Lo scorso otto novembre è stato registrato un Gamma Ray Burst di elevatissima potenza e con un redshift di 2.4, equivalente a 10 miliardi di anni luce e con un'energia sprigionata mille volte superiore a quella prodotta dal Sole in tutta la sua vita. A registrare l'evento i satelliti AGILE e Fermi
di Andrea Giuliani 22/11/2013 14:14Questo evento è stato riconosciuto e localizzato dal software di bordo dello strumento Fermi/LAT (GCN 15464, Racusin et al. e GCN 15472, Vianello et al.) senza alcun intervento umano (circostanza avvenuta solo in un’altra occasione fin’ora), a testimonianza di quanto raro e interessante sia stato. Grazie alla rapida localizzazione fornita da LAT, il satellite Swift ha potuto ripuntare la posizione del GRB e avviare la ricerca di un eventuale afterglow solo 90 minuti dopo il trigger (il tempo tipico per questa operazione è solitamente 8 -10 ore). È stato così possibile raffinare la localizzazione al livello dei sub-minuti d’arco, rendendo possibile puntare ed effettuare osservazioni con i grandi telescopi ottici terrestri. Questo ha portato alla misura del redshift di questo GRB,che si è rivelato essere di ben 2.4 .
Anche AGILE ha osservato il GRB 131108A (GCN 15479, Giuliani et al.) che è “transitato” nel campo di vista dello strumento GRID durante I primi 150 secondi dopo l’evento, durante i quali ha mostrato un’emissione molto più prolungata rispetto a quanto osservato in banda hard X. Questo GRB ha mostrato un spettro decisamente “soft”, il che ha permesso ad AGILE, che è ottimizzato per lavorare ad energie piu’ basse rispetto a Fermi, di rivelare un notevole numero di fotoni in una banda (quella tra i 10 e i 100 MeV) in cui è tradizionalmente difficile fare astronomia e che è ancora largamente inesplorata.
A rendere ancora più interessante l’evento del 8 novembre è la notevole distanza da cui provengono i fotoni gamma del GRB. Il redshift di 2.4 associato a questo evento corrisponde infatti a circa 10 miliardi di anni luce, il GRB è quindi scoppiato quando l’universo aveva solo pochi miliardi di anni. La luminosità e la distanza di questo evento implicano che l’energia sprigionata in pochi secondi dal GRB 131108A è 1000 volte maggiore di quella prodotta dal Sole durante la sua intera vita.
Nelle successive ore e giorni è stato osservato da divesti osservatori l’afterglow nell’ottico, nel radio e nei raggi X, fornendo un formidabile set di dati per lo studio multi-lunghezza d’onda del GRB.
Fonte: Media INAF | Scritto da Andrea Giuliani