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11 gennaio 1693, quando l’apocalisse parlo’ siciliano

Creato il 10 gennaio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

800px-Sicilia_Sisma_1693di Salvo Figura. Sessantamila morti innocenti, fu il consuntivo approssimativo di un evento che segnò la memoria dei siciliani. Ne incise a fuoco il DNA e provocò un risveglio delle coscienze e dell’arte.

Strane coincidenze: la pestilenza che decimò l’Europa dal 1348(la più violenta con oltre 25 milioni di morti), provocò una rinascita della arti liberali, in Sicilia nacque invece dopo l’evento del 1693 il più bel barocco che si fosse mai visto.

Occorrono forse tali catastrofi per dare la “sveglia” all’emisfero creativo e alle coscienze? Difficile darsi una risposta. Lacrime, patimenti, epidemie, fame e carestie che seguono sempre tali calamità, castigo di Dio secondo alcuni, vendetta della natura secondo altri, casualità secondo altri ancora, ci danno la giusta misura della piccolezza umana davanti a eventi incontrollabili.

Qui non ci furono i magistrati che incolparono gli architetti di disastro colposo, qui ci furono preghiere e bestemmie, lacrime, polvere e sangue che innaffiarono e calcificarono occhi e anima insieme. Un territorio di oltre 6000 Km2  fu devastato da scosse del 7.5 Richter cui seguì un maremoto mostruoso. Venti chilometri di profondità di epicentro, sono una bazzecola e l’onda sismica ci impiegò una frazione di secondo per ergersi in tutta la sua mostruosità, per divorare intere famiglie, interi paesi, intere città. Catania perse il 50% dei suoi abitanti con oltre settemila morti, Noto, Palazzolo, Siracusa,Ragusa, Scicli,  furono decimate. Abati e nobiluomini descrissero a distanza di pochissimi anni quel terribile evento, descrivendo cambiamenti di colore della luna e uomini e animali che volavano via o venivano inghiottiti da profonde fenditure della terra.

Se non fu la fine del mondo, fu certamente la fine di un mondo. Appena cinquant’anni e rinacquero le più belle chiese dell’Isola, addobbate di melagrane, mele cotogne, uva, foglie di vite e di acanto. Lo stile Corinzio si diffuse con un gusto nuovo di fiori, frutta e profumi.

La gente guardò ammirata i capolavori che piano piano si ergevano dalle fondamenta del dolore e ancora una volta l’uomo seppe reagire a esso e farne crogiuolo dei propri sentimenti.

Undici gennaio 1693 l’apocalisse si trasformò in arte, e questa si sublimò in bellezza.

Featured image, mappa della Sicilia con la suddivisione isosismica delle aree colpite in gradi della scala. Grazie infinite all’autore di questa bellissima ed utilissima mappa Anthos che l’ha rilasciata a Wikipedia. Qui la fonte.

 


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