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1000 barche per il Mediterraneo

Da Met Sambiase @metsambiase

1000barche, il golem femmina, simonetta sambiase

Festival delle generazioni
Né vecchi, né giovani… cittadini accoglienti.

1000 barche per il Mediterraneo: una barca di carta, costruita con le nostre
mani, per ricordare coloro che sono morti attraversando il Mediterraneo per
raggiungere l’Europa.

Secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni sono
3.279 le persone morte in mare nel 2014; più di 2.873 i morti o dispersi al
25 settembre 2015 (http://missingmigrants.iom.int/en).
Le nostre barche di carta in Piazza Maggiore, qui a Bologna, giacciono a
memoria, in segno di lutto ma anche di impegno , personale e sociale.
Perché queste tragedie non possono e non devono continuare.

Laboratorio costruzione barche di carta
venerdì 9 ottobre – sabato 10 ottobre
piazza del Nettuno
Stragi nel Mediterraneo:
a memoria e impegno
1000 BARCHE PER
IL MEDITERRANEO

Flash mob
sabato 10 ottobre, ore 18,30
piazza Maggiore

Né vecchi, né giovani, italiani di origine o d’adozione, insieme, come
cittadini accoglienti.
Il nostro impegno, l’impegno dell’Italia e dell’Europa,
deve andare verso:
– l’apertura di canali umanitari e vie d’accesso legali al territorio europeo,
per evitare i viaggi della morte e combattere gli scafisti;
– la sospensione del regolamento di Dublino, che impone ai migranti di fare
richiesta di asilo nel primo paese dell’Unione Europea nel quale arrivano,
e l’accelerazione del processo per un sistema europeo unico di asilo e
accoglienza, condiviso da tutti i Paesi membri;
– un sistema di accoglienza non legato all’emergenza, gestito per piccoli
gruppi e da soggetti competenti, che metta al centro la dignità delle
persone, con il coinvolgimento dei territori, procedure trasparenti e controlli
indipendenti;
– un grande piano di investimenti per posti di lavoro e servizi per
l’integrazione dei rifugiati nella società europea, che significa posti di
lavoro di qualità, sanità, alloggio e istruzione per tutti;
– la promozione di una cultura dell’incontro, che non teme le differenze,
ma le considera occasioni di reciproco arricchimento; che vede le città
come laboratori di cittadinanza, aperti a tutti coloro che si riconoscono in
uno spazio comune di diritti e doveri;
– interventi nella aree di guerra e crisi per trovare soluzioni di pace,
promuovendo concretamente processi di composizione dei conflitti e
transizioni democratiche;
– interventi di cooperazione per lo sviluppo locale sostenibile nelle zone
più povere, dove lo spopolamento e la migrazione sono endemici.
“Un’Europa che non sa accogliere, dare asilo, che non sa esprimere
umanità è un’Europa che ha già perso” (Annamaria Furlan)
Né vecchi, né giovani, italiani di origine o d’adozione, insieme, come
cittadini accoglienti.


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