che doveva essere un enorme spiegone di due ore, si trasforma in qualcosa che complica ancora di più la già complicata trama della serie, rendendo l’interpretazione del tutto un lavoro per menti sopraffine (quale la mia non è).

09. Pi greco – Il teorema del delirio

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Come da sottotitolo aggiunto solo in Italia (sempre noi eh), il film è abbastanza delirante e folle. Completamente in bianco e nero e di produzione indie, è lo storia di un matematico ebreo che vive di puro razionalismo e calcolo. Quando incontra un ebreo ortodosso approfondisce la sua cultura sulla Torah e fonde misticismo e calcoli matematici, grazie ai quali riesce a scoprire, seppure in parte, il vero nome di Dio attraverso i numeri. La vita del matematico si trasforma in una fuga continua, dai suoi inseguitori che vogliono conoscere il segreto dietro il nome di Dio e dalla razionalità stessa, che per anni ha controllato la sua vita. Un altro film molto difficile, di cui si riesce però a cogliere un profondo e intenso significato alla fine della pellicola.

08. Mulholland Drive

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Ritroviamo ancora una volta David Lynch in uno dei suoi film più complicati. Una storia tutt’altro che semplice che finisce per trasformarsi un vero e proprio delirio. Una bella attrice che ha subito un’amnesia e un’aspirante attrice si incontrano per caso a casa della zia di quest’ultima, dove la prima si era rifugiata dopo la perdita di memoria. La storia continua alla ricerca della vera identità della donna, alternando momenti onirici e reali in un caleidoscopio di follia. Lynch, come sua abitudine, non ha mai dato una spiegazione del film, che nel frattempo è diventato un vero e proprio cult del genere. In rete subito dopo la sua uscita si è scatenato un dibattito mai finito sul vero significato del film e la sua interpretazione. (chicca: il film contiene un’ottima scena saffica tra Naomi Watts e Laura Harring…imperdibile)

07. Primer

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Di Primer ho già parlato qualche tempo fa, ma vale la pena annoverarlo in questa classifica. Come dissi al tempo della recensione, è un film indie che fa capire che per fare del buon cinema servono le idee e non troppi soldi. Una pellicola sui viaggi nel tempo come non se ne erano mai viste, reso complicatissimo dalla presenza di svariate linee temporali che si incastrano e concatenano fra di loro, creando un puzzle temporale difficile da districare. Ho guardato questo film con un taccuino in mano e ho cercato di dare una spiegazione al tutto nel precedente articolo.

06. Inland Empire

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Chiudiamo il capitolo Lynch con questo film, forse il più delirante dei suoi lavori. Come l’Ulisse di Joyce, anche questo film è un flusso di pensieri. Senza un vero inizio e senza una vera fine. Le scene e le immagini si susseguono in un labirinto mentale del regista, che scava e scava. Una sorprendente esperienza sensoriale che va al di là del concetto cinematografico di storia e trama. Fra tutti i film qui descritti forse Inland Empire è quello che alla fine dei giochi un senso non ce l’ha veramente. Vuole solo essere un viaggio nelle emozioni provocate dalle immagini. Il cervello rimane attivo per cogliere particolari, musiche e dialoghi solo per creare un’emozione finale.

05. L’anno scorso a Marienbad

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Siamo in piena Nouvelle Vegue francese e uno dei fondatori del movimento, Alain Resnair, se ne esce con questo inquietante titolo. Se devo dire la verità l’ho visto per un esame universitario, ma ne sono rimasto affascinato e colpito. E’ la storia di una strana serata e un viaggio nella memoria per una donna che prende parte a una festa in una lussuosa villa. Qui un uomo le se avvicina dicendo che si sono conosciuti l’anno prima a Marienbad e che lei gli aveva promesso di scappare con lui. Lei crede di non averlo mai incontrato, ma lui continua a tirare fuori particolari. Il film passa dal presente a flashback senza avvertire, senza un preavviso utile che ci faccia capire in quale contesto i due stiano parlando. Non sappiamo mai se la storia raccontata dall’uomo sia vera o se invece abbia ragione la donna, dobbiamo intuirlo, interpretarlo, giungere a una nostra verità.

