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12 aprile 1945: moriva Franklin Delano Roosevelt, il Presidente del ‘New Deal’

Creato il 12 aprile 2012 da Candidonews @Candidonews

12 aprile 1945: moriva Franklin Delano Roosevelt, il Presidente del ‘New Deal’

Il 12 aprile 1945 moriva Franklin Delano Roosevelt, il Presidente degli Stati Uniti che aveva risollevato la propria Nazione da una delle piu gravi crisi economiche mai viste. Eletto per ben quattro mandati consecutivi, morì in carica, per una emorragia cerebrale.

Di seguito un articolo pubblicato su Candido per la rubrica ‘I Presidenti del Cambiamento’ e dedicato a Roosevelt:

“Nessuna impresa che dipenda, per il suo successo, dal pagare i suoi lavoratori meno di quanto serva loro per vivere ha diritto di sopravvivere in questo Paese” (F.D.Roosevelt, 1933)

Questo era Franklin Delano Roosevelt. Questa frase fu pronunciata durante il discorso di presentazione del National Industrial Recovery Act, una delle leggi facenti parte del cosiddetto “New Deal”. Un progetto di investimento in infrastrutture ed opere pubbliche nato per combattere la Crisi economica seguente al “crollo del 1929″. Con questo importante provvedimento veniva creata anche una struttura per predisporre ferree regole al mercato, tali da tutelare i lavoratori. Molte di queste norme furono però respinte dalla Corte Suprema, di stampo conservatore. Roosevelt e la Corte instaurarono una dura battaglia politica e ben otto leggi del “New Deal” furono bocciate. Alla fine però il Presidente, scaduti i mandanti dei giudici, riuscì a nominarne molti a lui non ostili.

Roosevelt fu l’unico “Comandante in Capo” a presentarsi (e vincere) per quattro volte consecutive le elezioni Presidenziali, nel 1932, 1936, 1940 e 1944. Rimane tutt’oggi una delle figure piu amate dagli americani. Contro di lui, poco dopo l’elezione, alcuni gruppi economici americani tentarono di organizzare un colpo di stato.

Fra le più importanti innovazioni portate dal Presidente Democratico va ricordato il Social Security Act ,con il quale vennero introdotte per la prima volta negli Stati Uniti l’assistenza sociale e le indennità di disoccupazione, malattia e vecchiaia .

Per capire meglio cosa abbia rappresentato FDR per gli Stati Uniti è bene tornare indietro nel tempo, agli anni della Grande Depressione seguita al crollo di Wall street del 1929 snocciolando brevemente i provvedimenti contenuti nel New Deal.

Grande Depressione e New Deal (tratto da Wikipedia)

Una violenta sproporzione tra crescita reale e speculazione borsistica, il collasso del credito al consumo, la riduzione dei consumi stessi e il conseguente aumento del tasso di disoccupazione crearono le premesse per una rapida e profonda crisi che investì tutti i campi delle attività economiche, constringendo il paese alla recessione. Il crollo del 24 ottobre e del 29 ottobre (giovedì nero) 1929 e delle quotazioni azionarie alla borsa di New York non fu altro che l’evento simbolo di un processo di grandi dimensioni che investiva un paese minato paradossalmente dalla grande fiducia e dalla speranza nel futuro.

Le conseguenze sul piano economico, sociale e politico furono immediatamente tangibili. Il prepotente aumento della disoccupazione costituì alle soglie del nuovo decennio una vasta piaga sociale. Il sistema venutosi a creare consisteva dunque in un circolo vizioso di progressivo aumento del numero di disoccupati e dunque una diminuzione della domanda, alla quale faceva fronte una successiva diminuzione del numero dei lavoratori.

Milioni di lavoratori (esclusa la pubblica amministrazione) tra gli anni anni ’20 e ’40 .

È apprezzabile per la prima volta quell’effetto domino che sarà poi una costante nella storia economica del Novecento. La crisi in America, scatenatasi per una sovrapproduzione agricola (con conseguente deprezzamento delle merci), investì altri paesi legati agli Usa da vincoli di tipo strettamente economico. Ecco dunque la grande crisi in Germania, paese nel quale gli aiuti del piano Dawes vennero a mancare in un momento topico della storia della neonata repubblica.

La situazione apparve dunque disperata agli inizi del 1932, anno di campagna elettorale. Proprio in questo clima di profonda sfiducia però il democratico Roosevelt, facendo leva sui valori tradizionali dell’etica del lavoro e della capacità tutta americana di ripresa nei momenti più duri della propria storia, ottenne una robusta maggioranza. A quel punto il programma del neoeletto presidente focalizzò la propria attenzione sul tema della ripresa, affidandosi ad un brain trust (letteralmente “gruppo di fiducia di cervelli”) che basò la propria strategia sulle teorie dell’economista britannico John Maynard Keynes, già autore delle “Conseguenze economiche della pace” (1919).

Il New Deal

Una serie di lavori pubblici assorbirono tra i 2 e i 3 milioni di lavoratori disoccupati. L’opera di Keynes e del suo gruppo, poi elegantemente sintetizzata in Teoria generale dell’Occupazione, dell’Interesse e della moneta, penetrò sensibilmente nei reticolati della cultura economica liberale americana, dando luogo ad un lungo dibattito protrattosi negli anni. L’opera dell’economista inglese infatti, che pure si trovava in disaccordo con “maestri” quali Smith o Ricardo, sosteneva l’incapacità del mercato di autoregolamentarsi, secondo le regole già enunciate dallo scozzese in An Inquiry into the nature and Causes of the wealth of Nations. In una situazione di inflazione galoppante ed evidente recessione, l’intervento da parte dello stato nell’attività produttiva e nel processo economico diveniva determinante per risollevare le sorti del paese e ridistribuire verso il basso la ricchezza, evitando dunque la sproporzione evidente nel dato periodo.

L’intervento dello Stato nell’economia attraverso la realizzazione di infrastrutture, creazione di un Welfare State (stato assistenziale) in grado di poter sostenere la forza lavoro disoccupata, conseguente aumento della domanda per riavviare il processo produttivo furono i cardini dell’opera del primo mandato roosveltiano. La Tennessee Valley Authority, il NIRA (National Industrial Recovery Act) promossero la creazione di grandi opere pubbliche, linfa per il settore privato e per la forza lavoro. L’Agricultural Adjustement Act, la Civil Work Administration, nonché il Wagner Act (importante riconoscimento dei sindacati) furono alcune delle misure stabilite per tamponare il fenomeno e restituire vitalità ad un settore vessato dalla stagnazione.

Avevamo già riportato la vita dello statista nella sezione “Biografie” di Candido, per consultarla andate pure QUI.


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