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10 veri motivi (non cretinate tipo Panda, viaggi, Papa e scontrini) per cui Marino dovrebbe dimettersi

Creato il 08 ottobre 2015 da Romafaschifo
10 veri motivi (non cretinate tipo Panda, viaggi, Papa e scontrini) per cui Marino dovrebbe dimettersiIgnazio Marino è stato l'unico sindaco di Roma ad aver tentato di far lavorare i dipendenti comunali, ad aver osato toccare gli allucinanti privilegi dei macchinisti Atac, ad aver intaccato e non di poco l'impero economico dei clan bancarellari, ad aver ridotto al lumicino il business dei ras delle discariche, ad aver pubblicato bandi di gara per effettuare le nomine e ad aver pestato i piedini sacri d'Oltretevere portando in città qualche diritto civile in più.  Si dovrà dimettere per questioni relative a qualche centinaia di euro desunte da ricevute di rimborso da lui stesso pubblicate (perché è stato anche il primo e unico sindaco a pubblicare tutte le spese di rappresentanza). E' un po' paradossale e lo hanno capito in molti. 

10 veri motivi (non cretinate tipo Panda, viaggi, Papa e scontrini) per cui Marino dovrebbe dimettersi

la inquietante homepage di ieri di Repubblica

Ma non è paradossale la dimissione in se, lo è soltanto il motivo. 
Per le condizioni in cui versa la città e per le capacità dimostrate dall'amministrazione - al di là dei punti di discontinuità elencati velocemente sopra e dei tanti che ci dimentichiamo - i motivi per chiedere le dimissioni sono tantissimi e sono tutti davvero molto ma molto più importanti della Panda Rossa, degli inviti immaginari del Papa o di qualche bottiglia di vino pagata con la carta di credito sbagliata. Eccone una decina.
10 veri motivi (non cretinate tipo Panda, viaggi, Papa e scontrini) per cui Marino dovrebbe dimettersi


1. UNA CITTA' BLOCCATA E IMPAURITA
Lo era anche prima, intendiamoci, ma Mafia Capitale ha dato il colpo di grazia. E' un anno che non si riesce a muovere foglia in città. Nessuno prende una decisione, nessuno fa una scelta, nessuno mette una firma, molti neppure ricevono e incontrano operatori economici, imprenditori, associazioni, ditte. Molti settori (pensare all'edilizia) sono alla disperazione mentre Giunta e dirigenti sembrano imbalsamati. A bloccare tutto perché si ha paura di sbagliare sono capaci tutti: Mafia Capitale poteva essere una opportunità incredibile per cambiare le carte in tavola e per provare a prosciugare la pozzanghera entro cui è immersa da decenni la città e invece si è optato per stare immobili. Imperdonabile.

