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10 ragioni per cui il vinile è meglio del CD

Creato il 04 aprile 2013 da Zambo

10 ragioni per cui il vinile è meglio del CD
La vexata quaestio: meglio il vinile o meglio il CD? Niente paura, non sto per rifilarvi il pippone da audiofilo. Categoria umanamente inerte quella degli audiofili, anche più dei collezionisti, ma sono entrambe specie che poco hanno a che spartire con il rock & roll. L’audiofilo è quello che per farti sentire quanto è esoterico il suo impianto mette un disco di effetti sonori, tipo un uomo che cammina ed una pallina che rimbalza…  che poi nella vita ascolta The Dark Side Of The Moon e Brothers In Arms, se va bene Supertramp. Chissà come suona gutturale un disco dei Faust sull’impianto dell’audiofilo. Al punto che quando vado sul discorso Cd versus Lp con un audiofilo divento polemico a bella posta e prendo ostinatamente le parti del CD per il gusto di irritarlo. Ma in effetti il CD non è meglio, il vincitore del confronto è il vinile. Non tanto per il suono, che non saprei, a me pare uguale, con tutto che l’analogico sarà davvero più morbido (la pellicola del film lo è) ma tanto i dischi li registrano ormai tutti in digitale. E poi ricordo bene il primo disco registrato in digitale che ho sentito, il vinile di Bop Till You Drop di Ry Cooder, si sentiva che è una meraviglia, con tutti gli strumenti squillanti e ben separati l’uno dall’altro. E poi non si può ignorare il prezzo, che quando è uscito il CD costava il doppio esatto del LP, immagino perché lo volevo acquistare io, ed oggi il LP costa il doppio esatto del CD, per lo stesso motivo.
No, la superiorità del vinile è altrove. Risiede essenzialmente nel fatto che il long playing è la cosa vera. Si può toccarlo e annusarlo (avete presente una ragazza nuda, morbida e calda nel letto? E una ragazza nuda, magari anche più bella, una modella, in un film ad alta definizione? D’accordo, ho esagerato per amor di tesi, cambio metafora).
Il vinile è la cosa vera perché (1) tiene più spazio; (2) la busta del negozio è più grande; (3) la copertina profuma di copertina, è di cartone, le fotografie fanno la loro figura, si leggono tutte le note, i nomi dei musicisti, i testi; (4) il disco è dentro una busta di carta, magari anch’essa coperta di fotografie e di scritte; (5) il disco lo appoggi sul piatto, leggi l’etichetta, lo fai girare (avete presente quanto erano belle ed evocative certe etichette, come quella ipnotica della Vertigo, Harvest, Virgin, Atlantic, l’isola della Island…), ci appoggi la puntina, senti lo scricchiolio dei solchi; (5) il vinile ha due facciate, che durano poco più di un quarto d’ora l’una. Non puoi distrarti o fare qualche cosa di diverso dall’ascoltarlo, devi stare li rapito ad ascoltare ogni canzone, magari mentre leggi i testi, perché dopo 18 minuti devi alzare il braccio e girare il disco. Non puoi fare come con il CD che lo metti e te lo dimentichi e ti metti a fare dell’altro, che non c’è bisogno né che lo ascolti né che ti accorgi quando è finito. Il CD dura 80 minuti, e lo riempiono come un tacchino di tutto quello che trovano, da scarti di studio (che diluiscono i capolavori del passato) alle venti canzoni dei dischi che registrano adesso, senza fare nessuna selezione ché tanto registrare oggi non costa più niente e lo spazio c’è. Una volta se Dylan o i Beatles o i Rolling Stones o i Clash registravano due LP, è perché c'erano davvero le canzoni per farlo e un doppio era un doppio, tanto che Blonde On Blonde lo hanno ristampato su due CD anche se ci sarebbe stato comodo in uno. (6) Il vinile, se dio vuole, non puoi ascoltarlo su un computer con il suono piccolo così che esce da due altoparlantini di cartone. (7) Le canzoni del vinile le chiami per nome, quelle del CD per numero. (8) il LP segue (seguiva) delle regole non scritte: la prima canzone della facciata A era la più significativa del disco, la prima del lato B era il brano più orecchiabile, quello che veniva stampato anche su un 45 giri. Il retro del 45 giri di solito era un brano inedito.
E siamo a 8. Se avete altre due ragioni arriviamo a 10.
(9) il LP devi ascoltarlo su un impianto stereo.
Adesso vado ad ascoltare The Next Day di Bowie, ma metto il CD (che è stato inserito nella confezione del doppio LP) così almeno mi risparmio la fatica di girare il disco quattro volte e non interrompo il crescendo delle 17 canzoni (anzi, nel CD giapponese 18).

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