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1.12.12: Raduno Elisa fUn Club – Firenze

Creato il 08 dicembre 2012 da Acrossthechannel

Esattamente una settimana fa, sabato 1 dicembre 2012, a quest’ora ero sulla A1 con mia sorella, direzione Firenze, per il raduno annuale dell’ Elisa Fun Club. Non avevo mai partecipato a nessun evento simile prima di allora e non sapevo cosa aspettarmi, se file chilometriche e interminabili prima di poter entrare, se di dover lottare con altre centinaia di fan per il posto migliore oppure un’esibizione semplice e raccolta, come il concerto di Daniele Silvestri a Londra. Avevo visto dei video su YouTube relativi ai raduni degli anni precedenti e mostravano esattamente quello che cercavo: l’artista su un piccolo palco, pochi strumenti e una versione acustica delle migliori canzoni.

Dopo un’attesa neanche troppo lunga fuori dal Viper a Firenze e l’esibizione dei primi 5 (bravissimi) fan selezionati per cantare una delle loro canzoni o una cover, Elisa guadagna il palcoscenico in silenzio, mentre tutti ancora parlottano. Un cappellino di lana, indumenti semplici e scuri. Sembra quasi di essere a casa sua e vederla rientrare in camera da pranzo dopo essersi assentate per andare a metter su il caffè. “Stavamo dicendo? Ah si, la salsa per le lasagne. Guarda, ti dirò: io preferisco farla in questo modo, anche se in realtà mia madre mi ha insegnato diversamente… Speriamo non mi senta!!”

L’allestimento del palco sicuramente aiutava a fare “casa”: qualche chitarra, un basso, delle tastiere, una sedia al centro, dei cuscini, il tutto colorato con le ombre lanciate dalle candele tutte intorno.

Gli applausi vanno a scemare, Elisa comincia a parlarci e io, diario alla mano, butto giù le mie prime impressioni. Premetto che i video che seguono sono stati trovati su YouTube e girati da altre persone durante lo stesso concerto (la qualità è esattamente quella da videofonino al concerto). Se per qualche motivo il proprietario del video volesse che venga rimosso, mi facesse sapere.

Un raduno per i fan è qualcosa di estremamente intimo, che solo pochi secondo me possono capire e godersi davvero, nonostante il concerto fosse aperto a chiunque volesse iscriversi e partecipare. La sola scaletta faceva pensare che le canzoni fossero state scelte per chi Elisa la segue da anni e ascolta tutti i suoi pezzi, non solo quelli più commerciali da RDS. Molti dei brani cantati erano stati presi dai primi album, Pipes & Flowers pubblicato nel 1997 e Asile’s World del 2002, canzoni che la stessa ha dichiarato di non aver cantato in molte occasioni, come Mr Want, Cure Me, Little Eye e A Little Over Zero. Nel video sotto, quando si volta verso il tecnico del suono per dirgli qualcosa, si capisce quanto sembra quasi che, durante una serata tra amici, qualcuno se ne sia uscito con “Dai Elisa, cantaci una canzone!”

Fan o ammiratore. Lo devo ammettere: prima del concerto mi sono sempre dichiarato un grande fan di Elisa ma dopo sabato sera mi sono auto-declassato a semplice ammiratore. Nonostante io possegga tutti i suoi CD (anche quelli usciti solo sul mercato americano e quelli contenenti solo rimasterizzazioni di canzoni che già avevo), ce ne sono state un paio che (cenere sul capo!) non conoscevo o proprio non ricordavo. Per tante altre, invece, non conoscevo il testo a memoria così da poter cantare con lei e il resto del pubblico. Una scritta sulla maglietta indossata da un gruppo di seguaci in prima fila recitava “Elisa è una fede” (il davanti mostrava un’immagine mariana con il volto della cantante monfalconese). Forse è vero, Elisa è una fede, il che fa di me un credente non praticante, come forse indicano le due canzoni da me suggerite per essere inserite nella scaletta. Al momento della compilazione del modulo di registrazione al concerto, ogni partecipanti aveva la possibilità di indicare due brani favoriti da voler ascoltare durante l’esibizione. Le mie due scelte sono state Pearl Days e The Waves.

Nonostante Pearl Days porti il nome del suo sesto album, non è mai stata una di quelle più conosciute o più passate per radio ma rimane una delle mie più favorite, colonna sonora di un periodo della mia vita, 2004-2005, in cui un bel giorno mi svegliai e mi accorsi di essere cresciuto. Grazie per aver accolto la mia richiesta ed avermi regalato una bellissima interpretazione di questo pezzo.