04. 2001: Odissea nello spazio

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Anche Kubrick trova posto in questa classifica con il suo film più complicato. Inutile abbozzare una trama vaga, il film va visto nella sua interezza e spettacolarità. Sicuramente famosissima la scena iniziale con le scimmie e il monolite nero, in cui i primati imparano l’uso delle ossa come armi. Nonostante la scena non sembri così complicata, vi giuro che il vero significato mi è stato rivelato solo da un professore di sociologia all’università e mi si sono aperti gli occhi. Il film in totale è una pellicola sugli stadi dell’evoluzione umana, scanditi dalla presenza del monolite. Kubrick mixa sapientemente immagini, oggetti e musiche (il sottofondo iniziale del Così parlò Zarathustra di Strauss non è affatto casuale, ma è un rimando al superuomo di Nietzsche), creando un capolavoro moderno. Oltre all’evoluzione, poi, si indaga anche sul tema dell’intelligenza artificiale e dei pericoli connessi ad essa.

03. Memento

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Uno dei capolavori di Nolan che mi ha fatto amare alla follia questo regista. E’ la storia di un uomo che in seguito a un incidente ha perso la memoria a breve termine e a lassi variabili dimentica ciò che è accaduto precedentemente. Per questo motivo è costretto a fotografare e scrivere tutto per non dimenticare, le cose più importanti se le fa imprimere addosso come un tatuaggio, il più importante dei quali è sul suo petto e recita “John G ha stuprato e ucciso mia moglie”. La pellicola viene raccontata tutta al contrario, ripercorrendo i momenti che il protagonista cancella dalla memoria a ritroso. Sicuramente un film che va visto.

02. L’angelo sterminatore

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Film spagnolo (ma girato in Messico) del 1962 a firma di Luis Buñuel; una pietra miliare del cinema cervellotico. Un gruppo di ricconi si incontrano in una villa per una festa, ma già da subito la situazione appare un po’ strana e accadono strani incidenti, tra cui quello di un gregge di pecore che passa per la sala e spaventa tutti. Dopo la cena gli invitati si riuniscono intorno a un pianoforte e la serata prosegue fino a tardi, ma nessuno sembra intenzionato ad andarsene per primo, quindi gli invitati si addormentano nel salone. L’indomani gli ospiti decidono di lasciare la villa, ma nonostante la porta sia aperta nessuno riesce a uscire dalla casa. Fuori si accalcano curiosi e poliziotti, che comunque non riescono a entrare nella villa. Nervoso e tensione aumentano fino all’esasperazione e alle liti in un crescendo sempre più frenetico. La pellicola è una denuncia del regista alle istituzioni politico/aristrocratiche e alla Chiesa. L’impossibilità di lasciare la casa rappresenta le immaginarie catene del genere umano, imprigionato nelle sue stesse istituzioni.

01. Donnie Darko

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Giunti al gran finale con uno dei miei film preferiti di sempre. Film d’esordio per Richard Kelly che ne scrive anche soggetto e sceneggiatura. La storia è quella di Donnie, strano adolescente in preda alla depressione e al male di vivere. La sua famiglia è uno spaccato della classe media americana e la sua vita è tutt’altro che entusiasmante. Le cose si movimentano con l’arrivo in scena di una nuova compagna di scuola, Gretchen, ma soprattutto di uno strano tizio che può vedere solo Donnie, Frank il coniglio. Un film che si sottopone a svariate interpretazioni: da quelle puramente filosofiche e sociologiche, fino a quello che tirano in balla la fantascienza e i viaggi nel tempo. Forse la soluzione finale è in un ben congegnato mix fra i due aspetti, quello umano e quello scientifico.



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