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12° giorno: Micene

Da Comeilmare

Micene

Micene

La sveglia non è suonata… quindi, anziché alle 7 ci siamo svegliati alle 8. Per visitare Micene bisogna “prenderla per tempo” perché i visitatori sono tantissimi e si rischia di non godersi il sito a causa della folla.
Alle 9 siamo sul posto e facciamo appena in tempo a fare i biglietti che già vediamo arrivare un pulman carico di turisti. Corsa contro il tempo per entrare nella tomba di Atreo, prima che arrivi la massa chiassosa.
Pochi istanti preziosi per oltrepassare il monumentale ingresso, che da solo rappresenta la struttura più azzardata di tutta la Grecia: una trave di 120 tonnellate larga ben 9 metri sovrasta l’entrata della Tholos; quest’ultimo costruito a forma di alveare, alto 13 metri, con massi enormi posizionati su 33 file di cerchi concentrici via via più piccoli fino alla cima chiusa con una chiave di volta rotonda. Non c’è fonte di luce se non per la porta e il foro triangolare sopra di essa, atto a scaricare le forze della costruzione. Il tutto è ricoperto di terra, perciò da sopra si vede solo una specie di collinetta. L’atmosfera all’interno toglie il fiato.

Come ogni volta che entro in qualche luogo misterioso, sento una stretta allo stomaco. L’occhio cade subito sulla porta minore a destra, la cui entrata è chiusa da un cartello con su scritto “danger”. Dopo aver visitato tanti siti archeologici, mi pare proprio strano che non abbiano ancora messo in sicurezza la stanza minore della costruzione più importante di Micene e di tutta la zona…quella stanza conteneva i resti mortali di Atreo, re di Micene, e sicuramente c’è dell’altro. La forza che si sente in questo luogo è innegabile, ma non posso fare supposizioni a riguardo. Il resto della cittadella (a 300 metri dalla tomba di Atreo) è una sorta di bijou arroccato sulla collina; la Porta dei Leoni è impressionante e ogni angolo sembra suggerire come doveva essere 1400 anni prima di Cristo, quando Micene era tutta un fermento di artigiani tra le case bianchissime, donne impegnate a fere il pane, guardie lungo le mura di cinta… l’unica pecca è che sembra essere tutto chiuso ai turisti! Non si può accedere all’ossario, né alla cisterna (sistemata a ben 12 metri sotto terra, alla quale si arriva scendendo 99 scalini nel buio più totale), né ad altri luoghi come la seconda Tholos nella parte ovest… insomma l’unica cosa permessa è un percorso predeterminato su quello che resta della strada originale.
Degno di nota è sicuramente il “tesoro di Atreo” custodito nel museo: una vera e propria collezione di qualsiasi oggetto mai fabbricato dalle mani dei Micenei.

Tempio di Micene

Tempio di Micene

Nel pomeriggio siamo andati a goderci l’ultimo bagno della vacanza sulle spiagge di Tolo, piccola località a 3/4 km da Nafplio. C’è una spiaggia “principale” piena zeppa di gente e appena abbiamo visto il casino, abbiamo optato per la minuscola spiaggetta di sassi a nemmeno 1 km dall’altra, situata in un’insenatura.
Gente tranquilla e soprattutto poca! L’acqua è calma e limpida, peccato che a metà pomeriggio si riempia lentamente di una velatura schiumosa in superficie, data probabilmente dal continuo andirivieni di un motoscafo che trascina la solita “banana” gonfiabile piena di turisti.
Essendo l’ultimo giorno di mare abbiamo regalato il nostro ombrellone a tre ragazzi conosciuti fra una chiacchera e l’altra. La sera abbiamo cenato al Vasilis (ottimo cibo, ottimi prezzi) per poi prendere alcuni souvenir per i nostri amici.
In questo momento David dorme beato con ancora il telecomando in mano e fra poco lo seguo a ruota, domattina si torna ad Atene.

 


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