The Waves è sicuramente più da Radio Deejay, ma è anche uno dei brani con cui Elisa ha detto a tutti “Ecco cosa ti combino con la mia vore”. Le esibizioni di The Waves che preferiscono rimangono quella del Lotus Pearl Days tour a Roma e quella cantata al programma di Fabio Volo Lo Schiaccianoci. Ora, dopo averla sentita cantare Dancing da una distanza talmente ravvicinata da potermi quasi beccare i suoi sputi, sono sicuro che se l’avesse suonata sabato sarebbe diventata la performance favorita.

Cosa mi ha deluso? Forse nulla, non avendo termini di paragone con eventi simili, ma posso dire cosa mi aspettavo e non c’è stato, in base a quanto visto nei video dei concerti precedenti. Mi aspettavo delle sue interpretazioni di canzoni di altri artisti, cosa che ha sempre fatto ma quest’anno no. Mi aspettavo un’Elisa che ti canta Ode To My Family, come nel 2007, o You Oughta know oppure What’s Up.

A conferma che un raduno del genere non è per chi si aspetta un concerto da “massa” c’è anche la scelta di non cantare successi quali Una Poesia Anche Per Te e Luce. E io, che a confronto di tanti sono forse un blasfemo miscredente, sono andato al concerto aspettandomi di canticchiare che “Darei tutto e darei tanto, quanto il tempo in cui il tuo segno rimarrà”, e invece mi sono ritrovato a ricordare a me stesso perchè conosco Elisa.

Conosco Elisa perché al tempo le tonalità Alanisettiane di Labyrinth mi incuriosirono e poi fecero innamorare, come la stessa Alanis aveva fatto con Jagged Little Pill.

Conosco Elisa perchè da allora, dal ’96, l’ho vista crescere e sperimentare come pochi fanno in Italia. Elisa sale sul palco e sa tenere metà concerto da sola, passando dal suonare la chitarra acustica al basso, poi al piano, quindi al djembe e al flauto traverso per concludere con tamburello e xilofono. Glel’ho visto fare sabato scorso.

Conosco Elisa perché l’altra sera l’ho vista iniziare un brano, che poi è diventata una jam session dove ha rivisitato i suoi pezzi in chiave prima rap e poi raggae con tanto di accento giamaicano.

E si, continuo a volerle bene anche se forse troppi dei suoi brani più commerciali ci sono stati riproposti in tutte le versioni in troppi CD. Che io comunque ho sempre acquistato!

Seguo Elisa perché i miei gusti musicali sono vari. Troppo, qualcuno direbbe. Amo la musica che mi da emozioni e ricordi perché anche di questo è fatta, pertanto non dico no ad un brano solo per il nome del cantante che lo interpreta. Si, il mio iPod è capace di cantarti De Andrè e Tiziano Ferro, i Muse e i Negramaro, Ligabue e Adele, gli Smashing Pumpkins e i Modena City Ramblers, i Nirvana e i Radici Nel Cemento, i Guns ‘n’ Roses e i Cranberries. E tanti altri e tutti sembrano convivere serenamente nella stessa playlist. Non sono affatto un esperto di musica né sono abbastanza curioso da andarmi a cercare nuovi generi e cantanti poco conosciuti. Nonostante questo sono per la musica che è fatta di spazio e tempo e brividi lungo la schiena e farfalle nello stomaco e lacrime improvvise agli occhi. E poi di ricordi che ti fanno fermare a fissare un punto che non c’è, di botte di energia che ti fanno pedalare veloce e di calci forti di vita che ti fanno venir voglia di “urlare contro il cielo”. Tutto come in una colonna sonora che non c’è dato di scegliere: le canzoni semplicemente vi si incastrano, a caso ma mai per caso, e Elisa ne fa parte, dando musica ad alcuni dei momenti più significativi e forti che porto dentro, tanto che a volte ascoltarla è come rivedere quel film che guardavano e riguardavamo da bambini su una VHS ormai consumata ma che ancora adesso non possiamo fare a meno di continuare a vedere.

Al di là di quanto scritto, ti ringrazio per una cosa fondamentale: un weekend in più con la mia famiglia in Italia e un mini road-trip con mia sorella a Firenze!


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