La seconda giornata del BIOGRAFILM FESTIVAL-INTERNATIONAL CELEBRATION OF LIVES 2010 è stata dedicata alla biografia di uno dei personaggio più influente e originale della pedagogia italiana contemporanea. Parliamo del noto insegnante e scrittore italiano, Alberto Manzi, primo in assoluto che è riuscito a utilizzare il medium televisivo a fini didattici grazie alla famosa trasmissione “Non è mai troppo tardi” favorendo, durante gli anni Sessanta, l’alfabetizzazione di milioni di italiani alle soglie del boom economico. . Incontri, video-interviste e un evento davvero speciale condotto da Patrizio Roversi in serata all’interno del Biografilm Village hanno animato questa seconda giornata del Festival che ha visto numerosi ospiti dibattersi su quesiti come “Nell’era del federalismo, la lingua italiana, basterà come collante di una nazione?”, “Il mezzo televisivo riesce ancora a educare o preferisce le ‘pupe’?”. L’incontro è stato ricco di spunti e riflessioni decisamente interessanti ma, nonostante tutto, il dibattito resta ancora aperto e personalità come l’originalissimo Alberto Manzi non sono riuscite a emergere in quasi sessant’anni di televisione.
Durante questa seconda giornata del Festival, la mia attenzione si è, poi, soffermata sulla Selezione Ufficiale con la visione di due biografie documentarie differenti fra loro ma entrambe dai risvolti riflessivi piuttosto interessanti: “Guest of Cindy Sherman” di Tom Donahue e Paul H-O e “Sins of my father” di Nicolas Entel, entrambi in anteprima nazionale. Ma la rivelazione della giornata è stata senza dubbio un rockumentary sulla più sfortunata metal band della storia, gli Anvil, dello sceneggiatore di “The Terminal” - Steven Spielberg – Sacha Gervasi: “Anvil!The Story of Anvil”.