Non so se era esattamente quella l’ora che ho messo nel titolo quando il sito di Ticketone dava già sold out per il concerto dei The Cure al Forum di Assago, ma comunque più o meno il senso è quello e solo così comunque mi veniva il gioco di parole usando il titolo di una loro canzone. Vi interessa davvero sapere com’è andata? Sapevo che la vendita sarebbe iniziata proprio ieri l’altro, il 24 novembre, ed ero venuto a conoscenza del tour un paio di giorni prima, ma credo che la notizia fosse fresca fresca. Una bell’iniziativa di marketing: crei l’hype, getti la bomba e poi si salvi chi può. Questo per dire che non avevo ancora fatto mente locale sull’idea di andare o no. Che dite? pensavo. Mi si nota di più se vado all’ennesimo concerto di Robert Smith oggi cinquantasettenne o se lascio andare voi, tanto io ho ancora freschi nella memoria certi live risalenti all’84 e o all’85 ma anche ai tempi di Disintegration fino a una serata godibilissima del tour seguito all’uscita di Wish (i cui biglietti li aveva acquistati per me Fabio e ancora oggi non gli ho restituito i soldi e c’ero pure andato con una ragazza che voleva a tutti costi che ci amassimo in quel senso lì a un punto ben preciso di una determinata canzone, ma per fortuna che, forse il pezzo prima, c’è stato un accenno di pogo che non mi sono lasciato sfuggire per allontanarmi di un po’. Voglio dire, io ero lì per ascoltare i The Cure, mica per fare altro)?
Ma di questi tempi in cui non c’è niente di più importante dei capisaldi della musica della storia dell’umanità intera del mondo mondiale o, meglio, i consumatori di musica siamo sempre gli stessi perché i giovani hanno ben altro per la testa, non bisogna farsi troppe seghe mentali e cogliere l’occasione appena ti si presenta. Con questi mostri sacri di una certa età che non si sa quanto possano durare ancora non c’è da scherzare per nulla. La cosa è andata più o meno così: in orario d’ufficio vado sul sito a controllare quanto costano i biglietti, mi consulto con mia moglie via mail, torno sul sito e ciao. Tutto esaurito. Ci sono quindi migliaia di persone che hanno la certezza di impegnarsi e partecipare a una cosa che succederà tra esattamente un anno da qui. Io, al massimo, arrivo a pianificare fino ad agosto, proprio ieri ho prenotato il campeggio e acquistato il biglietto della nave per la Sardegna perché se ti metti a pensare che chissà dove sarai, con tutto sto tempo in mezzo, non vivi più.
Così, da quel momento, continuo a riflettere sul fatto che comunque non ci volevo andare, che dopo “This must be the place” vedo Robert Smith sotto una luce diversa, che comunque non avevo ancora perdonato ai The Cure quel tour fatto volontariamente senza tastierista e che, in linea con la mia convinzione che a una certa età è bene ritirarsi tutti e lasciare il palco ai giovani, tutto sommato è meglio così. D’altronde che cosa volete che rappresentino i The Cure per me, che sono solamente tra i miei tre punti di riferimento culturali di tutta la vita insieme a David Bowie e ai Genesis con Peter Gabriel? Ho deciso così che, per mettermi in pari con l’ordine delle cose e riportare il cosmo al suo equilibrio regolamentare, ogni giorno che mi separerà dal primo novembre del 2016 ascolterò un pezzo dei The Cure come prima cosa appena sveglio, in modo da accumulare punti karma validi per la prossima tournée che chissà quando sarà.