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L’ONU ha proclamato per la prima volta nel 2012 l’11 ottobre “Giornata Internazionale della Bambina”.
Ogni anno milioni di bambine e giovanissime ragazze continuano ad essere vittime di violenza e di discriminazione da parte degli adulti e spesso degli stessi uomini appartenenti alla loro famiglia. Più sono piccole e più sono costrette a soffrire e a subire in silenzio discriminazioni e abusi commessi nei loro confronti da parte degli adulti. Essere una bambina è sempre più difficile, non solo nei paesi in conflitto dove il dato sulle bambine date in sposa quando ancora minorenni è sconvolgente ma anche nei Paesi che vengono considerati altamente civilizzati. È raccapricciante leggere notizie come quelle divulgate pochi giorni fa dai media che hanno pubblicato un servizio riguardante cinque bambine età compresa fra i 9 e 14 anni che sono state trasformate, vittime innocenti e sicuramente inconsapevoli, in bombe umane e fatte esplodere contemporaneamente fra la folla, magari usando un comando a distanza.
Siamo tutti responsabili nel dire no alla violenza contro le bambine e le adolescenti.
Tutte le bambine, ragazze e future donne del mondo devono poter vivere in salute, poter studiare e trascorrere le proprie giornate protette dalle violenze e dagli abusi fisici e psicologici perpetrati nei loro confronti.
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