Photo credit: Scott Hudson * / Foter / CC BY
Sono passati dodici anni esatti dal giorno che ha segnato una delle pagine più buie della storia degli Usa, ma anche del Cile, con la figura di Salvador Allende.
Era l’11 settembre 2001 quando tre aerei di linea vennero dirottati da alcuni attentatori di Al-Quaeda verso le due torri gemelle del World Trade Center e il Pentagono (un quarto aereo che avrebbe dovuto colpire la Casa Bianca si schiantò al suolo). Le immagini di quel giorno sono impresse nella memoria di tutti quelli che, in tutto il mondo, hanno potuto assistervi: scene di una tragicità assoluta perché hanno minato il cuore pulsante dell’America, il suo popolo civile, contando circa 3000 vittime. E ogni anno, da allora, il governo statunitense ha preso due strade: la commemorazione dell’anniversario dell’attentato e la ricostruzione di due edifici, dove prima sorgevano le due Torri Gemelle. Anche il Presidente Obama ha rispettato il silenzio commemorativo e ha partecipato ad una cerimonia al Pentagono. Non si può fare a meno di notare come la guerra dichiarata dall’allora presidente Bush al terrorismo islamico condizioni ancora adesso i rapporti con il Medio Oriente: solo lo scorso mese di agosto gli Stati Uniti hanno chiuso le ambasciate e sempre più frequentemente si sente parlare di una possibile guerra con la Siria, nonostante i giorni scorsi la Russia abbia proposto il controllo internazionale sull’arsenale delle armi chimiche siriane, ottenendo il consenso di vari Stati. A New York dilagano spettacoli e momenti ricordanti la giornata di dodici anni fa e le luci della Freedom Tower sanciscono la ricostruzione di un edificio che rinasce dalle sue stesse macerie. Sarebbe sbagliato, però, dimenticare che oggi è anche l’anniversario dei 40 anni del golpe di Pinochet, che fece iniziare la fase di dittatura in Cile. Pinochet nell’11 settembre 1973 destituì il Presidente Allende e instaurò una dittatura tristemente famosa per i suoi “desaparecidos”: circa 40000 cittadini cileni dispersi poiché contrari al regime repressivo di Pinochet. Molte furono le persone che lasciarono il Cile fuggendo e rifugiandosi in altri Paesi e molte furono le quelle che morirono nella Resistenza: ancora nella giornata di oggi l’attuale Presidente Pinera ha negato i crimini del regime pinochetista riconducendoli ad Allende, ed una amnistia del 1978 impedisce di ricercare e fare chiarezza sulle stragi precedenti. A Santiago del Cile, nonostante le ombre volte a coprire una pagina di storia buia e sanguinosa, una fila di manifestanti si è posizionata supina per 11 minuti nei dintorni de La Moneda, il palazzo presidenziale cileno, per non dimenticare.