Sinceramente credo che Darren Lynn Bousman avrebbe potuto fare a meno di regalarci l’ennesimo polpettone a sfondo religioso pieno di rivelazioni sulla natura di Dio, sui demoni che cercano una porta per arrivare sulla terra e cose del genere.
L’unica cosa nuova in 11-11-11 è l’introduzione del numero come momento per gli accadimenti.
Joseph è uno scrittore famoso, che nell’ultimo anno ha perso moglie e figlio in un incendio ed è scampato senza un graffio ad un incidente automobilistico.
Il padre sta morendo e così raggiunge lui e il fratello a Barcellona.
Joseph è ateo, il fratello un prete con idee un po’ rivoluzionarie, i rapporti tra i due sono freddini.
Poi capitano un sacco di cose brutte e Joseph si accorge che capitano sempre alle 11:11, comprese le apparizioni di demoni nel cortile della casa del fratello.
Alla fine dei conti pare proprio che i cattivi dell’inferno vogliano uccidere il fratello prete perchè sarebbe il Salvatore ed hanno intenzione di farlo all’apertura della porta delle 11:11 del 11-11-11.
Non vi preoccupate, vi ho raccontato un po’ della trama, ma è tutto così ovvio e scontato che man mano che si va avanti si capisce tutto con buon anticipo.
L’inizio di 11-11-11 è discreto, perchè si comincia con un bimbo che strilla ed un incendio.
Man mano che si va avanti però ci si perde in allucinazioni, rivelazioni, demoni che appaiono e scontri tra religione e non religione.
Anche l’orario, centro della faccenda, è davvero buttato un po’ li, senza nessuna base convincente.
Tutto il film poggia su coincidenze e su un numero doppio che lascia un po’ il tempo che trova.
Timothy Gibbs e Michael Landes sono bravini, ma è proprio l’impalcatura a cigolare continuamente, Bousman non riesce a convincere.
Confuso e pretestuoso, il film delude parecchio e soprattutto non regala nulla di nuovo o particolarmente meritevole di essere ricordato.
Il finale poi è un sabba con tutti i demoni impegnati nel sacrificio che… roba trita e ritrita.