Il tema trivellazioni infiamma i rotocalchi. Ma se c'è chi dice NO, c'è anche chi dice SI': una voce fuori dal coro.
Trivelle sì, Trivelle no: intanto in Irpina si apre il fronte della ricerca.
Mentre cresce l’opposizione referendaria, dalla Campania cresce il consenso per uno sviluppo economico di questa regione che passi anche attraverso le trivellazioni. Il sostegno di FederPetroli.
Si è chiuso domenica scorsa il primo appuntamento assembleare italiano convocato dal Coordinamento nazionale No Triv e dalle centinaia di organizzazioni aderenti all'iniziativa, dopo il deposito in Cassazione dei quesiti referendari abrogativi contro le trivellazioni in mare e su terraferma.
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Ma di contro si susseguono anche le prese di posizioni favorevoli.
In Campania ad esempio è nata l’associazione Selp Agla (Associazione Giovani per il Lavoro e l’Ambiente) che si è espressa subito favorevolmente alle trivellazioni in Alta Irpinia.
Come spiegato da Vittorio Centrella, ex segretario Ugl e ora segretario dell’Unione provinciale del lavoro Selp Avellino “Non si può perdere l’occasione di un eventuale sviluppo in regioni già impoverite dalla crisi economica”.
La decisione prende le mosse dall’esperienza della Basilicata, tant'è vero che come prima iniziativa si occuperà delle trivellazioni per la ricerca di eventuali giacimenti petroliferi in Alta Irpinia e nella vicina Basilicata.
A tal riguardo è stato decretato di abbracciare il ‘si’ alle trivellazioni in un eventuale referendum a condizione che tale operazione comporti l’assunzione di giovane manodopera locale e che le aziende petrolifere interessate ai carotaggi, tramite una loro fondazione, si occupino del recupero dei borghi storici delle due suddette regioni.
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