2. ATAC
La finta volontà di risanare Atac è ignobile. Atac ha 100 milioni di euro circa di deficit annuo e 120 milioni circa di evasione tariffaria annua. Qualcuno ha per caso capito come fare a risanare Atac? Pare evidente, no! Organizzare il servizio affinché si salga sui bus solo da una porta con controllo da parte dell'autista non ha costi e ha tanti ricavi (oltre che conseguenze positive sui comportamenti delle persone a prescindere dal bus). Ne questa ne altre misure contro l'evasione si sono implementate e così la città è diventata ancor più di prima accogliente per chi evade, per chi fa il furbo. In due anni e mezzo le cose non sono cambiate di una virgola, sono uguali a come ce le ha lasciate Alemanno. Inaccettabile.
3. GIUBILEO
Il modo con cui è stato preparato il Giubileo grida vendetta. Si sono persi mesi e mesi a non far nulla e non appena si è fatto qualcosa lo si è fatto male, in maniera scadente, senza progetto, senza visione: è una menzogna dire che non c'erano i tempi, bastava muoversi all'istante. L'assessore ai lavori pubblici sta sostanzialmente riasfaltando un po' di strade trascurando però percorsi pedonali e marciapiedi che sono poi proprio le cose che servono ai pellegrini.
4. INFRASTRUTTURE
Se realizzare nuove metropolitane e tramvie può apparire impensabile per motivi di bilancio (ma anche qui è tutto da vedere), ci sono attività che si potrebbero fare sia a costo zero o quasi sia, addirittura, con un guadagno. E' il caso dei parcheggi interrati, altra partita bloccata, insabbiata. Costruirli (con un approccio di qualità) significa incassare soldi, combattere la sosta selvaggia, riqualificare strade a gratis e generare posti di lavoro. In due anni e mezzo non si è riusciti a riscrivere un nuovo piano parcheggi in una città che ha bisogno come il pane di togliere auto dalla superficie e metterle sottoterra.
5. ACEA
Nonostante un top management di indiscutibile qualità, Acea è migliorata? A quanto risulta a noi niente affatto. Le lamentele sono sempre le stesse e purtroppo sono terribili. Sarebbe interessante un giorno capire quanto costano le lentezze e le inefficienze di Acea (trattandosi di società quotata non aggiungiamo altro...) in termini di esercizi commerciali che non aprono, che ci rinunciano, in termini mancati investimenti dall'estero e quant'altro. Insomma quanto Pil perde la città per colpa di questa azienda non all'altezza a dare risposte rapide, veloci e oneste ai clienti attuali e futuri? Ai vertici qualcosa di nuovo c'è, a valle nessuno si è accorto del cambiamento: parlate con qualsiasi imprenditore che negli ultimi mesi ha aperto un nuovo ristorante e fatevi raccontare perché ci ha impiegato il doppio del tempo o perché ha deciso di rinunciare... E dopo 2 anni e mezzo non è possibile. 
6. CICLABILITA' 
Una pagina vergognosa che grida vendetta. Vergognosa al cubo ora che assessore è Stefano Esposito (personaggio con una visione Anni Settanta della mobilità urbana), ma altrettanto vergognosa quando c'era Guido Improta. Questa è la grande truffa del sindaco Marino, non una cena a Santo Stefano al ristorante sotto casa di mammà. La grande truffa è aver carpito centinaia di migliaia di voti parlando di bicicletta e prefigurando una città sostenibile e poi non aver fatto un fico secco in questo senso per due anni e mezzo. Una cristallina frode elettorale: la Procura indaghi su questo, non sugli scontrini. Zero km di piste ciclabili, zero progetti, zero bike-sharing, zero bike lanes leggere benché queste ciclabili aiutino a ridurre la carreggiata, a stroncare la doppia fila e a rendere sicuri gli spostamenti. Il tutto con costi irrisori. A Via Portuense è stato fatto (non grazie a questa amministrazione), andate a vedere. Ma la logica avrebbe voluto, con una campagna elettorale giostrata tutta sulla bici, che questi esperimenti dopo due anni e mezzo fossero la norma in tutta la città. In poche parole c'era la possibilità di cambiare faccia all'intera città con interventi poco costosi e non lo si è fatto. Anzi, si controfirma l'intenzione scientifica di non migliorare la situazione degli ormai tanti ciclisti urbani mediante le scelte - mai smentite dal sindaco - di un assessore alla mobilità votato alla religione delle macchine. Imbarazzante.
7. IL RAPPORTO MALATO DEI CITTADINI CON LE AUTO
La città è semplicemente impraticabile per bambini, anziani, disabili, non vedenti, persone in carrozzella. Non c'è un angolo di Roma che non sia reso inagibile da auto in doppia fila, auto sui marciapiedi, auto sulle strisce pedonali, auto davanti agli scivoli, auto parcheggiate nelle fermate di Atac, auto in curva, auto nelle isole pedonali. 
Migliaia di piazze della città sono ancora oggi, manco fossimo nel 1962, trasformate in parking. Da Piazza in Piscinula a San Pietro in Vincoli. Nessuna inversione di tendenza, anzi le cose stanno peggiorando e il rapporto malato dei cittadini romani con le loro auto non è stato minimamente affrontato. 
E così l'attuale amministrazione ha tranquillamente proseguito le politiche folli e dannose di Alemanno. A volta anche ripristinandole o chinando il capo a sentenze del Tar cui si poteva immediatamente dare risposta: le strisce blu sono stornate quelle di Alemanno, gli orari delle Ztl idem e i cordoli delle corsie preferenziali smantellati da Alemanno non sono stati riposizionati: ma allora se la gente voleva il mantenimento delle stesse cervellotiche scelte del precedente sindaco, cosa lo ha mandato a fare a casa votandone un altro? Per ritrovarsi in situazioni ridicole come il tiramolla su Via Urbana pedonale, tanto per fare un esempio? Beh, gravissimo.
8. LE COSE FATTE A META'
Ovvero praticamente tutte. Via del Babuino bellissima, ma senza protezioni e dunque pieno di furgoni sul marciapiede; Malagrotta chiusa ma poi non si completa il porta a porta in città; pulizia delle strade togliendo le auto ma solo una volta al mese e solo perché c'è il giubileo; i Fori pedonali ma non del tutto; il Colosseo senza più camion bar ma piedi di abusivi, illegalità spaventosa e violentissima, centurioni e risciò. Prendete Via Labicana\Viale Manzoni, cui venne cambiato senso di marcia: "entro pochi mesi faremo il percorso ciclabile": bugia. Niente di fatto. La traiettoria che ogni giorno centinaia di ciclisti urbani fanno per andare a lavoro in centro è di fatto per loro illegale. Queste sono le bugie per cui un sindaco dovrebbe dimettersi, non le idiozie su cui fanno focus i giornali.

