Prima era italiana, prolungamento sulla Riviera del Regno di Sardegna, verso il mare azzurrissimo della Baia degli Angeli - che chissà perché sembra più blu di quello che c'è in Liguria, pochi km più in là.
Le radici italiche di Nizza si sentono eccome: sono un cromosoma dominante nel suo DNA, che si riflette nell'architettura, nel cibo, nei colori, nella lingua.
Però è un'italianità che si ferma alle radici, come se fosse una ex-colonia che ormai ha conquistato l'indipendenza, come un parente lontano che vive all'estero.
Ormai è in tutto e per tutto francese.
Eppure è proprio in questo misto di sangue mediterraneo che risiede tutto il suo fascino, in queste radici italiane che hanno partorito fiori francesi.
Ecco i miei #10buonimotivi per cui visitarla. E godere appieno del suo fascino italo-francese..
[1] La Vieille Nice
Vieille Nice
Questa zona, secondo me, è il tesoro principale di Nizza.
E, come tutti i tesori più preziosi, lo trovi quasi a sorpresa, quasi inaspettamente: un attimo stai camminando lungo i boulevards eleganti ed ariosi che abbracciano Piazza Massena, ed un attimo dopo, infilando un portone, seguendo una scalinata, come fa Alice con il Bianconiglio, sbuchi in questo caleidoscopio magico ed antico di viuzze, di palazzi altissimi dal colore del sole, di piccole botteghe artigianali che sembrano custodire segreti che oggi altrove sono stati persi.
Vieille Nice
E' una festa dei sensi: ci sono i colori caldi e mediterranei dei palazzi che ti circondano come strani alberi di legno e mattoni in una foresta incantata, ci sono i profumi di lavanda e limone che escono dalle botteghe artigianali come una mano invisibile che viene ad accarezzarti le narici, ci sono le olive, i pomodori essicati e le spezie che sono accatastate di fronte alle drogherie come se fossero un banchetto degno di un principe, e che già promettono un preludio di gusto.
Vieille Nice
Ma la parte della mente che viene più affascinata e stuzzicata è quella della fantasia, perché i vicoli della Vecchia Nizza sono uno di quei posti in cui è bello perdersi, in cui il vagare senza meta non è più qualcosa di vano ma si trasforma in qualcosa di magico e profondo: vagando si va alla scoperta, vagando ci si lascia stupire, ci si stimola a tenere gli occhi aperti, vagando si costruisce una storia.
Le case altissime diventano un teatro, le persone sono tutti attori protagonisti, gli oggetti nelle botteghe si animano e, attraverso i sensi che coinvolgono, raccontano milioni di storie... e la Vecchia Nizza si trasforma in un libro aperto.
Vieille Nice
[2] La Promenade des Anglais
Di solito, la maggior parte delle città ha come simbolo un monumento - una statua, una chiesa, un edificio.
Nizza invece ha una strada.
Promenade des Anglais
La Promenade è probabilmente uno dei lungomare più celebri del pianeta, e, dopo essermi seduta su una delle sue seggiole blu di ferro battuto per concedere ai miei piedi in fiamme una pausa di relax, non posso che concordare.Promenade des Anglais
La cosa più difficile, forse, è stata, alla fine, riuscire ad alzarsi da quella sedia. E questo non tanto perché ormai le primavere cominciano a farsi sentire e la mia schiena è sempre dolorante; ma perché il mare era ancora più blu delle sedie, si espandeva infinito all'orizzonte, mi inebriava le narici con la salsedine, brillava di riflessi dorati mentre il sole lo baciava e si lasciava abbracciare dal cielo fino a confondersi con esso.Promenade des Anglais
La gente passeggiava, scivolava veloce sui roller o sulle bici, si tuffava nell'acqua, chiudeva gli occhi e si godeva le carezze del sole e della brezza.Oppure guardava il mare.
Promenade des Anglais
Come facevo io e come fanno, da secoli, gli eleganti palazzi barocchi che si affacciano su di essa, che sembrano eleganti dame in crinoline dell'800, venute anche loro a scrutare l'orizzonte blu sulla Prom'.Promenade des Anglais
[3] La Collina del Castello
Tutte le salite richiedono sudore e polpacci allenati, ma la ricompensa che si ottiene arrivando in cima è in grado di ripagare la fatica.
Ok, forse non sempre - ma la salita della Collina del Castello di Nizza appartiene indubbiamente a questa categoria.
Devo ammettere che è proprio una salita privilegiata, perché anche la fatica si sente poco, dal momento che, arrivando dalla Città Vecchia, ci si ritrova troppo impegnati a fotografare e a contemplare la bellezza semplice ed antica dei vicoletti di ciottoli, dei fiori alle finestre, dei colori pastello delle case, per sentire il fiatone. E' una specie di ascensore virtuale che ti trasporta in su, una sorta di prolungamento ripido della Vieille Nice fin verso il cielo.
Collina del Castello
La Collina del Castello in realtà è solo più una collina, non ha più nessun castello.Ma ce l'ha avuto.
Lo avevano costruito i Savoia nel 1300, quando Nizza apparteneva ancora ai loro domini, ed è stato distrutto dai Francesi nel 1705 durante un assedio nella guerra di Successione spagnola.
Per i Nizzardi, però, questo posto continua a chiamarsi "Il Castello".
Collina del Castello
Ed in effetti, anche se della costruzione è rimasto solo qualche moncone del perimetro murario, è decisamente un posto da cui si ha una sensazione di "dominio" sulla città: la si abbraccia per intero, dall'alto... finché lo sguardo non si proietta anche verso l'infinito blu del mare.E allora la sensazione di dominio si trasforma in libertà assoluta...
[4] Piazza Massena
Piazza Massena è stata la prima cosa di Nizza che ho visto, arrivando dalla stazione Nice Ville, che mi ha fatto dire "Wow".
Piazza Massena
I portici che la contornano come un'armoniosa cornice hanno un'aria che mi suonava famigliare - e infatti originariamente questa piazza era stata voluta e progettata da Carlo Alberto.La struttura fisica vagamente torinese, però, è assolutamente declinata con i colori e le atmosfere della Costa Azzurra: i palazzi indossano colori caldi, come il sole o gli agrumi, e lo spazio su cui si estende è molto più arioso e di ampio respiro - ricorda l'orizzonte libero ed infinito del mare.
Piazza Massena
E poi c'è la cosa che mi è piaciuta più di tutte: gli omini appollaiati sui piedistalli.Piazza Massena
Sono un'opera dello scultore catalano Jaume Plensa e sono sette, come i continenti che dovrebbero rappresentare. Di notte si illuminano di colori diversi, mentre di giorno rimangono a meditare raccolti nel loro candore, stagliati verso il cielo blu.Sembrano degli eremiti o dei mistici.
Sono distanziati fra loro, non si potrebbero sfiorare neppure se lo volessero, eppure sono uguali - hanno gli stessi lineamenti, la stessa somiglianza fisica.
Forse ci vogliono dire che, attraverso il raccoglimento e la riflessione, si riesce sempre ad elevarsi un pochino più in sù.
Ma chissà se ogni tanto vorrebbero scendere un po' dal loro piedistallo e sgranchirsi le gambe...
Piazza Massena
... A presto con la seconda parte!!!!