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Creato il 12 luglio 2014 da Vulvia
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Io non vorrei creparesenza aver visto *almeno* i cani messicani neri  che senza sognare dormono a ciel sereno;  senza aver conosciuto ai tropici le voraci scimmie divoratrici (le scimmie a culo nudo).  O anche i ragni argentati dai serici nidi felici   di spruzzi traforati.  No, non vorrei crepare ignorando se la presunta  monetina che spunta sotto la faccia della luna   stia a nascondere una seconda faccia a punta.  Se - dopo gran riflessioni - il sole e' freddo.  Se le famose quattro stagioni  son proprio quattro e non tre.  Senza aver passeggiato per il corso in vestaglia   guardando fissa la marmaglia dei guardoni.  Senza aver ficcato i miei *coglioni* in ogni posto vietato.   Io non vorrei finire senza sapere la lebbra (beh, si fa per dire)   o almeno la febbre dei sette mali che  piu' o meno certamente si acchiappano laggiu':  resterei indifferente al bene e al male  purché di tutta questa vasta delizia   l'assoluta primizia  fosse riservata a me.   E poi non basta, c'e' tutto cio' che conosco,  che ho imparato ad amare: il fondo verde bosco   del mare dove le alghe sottili gareggiano nel  disegnare onde di valzer sugli arenili.   E ancora la terra, che a giugno crepita e sbotta   di odori, e le conifere, e un semplice pugno d'erba...   ... e i baci di quella ! Si, insomma quella, signori.   Ursula.   Ursulotta. La piu' bella orsacchiotta   fra tutte le orse maggiori.   Quella per cui non vorrei proprio crepare   prima di averla avuta tutta. Goderla la bocca nella bocca,   i bei seni nelle mie mani, poi con gli occhi il resto e...   Basta! Questi son fatti miei. Taccio.   Crepare ? Non puoi, come faccio ? ( come si fa ? )  Come vuoi crepare senza che ancora si siano inventate   le cose che contano: le rose eterne, le giornate di un'ora,   i monti marini e le spiagge, beh, le spiaggie montagnose.  La cuccagna finiti tutti i tormenti, i quotidiani   splendenti di colori, i bambini contenti e tutti i trucchi   ancora dormenti dentro i crani stipati di ingegneri ingegnosi,   socialisti associati, urbanisti urbanizzati e pensatori pensosi.  Dio, quante cose da fare, da intendere e volere   da contare e aspettare, mentre la fine gia' avanza,  in notti sempre piu' nere striscia, con la schifosa sembianza   di un rospo, non c'e' piu' scampo, eccola gli occhi nei miei...   proprio no, non vorrei crepare, nossignori, nossignore,   non senza aver fatto esperienza   del sapore tormentoso di cui sono goloso e geloso.   Il sapore piu' delicato che si possa sentire,   il piu' forte. No!   No, non voglio morire   prima di aver gustato   il gusto della morte.   Boris Vian

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