9. AMBULANTI

Anche qui nessuna visione, nessun progetto, nessuna narrazione. Le bancarelle sono diverse migliaia e sono un gigantesco problema a Roma. Che si fa? Si spostano in un mercato? Si permutano le licenze con una licenza taxi e chiudessero senza rompere? Si fanno scadere in nome della Bolkestein nel 2017 e poi si fa un bando? Ma come, sposti urtisti e camion bar dal Colosseo e dai Fori con clamore internazionale e poi non rifletti su cosa fare su tutti gli altri riducendo la cosa fatta ad un inutile spot? E poi lasci le cose a metà? Ci vorrebbe una visione e un progetto. Non c'è. Nulla. Arabo.
10. IL VECCHIO PD
La questione di questi giorni di Piazza Navona è emblematica. Abbiamo dovuto armare una mezza rivoluzione per convincere il Primo Municipio ad integrare con ben 8 pagine - di cui alcune dedicate proprio al concetto di qualità - un bando fatto malissimo e cucito apposta per favorire i soliti gruppi di bancarellari nella gara ad avere un banco alla Festa della Befana. Il sindaco se n'è accorto, ha convocato i responsabili e ha chiesto di correggere. Il bando faceva (e fa) talmente schifo che sono servite 8 pagine di correzioni. Ma è stato un caso. Se non se ne fosse accorto? Se era altrove? Se la cosa fosse sfuggita a noi e non fosse mai uscito l'articolo con cui denunciavamo la truffa? Il punto forse è che nei Municipi non ci devono stare i protagonisti del Vecchio Pd ma persone nuove e impermeabili alle pressioni delle lobby. Ma poi se qualcuno viene trovato con le mani nella marmellata, le teste dovrebbero cascare e invece pare che non sarà proprio più. Eppure non è assolutamente la prima volta che si procede in questa maniera ignobile e connivente. Possibile che oggi, a 10 mesi da Mafia Capitale, con un Assessore alla Legalità, con i riferimenti politici dei bancarellari ai domiciliari a Roma si scrivano ancora i soliti bandi per favorire i clan in questo modo? Significa proprio che nessuno teme il sindaco e la sua intenzione di cambiare. Significa che l'amministrazione va da una parte e i municipi (e di certo non solo il Primo) dall'altra. Significa non aver trasmesso diffusamente il germe del cambiamento.

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