11 settembre 2001, torri gemelle: a ground zero si continua a morire

Creato il 06 settembre 2011 da Andrea21948


Lo sapevate che dopo 10 anni dall'attentato alle Torri Gemelle, si continua a morire?

Infatti fra i 50mila soccorritori che sono intervenuti subito dopo lo schianto dei due aerei, ben 1000 sono morti negli anni successivi a causa di malattie conseguenti al lavoro di quei giorni.

Si pensi per esempio a James Zadroga, detective della polizia, all'epoca aveva 30 anni. Fu uno dei primi ad intervenire e lavorò tra le macerie per 470 ore consecutive.

Dopo cinque anni morì, diventando il primo delle vittime del "post 11 settembre". E con lui morirono in tanti: vigili del fuoco, volontari, poliziotti, che in breve tempo svilupparono malattie quasi sempre mortali.

Restarono per giorni a scavare fra le macerie, respirando cio' che i loro polmoni non erano in grado di filtrare.

Non avevano protezioni particolari: solo una mascherina bianca "d'ordinanza" che non li proteggeva da quelle polveri mortali.

Qualcuno avrebbe dovuto avvisarli, perchè quella non era una situazione "d'ordinanza", e le protezioni avrebbero dovuto essere più efficaci.

Fu un evento talmente eccezionale che persino la comparsa di patologie gravi come il cancro, sono anomale in un arco di tempo così ristretto.

Per anni una nube di silenzio coprì i sempre piu' numerosi decessi che si sono susseguiti dopo quello di James Zadroga.

Molti dei soccorritori ammalati, persero il lavoro e speso tutti i loro risparmi per potersi curare.

Perchè non era previsto alcun rimborso, anzi non era riconosciuta alcuna tutela per chi aveva scavato con lu unghie tra le macerie di Ground Zero.

Qualcuno tentò di ammazzarsi, prima che lo facesse la malattia. Altri vendettero la casa, per poter vivere ancora qualche giorno in più.

Ora però, dopo 10 lunghi anni, uno spiraglio sembra aprirsi.

A gennaio Barak Obama ha firmato un provvedimento di sostegno economico per le vittime del "post 11 settembre".

Il provvedimento, che porta il nome di James Zadroga, fu inizialmente respinto dai Repubblicani ma poi, con la spinta dell' opinione pubblica, approvato a maggioranza.

Ma il "James Zadroga Act" ha una grave mancanza che getta nello sconforto molti dei soccorritori ammalati: non copre le spese per le cure dal cancro.

Una commissione infatti ha stabilito che non esiste  una evidente connessione tra sviluppo del cancro ed esposizione alle polveri di Ground Zero.

Per fortuna, però, che un nuovo rapporto, ribalta questa tesi.

Pochi giorni fa, Lancet, una rivista medica, ha pubblicato uno studio condotto su 10000 vigili del fuoco affetti da cancro, di cui 8927 trascorsero almeno un giorno a Ground Zero, nei giorni successivi all'attentato.

Il risultato della ricerca ha stabilito che chi ha partecipato alle operazioni di soccorso, ha avuto un incremento del 19 % di rischio sviluppo cancro.




Lo sapevate che dopo 10 anni dall'attentato alle Torri Gemelle, si continua a morire?

Infatti fra i 50mila soccorritori che sono intervenuti subito dopo lo schianto dei due aerei, ben 1000 sono morti negli anni successivi a causa di malattie conseguenti al lavoro di quei giorni.

Si pensi per esempio a James Zadroga, detective della polizia, all'epoca aveva 30 anni. Fu uno dei primi ad intervenire e lavorò tra le macerie per 470 ore consecutive.

Dopo cinque anni morì, diventando il primo delle vittime del "post 11 settembre". E con lui morirono in tanti: vigili del fuoco, volontari, poliziotti, che in breve tempo svilupparono malattie quasi sempre mortali.

Restarono per giorni a scavare fra le macerie, respirando cio' che i loro polmoni non erano in grado di filtrare.

Non avevano protezioni particolari: solo una mascherina bianca "d'ordinanza" che non li proteggeva da quelle polveri mortali.

Qualcuno avrebbe dovuto avvisarli, perchè quella non era una situazione "d'ordinanza", e le protezioni avrebbero dovuto essere più efficaci.

Fu un evento talmente eccezionale che persino la comparsa di patologie gravi come il cancro, sono anomale in un arco di tempo così ristretto.

Per anni una nube di silenzio coprì i sempre piu' numerosi decessi che si sono susseguiti dopo quello di James Zadroga.

Molti dei soccorritori ammalati, persero il lavoro e speso tutti i loro risparmi per potersi curare.

Perchè non era previsto alcun rimborso, anzi non era riconosciuta alcuna tutela per chi aveva scavato con lu unghie tra le macerie di Ground Zero.

Qualcuno tentò di ammazzarsi, prima che lo facesse la malattia. Altri vendettero la casa, per poter vivere ancora qualche giorno in più.

Ora però, dopo 10 lunghi anni, uno spiraglio sembra aprirsi.

A gennaio Barak Obama ha firmato un provvedimento di sostegno economico per le vittime del "post 11 settembre".

Il provvedimento, che porta il nome di James Zadroga, fu inizialmente respinto dai Repubblicani ma poi, con la spinta dell' opinione pubblica, approvato a maggioranza.

Ma il "James Zadroga Act" ha una grave mancanza che getta nello sconforto molti dei soccorritori ammalati: non copre le spese per le cure dal cancro.

Una commissione infatti ha stabilito che non esiste  una evidente connessione tra sviluppo del cancro ed esposizione alle polveri di Ground Zero.

Per fortuna, però, che un nuovo rapporto, ribalta questa tesi.

Pochi giorni fa, Lancet, una rivista medica, ha pubblicato uno studio condotto su 10000 vigili del fuoco affetti da cancro, di cui 8927 trascorsero almeno un giorno a Ground Zero, nei giorni successivi all'attentato.

Il risultato della ricerca ha stabilito che chi ha partecipato alle operazioni di soccorso, ha avuto un incremento del 19 % di rischio sviluppo cancro.




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