Magazine Attualità
UNIAMOCI PER I DIRITTI DI TUTTE LE PERSONE, PER IL RISPETTO DELLE COMUNITA’ LOCALI E DEI BENI COMUNI, PER LA SALVAGUARDIA DEL PIANETA E DELLE SUE RISORSE. CONTRO LO SFRUTTAMENTO, LA SPECULAZIONE, LO SPRECO E LA VIOLENZA DI GOVERNI, MULTINAZIONALI, BANCHE E MAFIE
L’11 . 11. 11ASSEMBLEA A PIAZZA DEL POPOLO DALLE ORE 16
Non si può continuare così.Il vecchio mondo è finito, non ha senso cercare di resuscitare i cadaveri già decomposti, non ha senso affidare la nostra vita ai cadaveri e alle leggi e agli ordini dei cadaveri. Non possiamo non vedere che un nuovo mondo ci occorre, nel quale possiamo svilupparci da uomini veramente vivi, cioè tutti coraggiosamente, attivamente, organicamente fratelli tra noi. (...) un enorme lavoro attende ciascuno di noi se vogliamo riuscire - con l’attenzione, l’intelligenza e l’impegno necessari - ad essere vivi come ci occorre a farci un mondo nuovo.
(Danilo Dolci, sabato 11 marzo 1967 piazza Kalsa, Palermo)
Ci stiamo abituando all’idea che i Diritti, i Beni Comuni e la stessa Vita sul Pianeta vengano trasformati in merce da contrattare.Ci stanno abituando a restare immobili e impauriti davanti alle televisioni mentre il mondo va a rotoli.
La nostra impotenza diventa complice dell’incoscienza di un sistema votato all’autodistruzione. Un sistema che fagocita le risorse umane e naturali per accumulare profitti indebiti, inquinamento e rifiuti e che non opera più nell’interesse collettivo.Dall’incoscienza e dalla paura c’è bisogno di uscire con coraggio e consapevolezza. Dalla rabbia che deriva dalla violenza subita, con creatività sociale e responsabilità civile.
C’è bisogno di accogliere e riconoscere quegli Altri e quell’Altrove, di costruire insieme un Noi e un Qui fatto di Persone e di Comunità solidali, un noi tutto da inventare riappropriandoci insieme delle pratiche esistenziali come abitare, nutrirsi, lavorare, conoscere, aver cura di sé, degli altri e del bene comune, pratiche che sono assieme la fatica, il piacere e la libertà di vivere, e che da troppo tempo abbiamo delegato ad un sistema che ci ha sedotto con la prospettiva del benessere e che in cambio ci ha chiesto l’anima.
C’è bisogno di una nuova consapevolezza del presente e di riappropriarsi del futuro: di tornare ad agire in prima persona e a sperare di poter cambiare il mondo.
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